Nei pazienti con insufficienza mitralica l’impianto di MitraClip è stato associato a migliori sopravvivenza e libertà da ricovero per insufficienza cardiaca
Nei pazienti con insufficienza mitralica, un precoce miglioramento della qualità di vita in seguito all’impianto di MitraClip nello studio COAPT è stato associato a migliori sopravvivenza e libertà da ricovero per insufficienza cardiaca a lungo termine. È quanto dimostrano i risultati di un’analisi pubblicata online sul “Journal of the American College of Cardiology” (JACC).
I risultati dello studio, relativi agli esiti dello stato di salute, erano stati presentati lo scorso anno all’American College of Cardiology (ACC) 2019 Session Scientific, e avevano già stabilito che i pazienti trattati con MitraClip si sentono meglio e hanno punteggi di qualità della vita più elevati rispetto ai pazienti trattati con cure standard.
Valore prognostico dei punteggi sullo stato di salute
Questo nuovo studio indica che tali punteggi potrebbero effettivamente avere implicazioni prognostiche per i pazienti, indipendentemente dal trattamento che hanno ricevuto. In questo caso, il miglioramento dello stato di salute è probabilmente un indicatore di altri cambiamenti anatomici, fisiologici ed emodinamici, affermano gli autori, guidati da Suzanne V. Arnold, del Saint Luke’s Mid America Heart Institute di Kansas City.
«Abbiamo visto anche nel gruppo in gestione medica come le persone che si sentono meglio hanno migliori esiti a lungo termine, e probabilmente ci sono un certo numero di fattori in causa» proseguono. «Qualunque siano i fattori che stanno contribuendo a far sentire meglio il paziente, sono gli stessi che fanno sì che questi viva più a lungo e abbia meno probabilità di essere ricoverato in ospedale».
Nello studio COAPT ha confrontato la riparazione della valvola mitralica transcatetere con MitraClip per ottimizzare la terapia medica diretta dalle linee guida (GDMT) nei pazienti con insufficienza cardiaca (HF) e grave rigurgito mitralico (MR) funzionale. A 2 anni, l’endpoint primario della riospedalizzazione per HF così come la mortalità, un endpoint secondario potenziato, sono stati significativamente ridotti nei pazienti trattati con MitraClip.
L’analisi dello stato di salute ha mostrato che il questionario sulla cardiomiopatia di Kansas City (KCCQ) e i SF-36 Physical and Mental Summary Scores erano entrambi significativamente migliorati nel primo mese e sono rimasti migliori dei punteggi nel braccio in terapia standard in tutti i punti temporali studiati.
Conferme da nuove analisi dello studio COAPT
Nella loro ultima analisi, Arnold e colleghi si sono concentrati sui 551 pazienti in studio vivi a 1 mese che avevano completato i KCCQ al basale (279 nel gruppo di riparazione mitrale e 272 nel gruppo GDMT). I pazienti che avevano ricevuto MitraClip avevano maggiori probabilità di avere un cambiamento nel punteggio KCCQ di almeno 10 punti (gruppo di riparazione: 58%, gruppo GDMT: 26%).
Per il gruppo nel suo insieme, questo miglioramento iniziale è stato inversamente associato al rischio di morte o di ricovero in ospedale. Analizzato in modo continuo, ogni aumento di 10 punti del punteggio KCCQ era associato a un rischio inferiore del 14% di ricovero o morte per HF (HR 0,86; IC al 95% 0,81-0,92), un risultato che non aveva alcuna interazione significativa con il tipo di trattamento originale.
Ulteriori aggiustamenti per fattori demografici e clinici hanno solo rafforzato l’associazione tra i cambiamenti del punteggio KCCQ e gli esiti a più lungo termine.
Auspicato un più vasto utilizzo clinico del questionario KCCQ
Arnold e colleghi ritengono che il supporto dei risultati richieda che i punteggi KCCQ vengano utilizzati più ampiamente nella pratica clinica – non solo nell’ambito della ricerca – dove potrebbero essere potenzialmente utilizzati per guidare ulteriori opzioni terapeutiche o per aiutare a gestire le aspettative dei pazienti e dei familiari dopo una procedura MitraClip.
Queste analisi sono in effetti congrue con dati precedenti che mostrano come i cambiamenti nei punteggi KCCQ siano associati in modo forte e indipendente a eventi clinici successivi, anche se non vi sono dati che lo confermino dopo un intervento importante, come la riparazione della valvola mitrale transcatetere.
L’applicazione proposta dagli autori potrebbe comunque essere utilizzata per identificare i pazienti in cui sono necessarie strategie alternative/aggiuntive per ottimizzare gli esiti dell’intervento.
Arnold e colleghi ribadiscono che i punteggi non sono ampiamente utilizzati al di fuori della ricerca, sebbene vengano utilizzati nel suo ospedale nella clinica avanzata per l’insufficienza cardiaca (HF) o quando un paziente sta entrando in una sperimentazione clinica o è iscritto a registri come il Society of Thoracic Surgeons/American College TVT Registry.
Gli autori ritengono che il punteggio KCCQ «dovrebbero far parte delle cure cliniche di routine, in particolare se si sta apportando un cambiamento come per esempio l’avvio di un trattamento con sacubitril/valsartan, in quanto aiuta a stabilire se tale cambiamento determina un impatto sullo stato di salute».
Inoltre, mentre potrebbero esserci altri marcatori che potrebbero essere ancora più efficaci nel prevedere esiti a lungo termine come cambiamenti nel rigurgito mitralico o nella pressione atriale sinistra, il punteggio KCCQ continua a presentare vantaggi.
«È davvero economico e facile da ottenere e probabilmente rappresenta un insieme di fattori» sostengono. «Individuare quale fattore anatomico sia maggiormente associato al miglioramento dello stato di salute sarebbe difficile perché probabilmente ciò è legato a una combinazione di fattori e vi sono altri fattori colti dal punteggio che non sono specifici della malattia».