Diabete gestazionale: un periodo più lungo di allattamento al seno è stato associato a una minore probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2
Nelle donne con una anamesi di diabete gestazionale, un periodo più lungo di allattamento al seno è stato associato a una minore probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2, nonché a un profilo metabolico del glucosio più favorevole, secondo i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care.
Le donne che hanno allattato al seno per almeno 2 anni hanno evidenziato un rischio del 27% inferiore di ammalarsi rispetto a quelle che non avevano allattato, anche dopo gli aggiustamenti per età, etnia, storia familiare di diabete, età al primo parto, fumo, qualità della dieta, attività fisica e indice di massa corporea (BMI) pre-gravidanza.
Resta da capire se si tratta di un’associazione causale e, in caso affermativo, quali meccanismi potrebbero collegare la durata dell’allattamento al seno al rischio di diabete di tipo 2, hanno scritto gli autori dello studio Sylvia Ley della Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine a New Orleans e Cuilin Zhang dello Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development, a Bethesda.
«È davvero positivo vedere confermata questa associazione a lungo termine in un campione molto ampio di donne con diabete gestazionale», ha dichiarato Erica Gunderson una epidemiologa del Kaiser Permanente Northern California, a Oakland, che ha condotto studi simili, tra cui uno pubblicato nel 2018 che ha mostrato un’associazione indipendente tra l’allattamento e un ridotto rischio di diabete nelle donne, anche se non ha mostrato segni che la presenza del diabete gestazionale influisse sulla riduzione del rischio di diabete associato all’allattamento.
Ha osservato che la gravidanza è uno stato iperlipidemico, con livelli di trigliceridi talvolta raddoppiati, probabilmente in risposta alla necessità di sostentamento della placenta e del feto in crescita. L’allattamento può aiutare a ripristinare i livelli lipidici precedenti alla gravidanza, reindirizzando i lipidi al latte materno. La ricerca sta lavorando per produrre evidenze più dirette dei cambiamenti metabolici associati all’allattamento nel periodo postpartum.
Comprendere i fattori coinvolti per prevenire il rischio
Man mano che le donne vanno incontro a cambiamenti metabolici che hanno lo scopo di soddisfare le esigenze del feto in crescita e di prepararle al parto e all’allattamento, spesso manifestano un deterioramento della sensibilità all’insulina durante la gravidanza normale. Anche se gran parte delle donne mantiene l’omeostasi del glucosio grazie a un aumento compensativo della secrezione di insulina, in alcune di esse questo meccanismo non è sufficiente, con conseguente sviluppo del diabete gestazionale, che colpisce il 5-9% delle gravidanze negli Stati Uniti, hanno riportato gli autori dello studio.
Dal momento che le donne con una storia di diabete gestazionale hanno un rischio più elevato di sviluppare il diabete di tipo 2 più avanti nella vita, è fondamentale identificare i determinanti modificabili della prevenzione del rischio di diabete di tipo 2 specifici per queste donne ad alto rischio.
Nello studio appena pubblicato, i ricercatori hanno incluso 4.372 donne con una storia di diabete gestazionale, identificate attraverso il Nurses’ Health Study II. Sono state escluse le partecipanti con una precedente storia di cancro, malattie cardiovascolari o una gravidanza multipla prima di quella durante la quale era stato diagnosticato il diabete gestazionale.
Complessivamente, 873 donne hanno sviluppato diabete di tipo 2 per un follow-up di 87.411 anni-persona. L’età media alla diagnosi del diabete gestazionale era di 31,8 anni, di 49,8 anni per le diagnosi di diabete di tipo 2.
Più dura l’allattamento, minore è il rischio
Dopo l’aggiustamento, i ricercatori hanno riscontrato un costante declino del rischio di diabete di tipo 2 all’aumentare della durata dell’allattamento: per un durata fino a 6 mesi il rapporto di rischio (HR) era di 1,05, per 6-12 mesi era pari a 0,91, per 12-24 mesi era di 0,84 e per più di 24 mesi era di 0,73 (p per il trend=0,004). L’età al primo parto, l’indice di massa corporea prima della gravidanza e l’età non hanno comportato variazioni significative dell’associazione.
L’analisi dei prelievi ematici di follow-up ha inoltre permesso di rilevare un’associazione tra un allattamento al seno più lungo (oltre 24 mesi vs 0 mesi) e una percentuale inferiore di emoglobina glicata (5,58 vs 5,68; p per la tendenza=0,04), livelli di insulina più bassi (53,1 vs. 64,7 pmol/l; p per tendenza=0,02) e livelli di peptide C inferiori (3,42 vs. 3,88 ng/ml; p per la tendenza=0,02).
«In sintesi, una maggiore durata della lattazione è associata al diabete di tipo 2 incidente e a un favorevole profilo metabolico del glucosio tra le donne di mezza età con una storia di diabete gestazionale» hanno concluso gli autori. «Un allattamento al seno prolungato dovrebbe essere incoraggiato durante la gravidanza, in particolare tra le donne con diabete gestazionale, che hanno un rischio maggiore di avere problemi di allattamento al seno dopo il parto, oltre ad avere un rischio maggiore di progredire verso il diabete di tipo 2 nel futuro. È inoltre importante comprendere i meccanismi sottostanti e i potenziali benefici aggiuntivi sulle complicanze del diabete, comorbidità e mortalità.