Alvio Renzini vince il premio Lodewijk Woltjer


Alvio Renzini vince il premio Lodewijk Woltjer, riconoscimento intitolato a Lo Woltjer che guidò l’Eso alla scelta del disegno del Very Large Telescope

Alvio Renzini vince il premio Lodewijk Woltjer

La European Astronomical Society (Eas) ha annunciato i sei vincitori per il 2020 dei premi conferiti dalla società ad altrettanti scienziati che eccellono nei diversi campi dell’astrofisica e delle tecnologie. Tre dei premi – i Merac Prizes, destinati alle migliori tesi di dottorato – vanno ad altrettanti giovani astronomi europei: Aris TritsisJorryt Matthee e Concepción Cárdenas Vázquez. A Martin J. Rees, cosmologo di fama mondiale, va il Fritz Zwicky Prize per l’astrofisica e la cosmologia. Mentre i due restanti riconoscimenti, la medaglia Tycho Brahe e la Lodewijk Woltjer Lecture (una prestigiosa conferenza affidata agli scienziati più brillanti), vanno entrambi a due scienziati italiani, rispettivamente: Stefano Vitale dell’università di Trento, per aver guidato la missione Lisa Pathfinder, e l’astrofisico dell’Inaf Alvio Renzini, associato all’Osservatorio astronomico di Padova e membro dell’Accademia nazionale dei Lincei, per “i suoi contributi fondamentali alla comprensione delle stelle, delle popolazioni stellari e dell’evoluzione delle galassie e per i suoi contributi essenziali al successo dell’Eso nel suo ruolo di programme scientist del Vlt”, il Very Large Telescope.

«Mi sento particolarmente onorato», dice Renzini a Media Inaf, «essendo questo riconoscimento intitolato a Lo Woltjer, il Direttore generale che ha stabilito l’Eso come un’organizzazione volta all’eccellenza e alla leadership mondiale nella ricerca astronomica. Lo guidò l’Eso alla scelta del disegno del Very Large Telescope, per il quale in seguito ho avuto il privilegio di lavorare. L’astronomia europea gli deve davvero molto».

Il lavoro di ricerca e i contributi all’astronomia di Alvio Renzini, ricorda la press release dell’Eas, sono caratterizzati da un’ampiezza e una profondità insolite. Nella prima parte della sua carriera ha scritto articoli seminali sulle stelle, in particolare sulle fasi più avanzate della loro evoluzione. Successivamente i suoi interessi si sono ampliati fino a comprendere l’evoluzione di popolazioni stellari e galassie, la nucleosintesi, il mezzo intergalattico negli ammassi di galassie e altro ancora. Quando nel 1995 si è trasferito all’Eso, come programme scientist del Vlt ha assunto un ruolo cruciale e di grande influenza sulla definizione del progetto – e in seguito sull’impiego ottimale del Vlt – dando un contribuito fondamentale al successo dell’Eso e all’eccellenza scientifica dell’astronomia europea degli ultimi decenni.