Un parroco si rifiuta di restituire l’intera somma versata da una coppia per il matrimonio saltato a causa dell’emergenza Coronavirus: il Codacons attacca
Una vicenda che ha del surreale, ancora più grave perché vede coinvolta una istituzione religiosa che, in questo momento di grande difficoltà per milioni di cittadini, calpesta i diritti degli utenti.
Succede a Firenze, presso la Chiesa San Filippo Neri, al centro di uno scandalo che finirà ora al vaglio del Tribunale Vaticano e del Prefetto di Firenze, e all’attenzione di Papa Francesco.
A denunciare la vicenda è il Codacons, che la ricevuto la richiesta di aiuto con tanto di documentazione da parte delle famiglie degli sposi.
Il 21 marzo era in programma un matrimonio presso la Chiesa San Filippo Neri di Firenze, una cerimonia alla quale avrebbero dovuto prendere parte molti ospiti provenienti dal Giappone, considerato che lo sposo è un cittadino giapponese – spiega il Codacons, cha ha deciso di fornire assistenza legale alle due famiglie coinvolte – L’emergenza coronavirus, con i relativi limiti e divieti imposti sia dal Governo italiano che da quello giapponese, ha reso di fatto impossibile celebrare le nozze, e le famiglie si sono mosse per ottenere la restituzione degli anticipi versati alle varie strutture.
La Chiesa San Filippo Neri, nonostante l’evidente impossibilità materiale determinata dalla situazione attuale, ha negato alle famiglie il rimborso di quanto versato per prenotare la chiesa (pari a 400 euro), dichiarandosi disponibile a restituire solo il 50% di quanto pagato. Le famiglie degli sposi hanno così protestato con il parroco della chiesa, sottolineando tra l’altro come i decreti del Governo vietino le funzioni religiose, ricevendo da lui via mail una risposta che lascia sbalorditi:
“Noi abbiamo messo in atto quanto stabilito da sempre per la prenotazione della chiesa. Il mio direttore cortesemente e gentilmente le ha già versato il 50 per cento e risposto già a questa questione. Non ve lo aveva ordinato il medico di prenotare la nostra Chiesa ma liberamente avere scelto e accettato le nostre condizioni. Come le ho detto il nostro direttore ha messo in atto ciò che noi da diversi anni facciamo […]
Si rende conto che sta dicendo delle fesserie? Nessuna struttura ha rimborsato il 100%. Ne sono certo. Ma lei si ostina a vedere l’articolo del decreto riferito solo per se. Lei è un grande egoista e anche offensivo. Non siamo degli straccioni come lei dimostra. Siamo molto corretti. Non avrà mai quel 50 per cento e non avrà mai più occasione di lavorare con noi. Si vergogni del tono usato col mio direttore e con me. Non glielo permetto e soprattutto lo farò sapere a colleghi e ad altre persone giapponesi che non solo sono state corrette con noi ma ci hanno lasciato l’intera somma. Per 200 euro. Si vergogni.
Padre Rosario Landrini”.
Le parole del parroco e il comportamento esecrabile della chiesa finiranno ora al vaglio del Tribunale Vaticano e del Prefetto di Firenze, ai quali il Codacons presenterà un apposito esposto. Non solo. L’associazione ha deciso di coinvolgere anche Papa Francesco, con una lettera dove si chiede di valutare quanto accaduto e disporre, se necessario, la rimozione del parroco dal suo incarico.
E nella vicenda finisce anche Palazzo Borghese, dove avrebbe dovuto svolgersi il ricevimento di nozze: la struttura ha negato la restituzione dei 2.000 euro versati dalle famiglie degli sposi a titolo di anticipo, limitandosi a congelare la somma da utilizzare per futuri eventi. Ma il matrimonio, a questo punto, con ogni probabilità non sarà più celebrato in Italia, e pertanto il Codacons ha diffidato Palazzo Borghese a rimborsare integralmente i 2mila euro pagati.