Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, in ansia per la stagione estiva che rischia di essere compromessa dall’emergenza Coronavirus: appello al Governo
E’ una “situazione paralizzata” quella dei balneari, che con l’estate sempre piu’ vicina sono “preoccupati” che la stagione possa andare in fumo, con gli stabilimenti costretti a rimanere chiusi a causa dell’emergenza sanitaria. L’agenzia Dire (www.dire.it) ha intervistato Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari.
– Com’e’ a oggi la condizione che sta vivendo la categoria?
“La situazione e’ paralizzata, come in tanti altri settori produttivi del nostro Paese a seguito di questa emergenza sanitaria che stiamo vivendo giorno per giorno e che ancora oggi non sappiamo come evolvera’. Vediamo delle belle giornate fuori dalla nostra finestra, percepiamo l’inizio del periodo estivo pero’ siamo impotenti, perche’ ancora oggi non riusciamo a capire come potremmo fare per l’apertura delle strutture balneari. La gente credo abbia veramente voglia, oggi piu’ che mai, di passeggiare e stare all’aria aperta, godere del sole e del mare e di quello che e’ venuto meno a causa di questi – giustissimi – provvedimenti che ci tengono tutti bloccati nelle nostre abitazioni”.
– Qual e’ il sentimento degli operatori, sentono il rischio di una stagione completamente saltata?
“Mi rapporto con colleghi di tutta Italia e avverto percezioni diverse: ci sono molti di noi che sono fiduciosi, altri che invece pensano a quelle che possono essere le conseguenze del coronavirus e anche ai rischi di contagio che corrono gli operatori stessi. C’e’ dunque una posizione di ottimismo e una invece di grande preoccupazione sia per la mancata riapertura delle attivita’ che per i rischi legati al coronavirus”.
– Proprio in queste ore Assobalneari ha inviato le sue richieste di aiuto al Governo. Puo’ spiegarci quali sono?
“Abbiamo inoltrato al governo e al presidente Conte sostanzialmente tre richieste: la prima riguarda l’applicazione a tutti i Comuni che ancora non l’hanno fatto della legge che prevede l’estensione delle concessioni al 2033, per dare certezza al futuro delle concessioni balneari italiane che oggi invece vedono la scadenza al 2020. Si tratta di una richiesta a costo zero per il governo, cosi’ come la seconda che abbiamo avanzato: escludere dall’applicazione della direttiva Bolkestein gli stabilimenti balneari e i concessionari demaniali marittimi a fini turistico-ricreativi, perche’ l’applicazione e’ errata visto che noi siamo concessionari di un bene e non di un servizio. La terza richiesta e’ di uniformare la possibilita’ di poter andare tutti nelle proprie strutture balneari per effettuare la manutenzione, la sorveglianza e la preparazione per quella che sara’, speriamo, la stagione estiva. La Regione Emilia-Romagna ha gia’ lavorato in questo senso, mentre in altre regioni ora questo non si puo’ fare. È ovvio che bisogna uniformare questo tipo di comportamento per tutte le regioni costiere”.