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Coronavirus: nuovo divieto di spostarsi in altro comune

Nel nuovo Dpcm tre fasce di rischio differenziate, coprifuoco nazionale alle 21 e autodichiarazioni tra Regioni "rosse", quelle con più contagi

Emergenza Coronavirus, arriva il nuovo divieto di spostamento in un comune diverso da quello in cui ci si trova: l’ordinanza del Ministero della Salute

Emergenza Coronavirus, arriva il nuovo divieto di spostamento in un comune diverso da quello in cui ci si trova: l'ordinanza del Ministero della Salute

Da oggi è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.

Lo stabilisce l’ordinanza per l’emergenza Coronavirus adottata congiuntamente dal ministro della Salute e dal ministro dell’Interno che rimarrà efficace fino all’entrata in vigore di un nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di cui all’articolo 3 del decreto legge numero 6/2020.

ECCO IL TESTO DELL’ORDINANZA

De Luca chiede misure drastiche a Conte

Sempre in tema di spostamenti legati all’emergenza Coronavirus Covid-19 il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha avuto questa mattina un colloquio con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al quale è stata sollecitata l’adozione di “misure drastiche per bloccare il prevedibile flusso di cittadini di ritorno al Sud e in Campania per la chiusura di attività produttive”. Il premier Conte “ha rassicurato De Luca – comunica l’unità di crisi regionale sul Coronavirus – e il governo sta affrontando questa problematica per le decisioni di merito (poi arrivate con il nuovo divieto di cui sopra, ndr)”.

Arcuri: in arrivo mascherine per tutti gli italiani

“Da lunedì o al più tardi da martedì tutte le regioni italiane avranno le mascherine che servono ai medici, agli operatori sanitari, ai malati e quant’altro gira intorno a questo dramma. A partire dalla settimana successiva contiamo di poter dare a tutti gli italiani che ne hanno bisogno un dispositivo di protezione individuale”. Così il commissario delegato Domenico Arcuri a In mezz’ora in più.

Gli esperti: un metro di distanza può non bastare

“Nessuna ipotesi fantasiosa. Il position paper che abbiamo pubblicato parte da evidenze scientifiche riportate in numerosi studi di letteratura in merito. Molte ricerche hanno messo in relazione la velocita’ di diffusione dei contagi virali con le concentrazioni di particolato atmosferico, che puo’ costituire un efficace vettore per il trasporto, la diffusione e la proliferazione delle infezioni virali”.

È quanto si legge in una nota congiunta di esperti e ricercatori della Societa’ Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), Universita’ di Bari (UniBa) e Universita’ di Bologna (UniBo), autori di un position paper pubblicato nei giorni scorsi, in cui si evidenzia una correlazione tra la presenza di particolato atmosferico nell’aria e la diffusione del coronavirus in determinate aree del Paese.

“Il nostro studio – si sottolinea – e’ condotto con metodo scientifico, basandosi su evidenze. La correlazione e’ presente. Che i virus si diffondano nell’aria trasportati dalle polveri trova riscontro nella letteratura scientifica. Come trova riscontro il fatto che restino attivi per diverse ore. Percio’ e’ importante ribadire che in condizioni di alte concentrazioni di particolato un metro di distanza tra le persone e’ necessario ma potrebbe non bastare, sia in ambienti outdoor che indoor. Occorre ridurre le emissioni al minimo e le distanze tra le persone al massimo. Occorre limitare i contatti al minimo in termini di frequenza e numerosita’. D’accordo con le ARPA, che dicono che non basta solo fermare le auto, non e’ solo cosi’ che si riduce il PM10: abbiamo piu’ volte nelle interviste rilasciate, messo in evidenza il ruolo della meteorologia e della necessita’ di fermare o ridurre anche le altre potenziali sorgenti”.

“Certo lo studio scientifico va completato, la correlazione non significa incontrovertibile causalita’ – puntualizzano Alessandro Miani, presidente SIMA, Gianluigi de Gennaro (UniBa) e Leonardo Setti (UniBo) -. Il nostro e’ un position paper per fornire un’informazione tempestiva. Noi non vogliamo star zitti o dire di non sapere… Vogliamo mettere nelle condizioni decisori e cittadini di esercitare un legittimo principio di precauzione. Ringraziamo i tanti colleghi che ci stanno supportando e quelli che stanno fornendo contributi per la prosecuzione dello studio che resta aperto a tutti i ricercatori che vorranno contribuire”. “Risulta doloroso e faticoso dover replicare alle dichiarazioni di chi, senza indicare un riferimento bibliografico, quindi non fornendo alcun contributo alla discussione, contesta il nostro studio o reinterpreta scorrettamente il messaggio che ne deriva. Ribadiamo l’invito a ragionare insieme sul merito, cosi’ da mostrare la comunita’ scientifica unita nella ricerca di soluzioni in questi tempi cosi’ drammatici”, concludono.

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