Rischio ludopatia con la quarantena: l’aumento delle ricerche legate al gioco d’azzardo è del 29 %. Allarme dal dato relativo ai Millennials: +31,50% rispetto allo scorso anno
La ludopatia consiste nell’impossibilità di contrastare la tentazione di giocare elevate somme di denaro, ricorrendo alle modalità più svariate per raggiungere i propri obiettivi.
In queste settimane di reclusione a causa dell’allerta mondiale per Coronavirus, la dipendenza dal gioco d’azzardo non si placa, anzi. Proprio per questo gli esperti di Guidapsicologi.it, al fine di offrire un quadro più ampio su questa problematica sociale, ha svolto un’indagine sulla ludopatia a livello nazionale confrontando sia i dati dell’anno scorso con quello attuale che quelli relativi a questo ultimo periodo di lockdown.
Il panorama che prende forma dai risultati dello studio effettuato, è decisamente poco confortante: le ricerche relazionate al problema del gioco in Italia hanno subito un aumento del 29% nell’ultimo anno. Inoltre, si registra un afflusso sempre maggiore di giocatori italiani verso casino online esteri e stranieri. Come si può leggere nel libro blu 2020 a cura dell’agenzia Dogane e Monopoli, nel 2020 sono stati inibiti 297 siti web di gioco privi della licenza ADM, quest’ultima necessaria per offrire legalmente servizi di casinò e scommesse sportive a distanza in Italia. Ad essere coinvolti sono soprattutto gli uomini appartenenti alla fascia di età compresa tra i 25 e i 44 anni. A denunciare il problema sono soprattutto le donne, che cercano una soluzione per risolvere i problemi di dipendenza del partner, che si amplificano si ripercuotono sull’intera sfera affettiva e, ora più che mai, sull’andamento della vita domestica.
Non a caso, dall’inizio del lockdown le ricerche relative a questa patologia sono triplicate. Una soluzione al problema in questo periodo di isolamento, oltre alla forza di volontà e al supporto delle persone care, è rappresentata dalla terapia online.
Un aumento generale. Preoccupano i Millennials
A livello nazionale i dati relativi alla ludopatia sono in costante aumento. Nell’ultimo anno infatti, le ricerche relazionate a questa patologia hanno registrato una crescita dell’indice percentuale del 29%. Un dato interessante che può contribuire a delineare una visione d’insieme è quello relativo alla fascia di età maggiormente coinvolta: dai 25 ai 34 anni l’aumento è del 31,5%.
La generazione dei Millennials, purtroppo vanta già altri primati allarmanti a livello sociale, e questo dato altro non fa che confermare la condizione di instabilità e mettere in luce le conseguenze estreme a cui si può arrivare a causa della precarietà, in aumento esponenziale con la pandemia del COVIT-19.
Quando a soffrire di ludopatia è il partner
La preoccupazione da parte delle donne per la dipendenza da gioco del proprio compagno è un altro dei dati analizzati in questo studio che confermano l’ampio coinvolgimento della fascia d’età 25-40 e rivelano come le conseguenze della ludopatia non si limitino al diretto interessato, coinvolgendo le persone vicine che si ritrovano ad essere vittime di menzogne, e, in alcuni casi, di furti.
A livello regionale, fa da apripista la Lombardia, che raggruppa il 26% delle ricerche totali, seguita dal Lazio con il 17% e dalla Campania con l’8%, subito dopo Puglia (7,5%) e Sicilia (7,3%).
Lockdown: amplificatore di debolezze umane
Com’è ben noto, i periodi di isolamento possono avere conseguenze importanti sulla psiche umana e sul comportamento degli individui, proprio per questo è fondamentale correre ai ripari e imparare a gestire questa nuova situazione nel miglior modo possibile.
La precarietà del sistema economico sta coinvolgendo uno dopo l’altro tutti i settori, e le persone oltre a non avere i mezzi per reagire, si trovano confinate in casa a oltranza, e in molti casi senza sapere cosa ne sarà del proprio futuro lavorativo. Da questa situazione di incertezza e angoscia che non conosce precedenti nella storia contemporanea, emergono le debolezze proprie dell’uomo, e la sua necessità di reagire, talvolta in modo compulsivo. Aumentano così le patologie legate alla psiche, tra cui la ludopatia, che spesso nasconde il desiderio di provare emozioni forti, scariche di adrenalina di cui ovviamente si sente la mancanza passando le proprie giornate reclusi tra le pareti di casa. Se alla mancanza di stimoli aggiungiamo e la crisi economica incombente e il fatto di vivere buona parte del nostro tempo online, dove le tentazioni al gioco non mancano, ecco spiegato come le ricerche relative alla ludopatia siano triplicate dall’inizio della quarantena.
Quali sono i sintomi?
Per intervenire è importante riconoscere il problema. Stando a casa tutto il giorno, condividendo spazi e tempo, identificare comportamenti fuori dall’ordinario può essere più semplice. Attenzione, una persona affetta da ludopatia soffre di almeno tre di questi sintomi:
-
Ansia e preoccupazioni: pensa continuamente al gioco e alle sue esperienze passate, presenti o frutto di sogni.
-
Assuefazione: fa puntate sempre più alte/frequenti per rivivere le emozioni.
-
Astinenza: se prova a ridurre/interrompere le sessioni di gioco diventa irrequieto o irritabile.
-
Evasione: il gioco è un modo di evadere dai problemi o migliorare lo stato d’animo.
-
Rivincita: quando perde, cerca sempre una rivincita, non smette di giocare finché non vince.
-
Menzogne: mente a famiglia, amici o psicologi per nascondere le somme perse al gioco.
-
Perdita di controllo: non riesce a diminuire o smettere di giocare, nonostante ci provi.
-
Azioni illegali: può violare la legge per ottenere soldi per giocare o recuperare perdite.
-
Mettere a repentaglio relazioni importanti: continua a giocare sapendo che può compromettere una relazione di coppia, il lavoro o qualsiasi altra cosa importante.
-
Fare affidamento su altri: ricorre a famiglia, amici o ad altre persone per farsi prestare i soldi persi al gioco o per averne ancora e continuare a giocare.