Il Coronavirus potrebbe salvare la vita al pangolino, il mammifero più trafficato del mondo: centinaia di migliaia di esemplari vengono uccisi ogni anno per la loro carne
Timido, innocuo e unico nel suo genere. Sebbene sconosciuto a molti, il pangolino è famoso per un motivo: si ritiene che, escluso l’uomo, sia il mammifero più trafficato del mondo. Un triste primato che adesso, con l’emergenza del Covid-19, potrebbe ribaltarsi.
Oltre ad essere ucciso per le sue squame, usate nella medicina tradizionale cinese come spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it), la sua carne è una delle prelibatezze della cucina del sud-est asiatico.
Anche se la fonte è sconosciuta, diversi esperti ritengono che il nuovo coronavirus si sia generato da un animale. E il pangolino è finito proprio in cima alla lista dei candidati papabili.
Tutte e otto le specie di pangolino sono protette dalle leggi nazionali e internazionali, ma c’è ancora un crescente traffico illegale internazionale.
Se il pangolino si rivelerà fonte dell’infezione, si potrebbero inasprire le misure anti-commercio, salvando di conseguenza un numero sempre maggiore di esemplari.
Che cos’è il pangolino?
Non solo il pangolino è un mammifero, anche se strano pensarlo, ma è anche l’unico mammifero completamente coperto di squame di cheratina, che usa per proteggersi dai predatori in natura. Se minacciato, il pangolino si chiude formando una palla, e utilizza la coda per attaccare.
Animale notturno, il pangolino si nutre principalmente di formiche e termiti (da qui il soprannome formichiere squamoso) che cattura usando la sua lingua lunga e appiccicosa.
Delle otto specie di pangolino, tre sono elencate in pericolo di estinzione, tre sono elencate come in via di estinzione e due sono elencate come vulnerabili nella Lista rossa delle specie minacciate dell’Unione internazionale per la conservazione della natura.