Sclerosi multipla, l’Fda statunitense approva ozanimod di Bristol Myers Squibb: il farmaco ha il potenziale per essere un blockbuster
Il prodotto, che sarà messo in commercio con il marchio Zeposia, è indicato per il trattamento di adulti con forme recidivanti di sclerosi multipla (RMS), tra cui sindrome clinicamente isolata, malattia recidivante-remittente e malattia secondaria progressiva attiva. Il farmaco è un modulatore del recettore della sfingosina 1-fosfato (S1P) attivo per via orale.
La società fa presente che, data la pandemia COVID-19 e la pressione che sta esercitando sul sistema sanitario statunitense, ritarderà la commercializzazione del farmaco.
L’accordo per Celgene includeva un diritto di valore contingente fino a 9 dollari legato all’approvazione della Fda di tre terapie, in particolare Zeposia e liso-cel entro la fine del 2020 e bb2121 entro il 31 marzo 2021.
La domanda di commercializzazione del farmaco per il trattamento degli adulti con SM recidivante-remittente è attualmente in fase di revisione da parte dell’Agenzia Europea per i Medicinali, con una decisione attesa nella prima metà del 2020. Bristol Myers Squibb sta inoltre studiando la Zeposia per ulteriori indicazioni immuno-infiammatorie, tra cui la colite ulcerosa e il morbo di Crohn.
Ozanimod: meccanismo di azione
È un nuovo modulatore selettivo dei recettori 1 e 5 della sfingosina 1-fosfato (S1P1 e S1P5) a somministrazione orale, in sviluppo per il trattamento di patologie immuno-infiammatorie come sclerosi multipla, colite ulcerosa e morbo di Crohn.
Si ritiene che il legame selettivo con S1P1 inibisca la migrazione verso i siti di infiammazione di specifici linfociti attivati. Il risultato è una riduzione dei linfociti T e B circolanti che porta a un effetto antinfiammatorio, senza incidere sul resto della risposta immunitaria. Si ritiene inoltre che l’associazione selettiva con S1P5 attivi cellule specifiche all’interno del sistema nervoso centrale e che abbia il potenziale per favorire la rimielinizzazione e prevenire i difetti sinaptici.
Ozanimod appartiene alla stessa classe di fingolimod rispetto al quale dovrebbe avere una migliorata sicurezza cardiovascolare, per esempio non ha effetti sulla frequenza cardiaca. Il meccanismo alla base delle presunte differenze di sicurezza può riferirsi a differenze nella selettività dei due farmaci per i sottotipi di recettori S1P. In particolare, ozanimod non si rivolge a S1P3, ma solo a S1P1 e S1P5.
L’approvazione di ozanimod da parte della FDA si basa sui dati degli studi di Fase III SUNBEAM e RADIANCE Parte B, con risultati che dimostrano che il farmaco ha dimostrato una riduzione relativa del 48% del tasso di ricaduta a un anno rispetto all’interferone beta-1a di Biogen e del 38% a due anni. Il farmaco ha ridotto il numero di lesioni cerebrali con gadolinio ponderato T1 del 63% rispetto al farmaco di controllo a un anno e del 53% a due anni.