Gotta: nuovo studio su terapia ipouricemizzante


Le lesioni strutturali associate a gotta sono sensibili al miglioramento della deposizione di sali di acido urico in pazienti sottoposti a terapia ipouricemizzante

Le lesioni strutturali associate a gotta sono sensibili al miglioramento della deposizione di sali di acido urico in pazienti sottoposti a terapia ipouricemizzante

Le lesioni strutturali associate a gotta, in base alla definizione OMERACT (the Outcome Measures in Rheumatology), si sono dimostrate sensibili al miglioramento della deposizione di sali di acido urico in pazienti sottoposti a terapia ipouricemizzante.

Lo dimostrano i risultati di uno studio pubblicato su RMD Open che ha dimostrato che le ecografie dei pazienti documentavano miglioramenti significativi di questo parametro OMERACT dopo 6 mesi di esposizione a trattamento anti-gotta, a suggerire l’efficacia dei criteri OMERACT nel monitorare efficacemente gli outcome legati alla terapia.

Razionale e disegno dello studio

Il monitoraggio dei pazienti affetti da gotta si è basato, tradizionalmente, sulla valutazione clinica combinata con la valutazione dei livelli di acido urico. Alcuni studi hanno individuato nell’ecografia uno strumento utile ai fini diagnostici, anche se si sa ancora poco sulla capacità di questa tecnica di monitorare in maniera affidabile l’effetto del trattamento.

I cristalli monosodici di acido urico riflettono i fasci di ultrasuoni in misura più rilevante rispetto ai tessuti circostanti come la cartilagine ialina non mineralizzata o il tessuto sinoviale. Pertanto, il materiale cristallino può essere “risolto” dall’analisi ecografica come un segnale brillante, iperecoico, indipendente dall’angolo di incidenza dei fasci di ultrasuoni.

Non solo: l’ecografia è in grado di visualizzare alcuni aspetti infiammatori concomitanti potenziali della gotta, come la sinovite e la tenosinovite.

Nel 2015 il gruppo di lavoro ecografico OMERACT ha sviluppato alcune definizioni di lesioni strutturali nella gotta. Tra queste abbiamo:

  • il caratteristico segno ecografico del doppio contorno (depositi di cristalli sulla superficie della cartilagine)
  • la presenza di tofi (ampie collezioni iperecoiche di cristalli)
  • la presenza di aggregati (piccoli depositi di cristalli iperecoici)
  • la presenza di erosione (danno corticale)

Il caratteristico segno ecografico del doppio contorno a livello articolare è stato incluso nei più recenti criteri di classificazione della gotta.

Fino ad ora, pochi studi, condotti su casistiche ridotte di pazienti, hanno valutato la sensitività alla variazione dei depositi di acido urico (rilevati mediante ecografia) prima della validazione delle definizioni OMERACT sopra indicate.

L’obiettivo primario di questo studio, pertanto, è stato quello di valutare la sensitività alla variazione sia delle lesioni strutturali associate a gotta e rilevante mediante ecografia, sia delle variazioni infiammatorie nei pazienti in terapia ipouricemizzante, utilizzando le definizioni OMERACT sopra indicate.

In secondo luogo, i ricercatori si sono proposti l’obiettivo di valutare le correlazioni potenziali tra le  variazioni delle variabili cliniche, di laboratorio ed ecografiche.

Lo studio, osservazionale, di coorte e prospettico, ha reclutato pazienti adulti sottoposti a terapia ipouricemizzante. I pazienti eleggibili dovevano aver iniziato recentemente il trattamento farmacologico in questione o aumentato la posologia di assunzione di questi farmaci.

Sono state effettuate valutazioni cliniche, di laboratorio ed ecografiche al reclutamento e dopo 3 e 6 mesi. Per quanto riguarda la clinica, sono state registrate dai ricercatori le informazioni anamnestiche di pazienti, quelle relative al consumo di alcol e tabacco, alla durata di malattia e alle aree coinvolte. Per quanto riguarda le analisi di laboratorio, sono stare determinate le concentrazioni di acido urico  e di CRP nel sangue.

I ricercatori hanno condotto una valutazione bilaterale di 30 articolazioni sia all’inizio dello studio che nel corso del follow-up e valutato dolore e funzione fisica riferiti dai pazienti.

Sono state eseguite analisi ecografiche su 28 articolazioni e 6 tendini in concomitanza con ciascuna visita medica programmata ed è stata condotta un’analisi delle articolazioni e dei tendini per la presenza di 4 lesioni strutturali associate a gotta in base alle definizioni OMERACT (segno ecografico del doppio contorno, tofi, aggregati e erosione), calcolando le variazioni, a 3 e a 6 mesi, della somma dei punteggi dei pazienti e di quelli legati alle lesioni.

Lo studio ha incluso 50 pazienti (48 uomini), con un’età media pari a 63,9±14,5 anni (range: 30-88 anni). La maggior parte di questi ha completato le visite di follow-up sia a 3 (92%) che a 6 mesi (82%).

Risultati principali

I livelli ematici di acido urico e di CRP si sono ridotti in modo significativo dall’inizio dello studio a 6 mesi (p<0,001 per entrambi). I ricercatori hanno osservato riduzioni statisticamente significative dei punteggi medi relativi al segno ecografico di doppio contorno (da 3,16 a 2,33; p <0,001) e ai tofi (da 2,68 a 2,43; p =0,002) da 0 a 3 mesi.

Entrambi i punteggi si sono ulteriormente ridotti, passando a 1,34 e 1,83 rispettivamente, tra 3 e 6 mesi (p<0,001 per entrambi). Tra 3 e 6 mesi il punteggio somma aggregato si è ridotto, passando da 6,02 a 5,02 (p=0,002), per quanto non siano state documentate variazioni significative tra 0 e 3 mesi.

Il punteggio somma relativo all’erosione non è variato in modo statisticamente significativo nel periodo in studio. Quanto alla localizzazione delle lesioni strutturali OMERACT, queste sono state osservate prevalentemente a livello delle articolazioni metatarsofalangee e del ginocchio, soprattutto con il segno ecografico del doppio contorno.

Nel corso del follow-up, però, queste stesse articolazioni hanno mostrato i miglioramenti più pronunciati delle lesioni strutturali a seguito del trattamento con terapie ipouricemizzanti.

In sintesi

I risultati dello studio suggeriscono che lesioni strutturali definite secondo OMERACT rappresentano un parametro appropriato per monitorare la deposizione di urati nella gotta, anche durante trattamento con farmaci ipouricemizzanti. In particolare, le lesioni strutturali così definite hanno mostrato variazioni soprattutto in termini di segno ecografico del doppio contorno e di tofi.

L’ecografia, pertanto, si configura come uno strumento promettente per monitorare i depositi di cristalli di acido urico nei pazienti in terapia ipouricemizzante, sia nei trial clinici che nella pratica clinica reale.

“Un beneficio potenziale derivante dal ricorso all’ecografia nei pazienti con gotta nella pratica clinica reale potrebbe risiedere nelle capacità di questo strumento di fungere da “motivatore” sia per il paziente che per il medico curante – spiegano i ricercatori nelle conclusioni del lavoro -. La capacità dell’ecografia di visualizzare la scomparsa nel tempo dei depositi di sali di acido urico potrebbe essere strumento di motivazione per il medico curante a prescrivere aggiustamenti adeguati della terapia in corso e per il paziente a migliorare l’adesione al trattamento”.