Simone Bezzini sperimenta lo smart working e plaude al governatore Rossi che a breve vuole fare test a un terzo dei toscani
Ripartiremo?
“Ce la possiamo fare, ma con una precisazione: serve una cabina di regia che sia al tempo stesso osservatorio, ma anche finalizzatrice di azioni condivise. E’ la proposta che è venuta fuori in Camera di Commercio, dove si è già tenuta una prima riunione su che cosa fare per affrontare le problematiche economiche generate dall’emergenza cui hanno preso parte le Istituzioni e le parti sociali. Un primo terreno di lavoro, pur consapevoli dei limiti dell’azione territoriale, è stabilire un pacchetto di misure a sostegno delle famiglie e del tessuto economico che potrebbe coinvolgere Fondazione Mps, Microcredito e la Fises che ha già stanziato 4 milioni per supportare l’accesso al credito delle imprese. Seconda traccia di lavoro è quella di appoggiare con convinzione proposte come quella di indicare Siena come Centro Nazionale Antipandemie perché viatico di una ulteriore crescita del comparto delle scienze della vita. Terzo aspetto, ora che si parla di un imponente varo di opere pubbliche in Italia con pratiche sul “modello ricostruzione Ponte Morandi”, bisogna che i senesi si decidano a chiedere tutti la stessa cosa; che sia Cassia, Due Mari o Ferrovie. Quarto aspetto riguarda i fondi europei… saranno riclassificati e rimodulati, per attrarli non credo che la scelta migliore sia quella di muoversi ognuno per conto proprio E quindi…”
Ci tiene in ansia… quindi?
“Sono arciconvinto che i ruoli di maggioranza e opposizione debbano continuare a manifestarsi in quanto linfa della democrazia, ma quello che stiamo affrontando è troppo grosso. Solo chi ha visto la guerra può trovarci somiglianze. Dialettica e pluralismo devono conciliarsi con l’individuazione di tre o quattro filoni di lavoro su come affrontare l’emergenza a Siena. E su di essi serve un lavoro comune e un’unica cabina di regia. Insomma, in questa fase più che cercare palcoscenici, occorre la capacità di sedersi intorno a un tavolo e collaborare, anche se si appartiene a schieramenti diversi”.
Ha parlato del Centro Antipandemie. E’ un’iniziativa del Governatore, ma lei ci ha messo lo zampino?
“Non ho alcun merito. L’idea era già emersa due anni fa ai tempi del Governo Gentiloni. A riproporla è stato Fabrizio Landi, presidente della fondazione Toscana Life Sciences; al presidente Rossi la cosa è piaciuta e l’ha rilanciata al ministro Speranza. Alla base dell’idea c’è il riutilizzo di alcune strutture ed immobili già esistenti e vocati all’uso e c’è un indotto di aziende, sensibile a crescere e in sinergia con i circuiti internazionali, che già oggi è in prima linea contro il Covid-19: la stessa Tls, la Diesse, Gsk, Vismederi etc. Per sviluppare ulteriormente a Siena un Distretto di Scienze della Vita tutte le forze sociali dovranno lavorare unitariamente per sostenere questa idea”.
Concreto. Simone Bezzini, consigliere regionale del Partito Democratico, questa settimana parteciperà alla ripresa dei lavori del Consiglio regionale. Sospesa in precedenza l’attività dopo l’annuncio della positività al covid-19 del consigliere Scaramelli, Bezzini, come la gran parte dei suoi elettori, si è ritrovato a casa a sperimentare l’applicazione dello smart working alla politica. Come funziona?
“Premetto un augurio di pronta guarigione al collega Scaramelli. Stando a casa ho consumato tre batterie di cellulare al giorno. E’ stato continuo il contatto con cittadini, amministratori, sindacati e imprenditori, volontari. Ascoltare le persone, confrontarmi con esse su come rappresentare le istanze che arrivavano dal territorio… Una telefonata dopo l’altra… Trasmettere poi la sintesi di queste preoccupazioni trasformata in indicazioni a un unico collettore regionale, ha reso utili le mie giornate. Oltre a questo ci sono state videoconferenze, riunioni ristrette, coordinamenti per le responsabilità che ho nel Partito Democratico”.
Cosa ha fatto e sta facendo la Regione per far fronte all’emergenza e aiutare i cittadini?
