I Diamine si preparano a debuttare con il loro primo disco fuori il primo maggio per Maciste Dischi e Sony Music Italy: il loro racconto
Tra elettronica e cantautorato, tra ironia e giochi di parole, i Diamine si stanno ritagliando una buona posizione nella nuova scena indie pop. Duo del roaster di Maciste Dischi, Andrea e Niccolò si preparano a debuttare con il loro primo disco, ‘Che diamine’, fuori il primo maggio per Maciste Dischi e Sony Music Italy.
Quattro i singoli che lo anticipano. Ultimo in ordine cronologico ‘Via del Macello’. Andrea, ai microfoni di Diregiovani (www.diregiovani.it) in un’intervista a distanza, lo ha raccontato così: “È un brano che tratta con ironia l’incertezza e il dubbio. Il protagonista si chiede, tra le cose che sente, a quale dei suoi sentimenti può fare affidamento e quali sono indotti dall’esterno, questo è un tema che ritorna in tutto l’album”.
Pubblicare pezzi in quarantena
Com’è, però, pubblicare canzoni in quarantena? “Ti rende molto più euforico”, assicura Andrea, che alla fine dell’isolamento sogna di andare a fare un giro in moto.
Desideri a parte, la musica parla e per i Diamine e lo fa benissimo. Lo testimoniano le 50mila view su YouTube e i quasi 11mila ascoltatori su Spotify, che per una band agli inizi non è male. “Ho cercato di far uscire da ogni canzone – spiega Andrea – la sua virtù, il suo demone interiore inteso come ne parlavano i greci, la sua unicità. In fondo, anche quando ci innamoriamo lo facciamo della follia dell’altro e l’altro si innamora della nostra follia. La canzone frequenta sempre questo mondo di estrema incertezza con cui dobbiamo fare i conti e con cui dobbiamo vivere perché si parla di realtà”.
Il disco
Il disco, però, non sarà un concept album: “I concetti non ci tengono la mano quando siamo giù di morale. (Il disco, ndr) Non vive, quindi di quella razionalità lì e non ha la presunzione di avere dei messaggi da mandare al mondo. Si tratta di personalissime considerazioni su insindacabili sentimenti, non ha fili conduttori. Anzi, cerca di liberarsene ed essere un cerchio aperto che tende la mano alla comunicazione e all’esperienza, sia delle cose belle che di quelle brutte”.
Da Roma con furore, Andrea e Niccolò si preparano a questa esperienza dopo anni di gavetta e amicizia (“Siamo due strumentisti e ci conosciamo dalle scuole medie”).
La sintonia tra suono e parole, rispettivamente creati da Niccolò e Andrea, si sente tutta anche se “io critico la musica e lui critica i testi”, scherza il cantautore, che aggiunge: “in questo modo è andata bene, ci siamo sempre perdonati tutto” e alla fine “le nostre discussioni generano qualcosa di nuovo, qualcosa di utile”. Il risultato lo sentiremo a maggio nel disco di debutto del duo.