Clericus Cup ferma: zero gol, molte preghiere. Nella Settimana Santa molte le squadre “in campo” con suppliche ed invocazioni
Ormai è un coro. Senza giocare a calcio, la Clericus Cup, il Mondiale della Chiesa, promosso dal CSI fa sentire la sua voce missionaria. Una preghiera costante, nei giorni dei riti della Settimana Santa. Più alta, perché vicini alla Pasqua, che per ogni cristiano, rappresenta un traguardo, un segno di rinascita, una ripartenza. Lo sanno bene i presbiteri ed i seminaristi – giocatori, fermi per l’emergenza del Coronavirus – delle 16 squadre iscritte al torneo ecclesiastico. “Pray and Play” c’è scritto nelle loro maglie di questa 14ma edizione presentata a fine febbraio, prima che l’emergenza Covid 19 fermasse l’avvio del Mondiale della Chiesa. Ecco allora che dai collegi pontifici arrivano i gol nelle invocazioni e nelle raccomandazioni dei protagonisti.
“Oggi entriamo in campo per una importante partita della Clericus Cup, quella del ‘Pray’, giacché per il momento non c’è la possibilità del ‘Play’ – prega così innanzi alla Madonnina con indosso la maglia verdeoro dell’Alleanza Luso Brasiliana, Padre Adenis Roberto de Oliveira, parroco alla Pisana in Santa Maria della Perseveranza – per chiedere aiuto al Signore di poter sconfiggere l’attuale avversario che ci sta facendo faticare così tanto. Signore, dacci la forza e la saggezza per poter trovare il giusto schema tattico che ci porterà alla vittoria contro questo difficile avversario. Padre, sei il nostro capitano, l’allenatore, il fiato, la forza! Aiutaci in questo momento e sempre. La vittoria è sicura, ma per arrivarci dobbiamo ancora combattere”.
La supplica di Padre Adenis arriva dopo quella dell’allenatore del Sedes Sapientiae, il messicano padre Josefo Juerta, unico sacerdote presente in ogni edizione del torneo giocato nella capitale. Nella domenica delle Palme schierati i suoi in collegio a Trastevere, rispettando le debite distanze, aveva affidato al Signore la sua intenzione: “Ti chiediamo di fermare questa pandemia. Riempi delle tue benedizioni a chi si occupa di curare chi soffre di questa malattia e fa che tutti impariamo a essere migliori fratelli dei nostri fratelli e migliori figli del nostro Padre Celeste”.
A questa si era unita nel corso della Settimana Santa quella del capitano dei sacerdoti dell’Altomonte, il ghanese Eric Asare. “In questo momento particolarmente difficile ci uniamo a tutti i nostri amici che partecipano alla Clericus Cup insieme al CSI per pregare al Signore. Preghiamo specialmente per le persone colpite dal coronavirus. Il Signore ci sostenga e ci conforti. Rivolgiamo il nostro sguardo al cielo con la speranza di poter “risorgere” con Cristo nella gloria. Amen. Buona Pasqua a tutti!”.