“In tema di covid-19 i dati ci stanno per ora confermando un minor effetto dirompente del virus in Toscana. Credo che dipenda anche dal fatto che su questa materia la Regione ha avuto una strategia. Altre realtà hanno un po’ sbandato, risentito delle ondate emotive. Grande merito spetta al presidente Rossi, alla sua determinazione, alla chiara strategia che ha subito attuato. In primis la riorganizzazione degli ospedali, il rinvio delle non urgenze, la creazione dei reparti covid. Di seguito sono stati accresciuti i letti per terapia intensiva e varate oltre duemila nuove assunzioni di personale sanitario. Con accordi con gli operatori turistici sono nati gli alberghi sanitari, vigilati da medici e infermieri, destinati ad accogliere i convalescenti e coloro che non possono realizzare a casa un isolamento efficace; sono attualmente quattordici per una capienza di trecento posti letto. Siccome i soli tre laboratori delle aziende ospedaliere di Siena, Firenze e Pisa non erano in grado di far fronte all’enorme richiesta di analisi dei tamponi, i laboratori sono stati portati a 12 e sono in grado di esaminare 3-4 mila richieste al giorno; il totale dei tamponi è arrivato oltre i 30.000 mila e l’obbiettivo è di raggiungere 40 mila tamponi entro la fine di questa settimana. In aggiunta ad essi la Regione Toscana ha voluto credere fermamente nei test sierologici che campionano il sangue rilevando tracce di anticorpi che rappresentano una spia del virus. Ad oggi è iniziata l’esecuzione sul personale sanitario più esposto al rischio, sono stati commissionati a una realtà come la senese Diesse un milione di kit di analisi e l’idea che ha Rossi è che, completato il personale sanitario, questi test vengano compiuti su un terzo almeno della popolazione toscana. Rilevati infine grossi problemi negli approvvigionamenti di protezioni e mascherine, si è intervenuti su aziende del tessile del territorio invitandole esplicitamente a produrre tali materiali. Quello che un domani dovrà esser discusso è il fatto che settori strategici come la Sanità non possono essere lasciati al mercato, per le mascherine o per i ventilatori non si può dipendere dalla Cina”.
E per l’economia? Per il mantenimento dei posti di lavoro?
“Sui fondi la partita principale si giocherà su scala nazionale e europea. Mi auguro che l’Italia ottenga maggiore incisività dall’Europa; ad oggi i decreti del Governo Conte hanno già stanziato risorse importanti, che andranno implementate con il decreto di aprile. C’è comunque già spazio per l’interazione dell’Istituzione Regione sulla base del principio “Nessuno perda il lavoro, Nessuna impresa chiuda”. Il primo è gestire al meglio l’erogazione della cassa integrazione in deroga, ossia quella forma di Cig aggiuntiva che riguarda il sistema della piccola impresa e settori che non sono compresi normalmente tra quelli che possono beneficiare di questo ammortizzatore. Decine di migliaia di dati dovranno essere lavorati nelle prossime 2-3 settimane. Abbiamo rinviato le scadenze di marzo, aprile e maggio relative ai bolli auto e sono allo studio provvedimenti riguardo le altre imposte e altre scadenze burocratiche. Siamo già intervenuti su strumenti di supporto alle aziende perché non manchi loro la liquidità. C’era già un provvedimento recente per un pacchetto di atti per favorire l’accesso al credito che abbiamo già rimodulato confrontandoci con le Parti Sociali. Stiamo già intermediando fra datori e organizzazioni sindacali per evitare tensioni dando supporto alla stesura dei protocolli sicurezza. Poi c’è una task force istituita per cominciare a immaginare il rilancio del turismo quando sarà terminata l’emergenza sanitaria. Infine c’è da progettare un futuro che non sia solo meramente conservativo e confrontarsi con la Comunità Europea riguardo agli investimenti e alla rimodulazione delle risorse europee ”.
E sulla gente che non ha ammortizzatori e sussidi, sui mille problemi che si sono creati all’interno delle famiglie ed in capo ai singoli…
“Il Governo ha messo a disposizione dei comuni un primo stanziamento di 400 milioni di euro per garantire il soddisfacimento dei bisogni primari di coloro che sono senza tutele. La Regione sta sostenendo con l’erogazione di 3 milioni di euro le reti tra istituzioni e terzo settore per portare spesa e farmaci al domicilio degli anziani con fragilità. Pensando ai miei concittadini comunque mi viene di getto da esprimere un pensiero di ammirazione e gratitudine. Penso a prefetto, presidente della provincia e sindaci per la capacità di fare squadra. Cosa per niente scontata giacché c’era da interpretare in maniera omogenea elementi regolamentari che cambiavano ogni giorno. Penso naturalmente a tutti gli operatori della Sanità che stanno affrontando l’emergenza votati alla tutela della salute dei loro pazienti prima ancora della propria. Penso alle migliaia di volontari e a coloro che in questi frangenti stanno mostrando un altruismo che va oltre lo spirito di servizio. Penso a donne e uomini delle forze dell’ordine, dei supermercati, delle altre attività essenziali e delle stesse istituzioni che devono per prime andare avanti. Penso ai cittadini toscani che, a parte pochissimi indisciplinati, stanno affrontando la situazione con un senso di responsabilità incredibile e attaccamento alla patria”.