Site icon Corriere Nazionale

Coronavirus, AIFA: in Italia test sull’antivirale remdesivir

gnao1

Emergenza Coronavirus: AIFA e Gilead annunciano che l’Italia è tra i Paesi che testeranno l’antivirale remdesivir per il trattamento del COVID-19

AIFA e Gilead hanno annunciato oggi che l’Italia parteciperà ai 2 studi di fase 3 promossi da Gilead Sciences per valutare l’efficacia e la sicurezza della molecola sperimentale remdesivir negli adulti ricoverati con diagnosi di COVID-19 (nuovo coronavirus).

Gli studi saranno inizialmente condotti presso l’Ospedale Sacco di Milano, il Policlinico di Pavia, l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma e l’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Si stanno identificando in collaborazione con AIFA altri centri in Regioni con alta incidenza dell’infezione da coronavirus per l’inclusione negli studi.

Usi compassionevoli

Remdesivir non è ancora approvato dalle autorità regolatorie per uso terapeutico e viene fornito per uso compassionevole – al di fuori degli studi clinici – per il trattamento in emergenza di singoli pazienti affetti da COVID-19 in gravi condizioni e senza valide alternative terapeutiche.

Le azioni di Gilead Sciences hanno fatto un balzo in borsa di oltre il 5% dopo che nelle settimane scorse un alto funzionario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che il farmaco sperimentale dell’azienda potrebbe essere la soluzione migliore per trovare un trattamento per l’infezione da coronavirus che si sta diffondendo in tutto il mondo.

Il composto di Gilead, il remdesivir, è stato sottoposto a una sperimentazione clinica in Cina, dove la malattia ha infettato decine di migliaia di persone. I funzionari dell’OMS hanno detto che i risultati potrebbero essere disponibili in poche settimane.

Questo farmaco è in sperimentazione sull’uomo contro le infezioni da Ebola, e nei test in vitro ha mostrato una certa attività anche contro coronavirus come Sars e Mers. E’ stato utilizzato sul primo paziente americano infettato dal coronavirus, come descritto su Lancet, e in alcuni ospedali cinesi è partita una sperimentazione su circa 800 pazienti.

Exit mobile version