Rinosinusite cronica associata a polipi nasali: mepolizumab efficace in fase 3 secondo i risultati dello studio SYNAPSE
Lo spettro di opzioni terapeutiche per il trattamento della rinosinusite cronica associata a polipi nasali sembra ormai prossimo ad ampliarsi con il probabile ingresso del primo farmaco biologico anti-IL5, mepolizumab, nella terapia di questa condizione.
I risultati principali provenienti dallo studio SYNAPSE, resi noti da GSK, azienda produttrice del farmaco, hanno documentato la superiore efficacia di mepolizumab vs. placebo, al top dello standard terapeutico, in più di 400 pazienti che avevano una storia pregressa di chirurgia rinosinusale (un paziente su 3 con almeno 3 interventi chirurgici pregressi per sintomatologia severa e polipi nasali di grosse dimensioni).
Mepolizumab ha soddisfatto gli outcome principali del trial, dimostrandosi in grado di indurre miglioramenti statisticamente significativi sia delle dimensioni dei polipi nasali (p<0,001) ad un anno, sia dell’ostruzione nasale (p<0,001) nel corso del periodo di follow-up compreso tra la 49esima e la 52esima settimana dall’inizio del trattamento.
Nello specifico, a seguito del trattamento con il farmaco:
- la differenza della variazione mediana rispetto al basale del punteggio totale endoscopico dei poli nasali è risultata pari a -0,73 (IC95%: -1,11; -0,34)
- la differenza della variazione mediana rispetto al basale del punteggio VAS relativo all’ostruzione nasale è stata pari a -3,14 (IC95%: -4,09; -2,18)
Non solo: il farmaco si è dimostrato efficace nel ridurre un altro endpoint secondario chiave – la probabilità di ridurre il ricorso alla chirurgia rinosinusale ad un anno (-57% vs. placebo).
Informazioni sul disegno del trial SYNAPSE
Lo studio SYNAPSE (StudY in NAsal Polyps patients to assess the Safety and Efficacy of mepolizumab) è un trial randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, della durata di 52 settimane. L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’efficacia e la sicurezza, rispetto al placebo, di una formulazione liquida di mepolizumab (100 mg), in aggiunta allo standard terapeutico, somministrata sottocute mediante siringa pre-riempita a cadenza mensile in 400 pazienti adulti con recidive di poliposi nasale bilaterale.
Questi pazienti erano individuati in base ad un punteggio medio VAS di ostruzione nasale >5 e un punteggio endoscopico pari almeno a 5 su 8, con un punteggio minimo pari a 2 per ciascuna cavità nasale.
I pazienti reclutati dovevano avere anche una storia di chirurgia pregressa per poliposi nasale negli ultimi 10 anni, essere affetti frequentemente da poliposi nonostante il trattamento con la standard terapeutico e invitati a sottoporsi a chirurgia rinosinusale.
Informazioni sulla rinosinusite cronica associata a polipi nasali (CRSwNP)
La rinosinusite cronica associata a polipi nasali (CRSwNP) è una malattia infiammatoria cronica dei seni nasali, responsabile della formazione di polipi nasali a livello della cavità nasale superiore, ed è caratterizzata dalla presenza di livelli elevati di eosinofili. Questi polipi possono crescere in entrambe le fosse nasali, dando luogo a rinosinusite cronica, una condizione che impatta in misura rilevante sulla qualità della vita dei pazienti legata a ostruzione nasale, anosmia, dolore facciale, pressione facciale e a rinorrea.
Alcuni studi hanno documentato la presenza di livelli elevati di IL-5 in pazienti con CRSwNP e che l’infiammazione eosinofilica è associata a poliposi recidivante post-chirurgica.
Lo standard attuale di trattamento è rappresentato dai corticosteroidi intranasali e, nei casi più severi, da cicli intermittenti di steroidi orali.
Nei casi più severi di malattia è indicato anche il ricorso alla chirurgia per rimuovere i polipi nasali. Tuttavia i polipi hanno un’elevata probabilità di recidivare, costringendo ad interventi chirurgici ripetuti.
Informazioni su mepolizumab
Approvato nel 2015 per l’asma eosinofilico severo, mepolizumab è il primo esponente della classe degli anticorpi monoclonali anti-IL5. Si ritiene che gli effetti del farmaco dipendano dalla sua capacità di prevenire il legame di IL5 al suo recettore presente sulle cellule eosinofile, riducendone la presenza in circolo fino a livelli considerati nella norma, in corrispondenza dei quali si ritiene siano in grado di giocare un ruolo nel mantenimento di buone condizioni di salute.
Mepolizumab è stato sviluppato per il trattamento di alcune malattie guidate dall’infiammazione eosinofila. E’ stato studiato in più di 3.000 pazienti in 21 trial clinici per un certo numero di indicazioni ed è stato approvato negli Usa, in Europa come trattamento add-on nei pazienti con asma severo eosinofilico.
L’impiego pediatrico è consentito in Europa e Usa da 6 a 17 anni. Inoltre, negli Usa, in Giappone e in Canada è stato approvato anche come terapia di mantenimento add-on nei pazienti con granulomatosi eosinofilica con poliangite.
E’ attesa per quest’anno l’avvio della procedura regolatoria finalizzata ad ottenere una nuova indicazione del farmaco per il trattamento della sindrome ipereosinofilica.
I risultati positivi ottenuti nello studio SYNAPSE sono stati accolti con entusiasmo dall’azienda responsabile dello sviluppo del farmaco, che vede in mepolizumab un’alternativa promettente di trattamento nei pazienti con CRSwNP sottoposti ad interventi frequenti di chirurgia rinosinusale, ed è intenzione di GSK di programmare l’inoltre della domanda di registrazione del farmaco per il trattamento di questa popolazione di pazienti entro l’anno in corso.
Posizionamento del farmaco rispetto alle altre molecole
Se i tempi saranno rispettati, mepolizumab sarà il primo anticorpo monoclonale anti-IL5 ad ottenere l’indicazione al trattamento della CRSwNP rispetto agli altri esponenti di questa classe (reslizumab e l’inibitore del recettore IL-5 benralizumab).
E’ della fine dello scorso anno l’approvazione da parte di Fda di un anticorpo monoclonale avente un meccanismo d’azione diverso nel trattamento di questa condizione (dupilumab), mentre dovrebbe essere prossima l’approvazione per questa indicazione di omalizumab, un altro anticorpo monoclonale con meccanismo d’azione differente rispetto agli anticorpi anti-IL5.