Crollati accessi in ospedale per problemi cardiaci


Con l’emergenza Coronavirus gli accessi in ospedale per problemi cardiaci sono diminuiti del 65% ma l’incidenza degli attacchi di cuore non è calata

Con l'emergenza Coronavirus gli accessi in ospedale per problemi cardiaci sono diminuiti del 65% ma l'incidenza degli attacchi di cuore non è calata

Dall’inizio della pandemia di coronavirus, in tutto il nostro Paese, si è registrato un calo significativo del numero degli accessi in ospedale per sintomi cardiaci. Il 60-65% delle persone di fronte ad alcuni campanelli d’allarme per il cuore, nella fase di picco dell’emergenza, ha preferito restare a casa. Pochi anche i ricoveri per infarto e perlopiù tardivi.Come si spiegano questi dati? È diminuita l’incidenza di attacchi di cuore, a seguito della diffusione di Covid-19?

Purtroppo no. Anzi, come spiega il Dott. Diego Maffeo, responsabile dell’Unità di Emodinamica del dipartimento Cardiovascolare di Fondazione Poliambulanza di Brescia diretto dal Dott. Claudio Cuccia, “la naturale propensione del virus a scatenare una risposta infiammatoria di notevole intensità lo rende capace di provocare la formazione di trombi nel sangue e quindi favorire l’ostruzione dei vasi sanguigni, che siano coronarici, cerebrali, polmonari o periferici”.

La riduzione degli accessi in ospedale per problemi cardiaci va piuttostointerpretataalla luce della paura del contagio da coronavirus, con conseguenze purtroppo molto negative proprio a danno del cuore. È per questo che il cardiologo interventista Maffeo vuole fare chiarezza e invitare i cittadini a prendere scelte meditate e consapevoli.

“I dolori al cuore, che in tempi non sospetti facevano correre al Pronto Soccorso, anche a rischio di sovraffollamento, non passano con la camomilla, con qualche minuto in più di riposo e pazienza. Probabilmente il Covid-19 non riuscirà a provocare neppure la metà dei decessi annuali determinati dalle malattie cardiovascolari, che – va ricordato – rappresentano la prima causa morte nel nostro Paese. Non bisogna, perciò, sottovalutare quei sintomi che in altre condizioni metterebbero in allarme: dolore toracico, talvolta percepito come indigestione, fame d’aria improvvisa, svenimenti o capogiri, stanchezza importante ingiustificata e prolungata. Infine si sappia che gli ospedali ed il Pronto Soccorso sono sempre zone sicure, con percorsi studiati al dettaglio per proteggere chi vi viene ricoverato e che il 112 è il miglior modo per raggiungerle”.