In aumento i casi di tumore al fegato legati all’obesità: un’analisi dell’incidenza nelle varie fasce di età suggerisce che serve più prevenzione, specialmente tra gli anziani
Obesità e disturbi metabolici sono all’origine di un aumento dei casi di tumore al fegato nel mondo. A ipotizzarlo è un gruppo di epidemiologi cinesi che ha analizzato i dati del Global Burden of Disease Study 2017, un progetto di collaborazione internazionale che raccoglie i dati di mortalità e disabilità causati dalle malattie più comuni. Negli ultimi 35 anni i casi di tumore al fegato nel mondo sono aumentati del 114 per cento. Guardando in dettaglio i tassi di incidenza nelle diverse fasce di età, si nota che l’incremento riguarda soprattutto gli uomini con più di 60 anni. Questo andamento è più accentuato nei Paesi occidentali ed è determinato principalmente da un aumento dei tumori provocati dall’accumulo di grassi nel fegato, frequente nelle persone sovrappeso e obese.
Puntare alla prevenzione
Considerando i dati globali, l’incidenza del tumore al fegato diagnosticato nei pazienti con meno di 30 anni o tra i 30 e i 59 anni è diminuita in entrambi i sessi, mentre quella nei pazienti con più di 60 anni è rimasta stabile nelle donne ed è aumentata negli uomini. Il dato favorevole osservato nei giovani e nelle persone di mezza età è, secondo gli autori, da attribuire in gran parte a una diminuzione nei Paesi a basso e medio reddito dei tumori causati dall’epatite B e C, grazie anche alla diffusione del vaccino contro il virus dell’epatite B. I tumori al fegato dovuti all’abuso di alcol sono invece aumentati in quasi un terzo dei Paesi studiati, specialmente in quelli ad alto reddito, a riprova del fatto che l’alcol è un fattore di cancerogenicità epatica importante.
Il dato più preoccupante è però l’impennata dei casi di tumore epatico dovuti alla steatoepatite non alcolica (NASH), diffusa ovunque nel mondo. La NASH è una malattia caratterizzata dall’accumulo di grassi nel fegato. Il tessuto epatico si infiamma e va incontro a processi di cicatrizzazione e di necrosi (morte di aree di tessuto) che danneggiano irreversibilmente l’organo impedendogli di svolgere adeguatamente le proprie funzioni. Non esistono farmaci in grado di curare la NASH, per cui è essenziale prevenirla.
“La quota di tumori al fegato attribuibili alla NASH aumenterà notevolmente nei prossimi 3-5 decenni se non si interverrà” ammoniscono gli autori dello studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cancer. “In attesa di terapie efficaci, i medici e coloro che si occupano di politica sanitaria dovranno dedicare attenzione al problema della steatosi epatica (il cosiddetto fegato grasso), a partire dalla prevenzione del sovrappeso.”