Atrofia muscolare spinale: parere positivo dell’Agenzia europea del farmaco per la terapia genica di Novartis per il trattamento dei bambini con la forma più severa della malattia
E’ un grande passo in avanti per i bambini colpiti da atrofia muscolare spinale e in generale per la ricerca su nuove terapie geniche. Il comitato di esperti dell’Ema ha dato parere positivo all’approvazione di una terapia genica messa a punto da Novartis per il trattamento dei bambini con la forma più severa della malattia (SMA1) .
Noto con il nome comune di onasemnogene abeparvovec, il farmaco sarà commercializzato da Novartis con il marchio Zolgensma. Di solito l’Ema ci mette un paio di mesi per dare l’approvazione definitiva.
Più precisamente, il farmaco una volta approvato in via definitiva potrà essere impiegato nei bambini con una mutazione bi-allelica nel gene SMN1 e una diagnosi clinica di SMA di tipo 1; oppure per pazienti con SMA 5q con una mutazione bi-allelica nel gene SMN1 e fino a tre copie del gene SMN2.
L’atrofia muscolare spinale o SMA; è una rara malattia neuromuscolare genetica causata dalla mancanza di un gene SMN1 funzionale. Provoca la perdita rapida e irreversibile dei motoneuroni, influenzando le funzioni muscolari, tra cui la respirazione, la deglutizione e il movimento di base.
Zolgensma è una terapia genica una tantum progettata per affrontare la causa genetica della malattia sostituendo la funzione del gene SMN1 mancante o non funzionante. Il farmaco viene somministrato durante un’unica infusione endovenosa (IV), rilasciando una nuova copia funzionante del gene SMN nelle cellule del paziente, arrestando la progressione della malattia.
“Nelle forme più gravi della malattia, i bambini che non vengono trattati non sono in grado di alzare la testa, sedersi, stare in piedi o anche inghiottire, e in genere non sopravvivono oltre i due anni di età a meno che non siano permanentemente ventilati”, ha detto Fancesco Muntoni, professore e neurologo pediatra del Great Ormond Street Hospital for Children, Londra. “I risultati che abbiamo visto per Zolgensma fino ad oggi dallo studio clinico STR1VE mostrano un tasso di sopravvivenza impressionante alla conclusione dello studio, con la maggior parte dei pazienti in grado di stare seduti senza supporto. E attraverso il follow-up dello studio START, una media di 4,5 anni dopo, possiamo vedere il potenziale a lungo termine che questa significativa terapia genica può avere per i bambini con questa rara malattia”.
“Siamo lieti di sapere che l’Ema considera un nuovo trattamento efficace per combattere la SMA e che può portare benefici a una parte della nostra comunità. Ci affidiamo a tutte le parti interessate, affinché lavorino al meglio per farla arrivare ai pazienti senza ritardi. SMA Europe continuerà a lavorare per garantire che tutti i pazienti che vivono con la SMA in Europa abbiano la possibilità di accedere a qualsiasi trattamento che possa essere di beneficio per loro in modo tempestivo e sostenibile”, ha detto Mencía de Lemus, presidente di SMA Europe.
I dati che hanno portato all’approvazione preliminare del farmaco
Il parere positivo del Chmp si basa sugli studi STR1VE-US di Fase 3 STR1VE-US e START di Fase 1 che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di un’unica infusione endovenosa di Zolgensma in pazienti sintomatici SMA di tipo 1 di età inferiore ai 6 mesi al momento del dosaggio, che avevano rispettivamente una o due copie del gene di backup SMN2, o due copie del gene di backup SMN2. E’ in corso uno studio comparabile di Fase 3 che prende il nome di STR1VE-EU.
Zolgensma ha dimostrato una sopravvivenza prolungata senza eventi; un rapido miglioramento delle funzioni motorie, spesso entro un mese dal dosaggio; e, il raggiungimento di una pietra miliare, inclusa la capacità di stare seduti senza supporto, una pietra miliare mai raggiunta in pazienti non trattati di Tipo 1.
Ulteriori dati di supporto comprendevano i risultati intermedi dello studio SPR1NT in corso, uno studio di Fase 3, a marchio aperto, a braccio singolo, di una singola infusione endovenosa di Zolgensma in pazienti presintomatici (<6 settimane all’età di dosaggio) geneticamente definiti dalla delezione bi-allelica di SMN1 con 2 o 3 copie di SMN2. Questi dati dimostrano un rapido e adeguato all’età del paziente, rafforzando l’importanza critica dell’intervento precoce nei pazienti con atrofia muscolare spinale.
Gli effetti collaterali più comunemente osservati dopo il trattamento sono stati gli enzimi epatici elevati e il vomito. Possono verificarsi gravi lesioni epatiche acute e aminotransferasi elevate. I pazienti con compromissione epatica preesistente possono essere a rischio maggiore. Prima dell’infusione, i medici dovrebbero valutare la funzionalità epatica di tutti i pazienti mediante esame clinico e test di laboratorio. Inoltre, devono somministrare corticosteroidi sistemici a tutti i pazienti prima e dopo il trattamento e poi continuare a monitorare la funzione epatica per almeno 3 mesi dopo l’infusione.