GAP 2020 del Cnr-Irpps mostra la pronunciata stereotipia di genere di cui sono portatori gli studenti e le studentesse italiane delle scuole superiori
L’anteprima dei risultati di GAP 2020 del Cnr-Irpps mostra la pronunciata stereotipia di genere di cui sono portatori gli studenti e le studentesse italiane delle scuole superiori.
Attraverso l’edizione 2020 della ricerca ‘GAP – Giovani alla Prova. Ricerca su atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti italiani’ (GAP 2020), l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps) ha misurato gli stereotipi di genere di cui sono portatori gli studenti e le studentesse italiane che frequentano le scuole superiori. A questi adolescenti è stato chiesto di esprimere il proprio livello di accordo circa una serie di affermazioni riguardanti il rapporto tra uomini e donne. I risultati mostrano ancora la presenza di una pronunciata stereotipia di genere, per la quale 4 adolescenti su 10 ancora ritengono che debba essere l’uomo a mantenere la famiglia (affermano ciò anche il 25% delle studentesse) e 1 maschio su 4 che l’uomo debba comandare in casa. Tra i vari temi affrontati, è di interesse anche la lettura di genere che gli studenti offrono del tradimento nelle coppie: 1 maschio su 5 pensa che il tradimento femminile sia più grave di quello maschile. Un’assunzione certamente positiva e che indica il superamento di uno dei più classici stereotipi è invece nella constatazione che l’uomo non solo può, ma deve, svolgere le faccende domestiche.
L’anteprima dei risultati di GAP 2020 mostra inoltre che le ragazze, in ambito scolastico, sono vittime privilegiate di varie forme di discriminazione e violenza: sono soggette all’esclusione dal gruppo il 40% delle studentesse contro il 20% degli studenti; il 31% delle ragazze subisce insulti per l’aspetto fisico contro il 17% dei ragazzi; almeno 1 studentessa su 10 viene offesa in quanto donna.
Di segno analogo è l’atteggiamento verso il sessismo e l’omofobia. Il primo è tollerato, ovvero ritenuto un atteggiamento degno di rispetto e non giudicabile negativamente se non contestualizzato, da almeno uno studente su 10: i maschi presentano una tolleranza al sessismo decisamente superiore alle femmine (13,4% contro 5,4%). Infine, sempre circoscrivendo l’analisi sulle opinioni circa le diversità di genere, si evidenzia un ancor più elevato livello di tolleranza all’omofobia: questa può essere definita presente addirittura in 1 adolescente su 4, in particolare tra i maschi, ma non solo (32,7% dei maschi e il 14,6% delle femmine).
“La costruzione delle rappresentazioni sociali costituisce un processo complesso, sul quale influiscono la socializzazione primaria e secondaria e i modelli culturali di riferimento. Esse generano l’idea dell’”altro”, che condiziona gli atteggiamenti e i comportamenti umani e quindi il rapporto tra uomini e donne. In particolare la riproduzione dei cosiddetti ruoli di genere, che avviene per lo più in ambito familiare, ove spesso si interiorizzano ideali distanze e disuguaglianze sociali, si basa ancora oggi sulla presenza di una visione sessista della società, che vede la donna come subalterna all’uomo per via della presunzione dell’esistenza di ruoli sociali “naturali”, che prevedono il primato dell’uomo nelle posizioni apicali di carriera e quello della donna negli oneri di cura e assistenza familiare”, commenta Antonio Tintori del Cnr-Irpps. “Queste errate scorciatoie cognitive, definite stereotipi, costituiscono un fattore altamente condizionante gli atteggiamenti verso la diversità di genere. L’analisi del livello di stereotipia sociale, in particolare sulla popolazione più giovane, è un’attività di ricerca complessa e importante che deve essere periodicamente svolta per avere una misura del processo di emancipazione culturale nello spazio e nel tempo”.
La survey statistica GAP 2020 è stata condotta nel 2019 a livello nazionale su 3.273 studenti e studentesse frequentanti le scuole secondarie di secondo grado. GAP è un innovativo progetto di ricerca ideato e avviato nel 2014 dal Cnr-Irpps. Nell’ambito del progetto sono state già realizzate diverse indagini statisticamente rappresentative di gruppi di popolazione a livello locale. In particolare si ricordano i lavori su Roma e la Città Metropolitana di Roma Capitale e su Latina, rispettivamente realizzati nel 2015 e nel 2017.
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