Chi è Tiger King: la storia vera di Joe Exotic, il protagonista della docu-serie Netflix condannato a 22 anni di carcere con l’accusa di tentato omicidio e crudeltà sugli animali
È diventata un piccolo caso mediatico “Tiger King: Murder, Mayhem and Madness”, o semplicemente Tiger King, la docu-serie di Netflix che racconta la storia dell’eccentrico e controverso Joseph Allen Maldonado-Passage, meglio conosciuto come Joe Exotic.
Partito in sordina, lo show si è conquistato una grande fetta di pubblico, che comprende anche star internazionali come Sylvester Stallone e Jared Leto.
Perno centrale della storia, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it), è un uomo molto particolare, autoproclamatosi “re delle tigri”, collezionista di grandi felini. Su di lui pende l’accusa di omicidio.
Ma andiamo con ordine.
Era il 1999 quando Joe Exotic trasformò una fattoria dell’Oklahoma nel Garold Wayne Exotic Animal Memorial Park, oggi conosciuto come Greater Wynnewood Exotic Animal Park, uno zoo che nel corso degli anni ha ospitato 50 specie di animali e 200 grandi felini, come tigri, leoni e puma.
I metodi di Joe erano tuttavia controversi. Nel 2000, acquisì le sue prime tigri che nutriva con cavalli che gli furono donati.
Ci volle poco per attirare l’attenzione degli attivisti per i diritti animali, come PETA, che affermò che gli animali erano affamati e venivano presi a pugni e calci, spruzzati con acqua fredda e colpiti con rastrelli e pale.
Emersero anche dei video che mostravano maltrattamenti sulle tigri e documenti che provavano la vendita di cuccioli di lemuri.
Ma il vero nemico di Joe è Carole Baskin, attivista americana per i diritti degli animali e proprietaria del santuario per animali Big Cat Rescue. Tra lei e Tiger King vi è una faida di lunga data.
La donna ha accusato più volte Joe Exotic di crudeltà sugli animali, fino ad organizzare proteste pubbliche contro i suoi metodi.
Poi, nel 2018, l’arresto. Exotic è stato incriminato dall’FBI per aver tentato di assumere un killer per assassinare Carole Baskin e per diverse violazioni delle leggi sulla fauna selvatica. Secondo l’accusa, aveva cercato di trovare qualcuno che uccidesse la sua rivale dal luglio 2016 e ne aveva discusso inconsapevolmente con un agente dell’FBI sotto copertura.
Il 22 gennaio 2020 è stato condannato a 22 anni di carcere federale.