Pazienti con obesità grave prima dell’intervento di chirurgia bariatrica hanno mostrato una maggiore distorsione dell’attenzione preconscia agli stimoli alimentari
Negli adulti sottoposti a chirurgia bariatrica per la perdita di peso, quelli con obesità grave prima dell’intervento hanno mostrato una maggiore distorsione dell’attenzione preconscia agli stimoli alimentari rispetto ai soggetti meno obesi, suggerendo che una risposta subconscia al cibo può promuovere il recupero del peso. Sono i risultati di uno studio presentato di recente al congresso annuale della Endocrine Society.
«Il comportamento alimentare è ancora troppo poco compreso» ha detto Rogério Friedman, professore di medicina interna all’Universidade Federal do Rio Grande do Sul e capo della divisione endocrina dell’Hospital de Clínicas de Porto Alegre, in Brasile. «Potrebbe essere la chiave per capire come si verifica e come si mantiene l’obesità. In particolare, il nostro studio suggerisce che i fenomeni comportamentali e cognitivi permangono anche dopo un trattamento piuttosto radicale come la chirurgia bariatrica, e che possono aiutare a spiegare a spiegare il successo terapeutico o meno nel medio e lungo termine».
Individuare la distorsione dell’attenzione
Per i soggetti con una dipendenza patologica, ogni stimolo che ha a che fare con le sostanze d’abuso può innescare il bisogno e la ricerca della sostanza. La particolare attenzione rivolta a questi stimoli scatenanti è un fenomeno cognitivo definito “distorsione dell’attenzione”.
«La distorsione dell’attenzione agli stimoli alimentari visivi è una delle componenti cognitive che sembrano contribuire all’insorgenza e al decorso dell’obesità», ha detto Friedman.
I ricercatori hanno analizzato i dati di una coorte di 59 adulti obesi sottoposti a bypass gastrico Roux-en-Y (ricostruzione esofago-digiunale su ansa a Y secondo Roux) tra il 2010 e il 2016 (BMI medio prima dell’intervento 49,7 kg/m²). Hanno valutato le informazioni sull’impulsività, sul Binge Eating Disorder (BED, detto anche disturbo da alimentazione incontrollata) e sulla distorsione dell’attenzione, utilizzando il metodo di attività computerizzato dot-probe (un test usato dagli psicologi cognitivi per valutare l’attenzione selettiva).
«Sullo schermo del computer vengono mostrate due immagini in sequenza, la prima delle quali è cibo, mentre la seconda non riguarda un soggetto alimentare ma comprende elementi visivi che ricordano il cibo» ha detto Friedman durante la presentazione. Ogni coppia di immagini viene mostrata per 100, 500 o 2000 millisecondi, dove le diverse durate corrispondono alle tre fasi dell’attenzioni: 100 secondi servono per valutare l’attenzione automatica, 500 quella preconscia (la zona di confine in cui non si è sempre consci, ma può essere richiamata facilmente all’attenzione, come i ricordi e i desideri o le emozioni a essi associati) e 2000 l’attenzione cosciente».
Quando le immagini scompaiono, lasciano una freccia sotto l’immagine del cibo o sotto quella non alimentare, quindi il partecipante deve scegliere una delle frecce tramite una tastiera. Se tende a selezionare più spesso le immagini degli alimenti, allora siamo in presenza di una distorsione dell’attenzione, ha spiegato.
Il 91,5% dei soggetti nella coorte ha ottenuto un punteggio superiore alla soglia per il disturbo da alimentazione incontrollata e il 76,3% ha superato la soglia per l’impulsività. Il BMI medio dopo l’intervento chirurgico era di 33,6 kg/m² e il tempo di follow-up postoperatorio alla valutazione ha avuto una durata di 47,76 mesi.
Attenzione preconscia nell’obesità grave
Nel complesso il campione ha mostrato distorsioni dell’attenzione alimentare quando gli stimoli alimentari sono stati esposti per 2000 millisecondi, indicando una predominanza dell’attenzione cosciente nei riguardi degli stimoli di tipo alimentare (p=0,025).
Effettuando analisi stratificate per lo stato di obesità grave, definita da un BMI di almeno 50 kg/m², rispetto agli obesi meno gravi prima dell’intervento chirurgico i ricercatori hanno rilevato un livello più elevato di distorsione dell’attenzione alimentare nei soggetti con obesità grave prima della chirurgia bariatrica quando venivano esposti a stimoli alimentari per 500 millisecondi, indicando la presenza di un’attenzione preconscia agli stimoli alimentari (p=0,008).
«All’inizio pensavamo che la distorsione dell’attenzione sarebbe stata ancora presente in tutti i partecipanti dopo l’intervento chirurgico e in tutte e tre le fasi dell’attenzione», ha affermato Friedman. «Siamo stati sorpresi di scoprire che la distorsione dell’attenzione cosciente è presente nella maggior parte dei pazienti, mentre quella preconscia è più tipica della fase più grave della malattia. Questo risultato fa pensare che potrebbero essere in atto fenomeni inconsci che spingono i pazienti originariamente gravemente obesi ad alimentarsi in modo sbagliato e a riguadagnare peso».