Donne nate con cesareo più a rischio diabete e obesità


Le donne nate con parto cesareo corrono un rischio maggiore di sviluppare obesità e diabete di tipo 2 da adulte rispetto a quelle nate con parto vaginale

Le donne nate con parto cesareo corrono un rischio maggiore di sviluppare obesità e diabete di tipo 2 da adulte rispetto a quelle nate con parto vaginale

Rispetto alle donne nate con un parto vaginale, in quelle nate con un parto cesareo è emerso un rischio del 46% superiore di sviluppare il diabete di tipo 2 e dell’11% maggiore di diventare obese in età adulta. Sono i risultati di uno studio prospettico statunitense pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.

Ogni anno negli Stati Uniti vengono eseguiti più di 1,2 milioni di parti cesarei, fatto che rende questa procedura chirurgica ospedaliera la più comune e utilizzata in quasi un terzo delle nascite a livello nazionale.

Quando indicato, il parto cesareo è un intervento salvavita per la madre e il feto, ma come tutte le procedure chirurgiche non è esente da rischi. Le donne senza fattori di rischio medici o ostetrici per complicanze legate al parto che si sottopongono a un parto cesareo pianificato presentano, rispetto al parto vaginale, un rischio 3 volte superiore di complicanze quali arresto cardiaco, isterectomia, infezione puerperale e tromboembolia.

Per i neonati il rischio immediato più comune è una frequenza più elevata di complicanze respiratorie. Molti parti cesarei eseguiti negli Stati Uniti non hanno inoltre una chiara indicazione, motivo per cui le principali organizzazioni professionali hanno sostenuto che i potenziali rischi per madri e neonati possono essere ampiamente prevenibili riducendo la frequenza complessiva del parto cesareo primario.

«I risultati del nostro studio suggeriscono che la relazione identificata in precedenza tra parto cesareo e obesità infantile può estendersi fino all’età adulta e lo stesso vale per le condizioni di salute correlate all’obesità che si osservano principalmente negli adulti, come il diabete di tipo 2», ha affermato il primo autore Jorge Chavarro, professore di nutrizione, epidemiologia e medicina presso la Harvard School of Public Health e la Harvard Medical School.

Rischio maggiore di diabete e obesità 
I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 33mila donne nate tra il 1946 e il 1964 che hanno partecipato al Nurses’ Health Study II (NHS-II), uno studio di coorte prospettico istituito nel 1989 e ancora in corso, che all’inizio aveva arruolato circa 116mila infermiere di età compresa tra 24 e 44 anni. Le madri delle partecipanti incluse nella nuova analisi hanno fornito informazioni sul tipo di parto e sulle caratteristiche della gravidanza, aggiornando ogni due anni le informazioni sul peso corporeo e sullo stato del diabete di tipo 2. Sulla base di questi dati sono stati stimati i rapporti di rischio per l’obesità e il diabete nelle donne nate con parto normale o cesareo.

All’interno della coorte il 3,3% delle donne erano nate con parto cesareo e, dopo un follow-up di 1.913.978 anni-persona, i ricercatori hanno scoperto che il 36,6% di queste era obesa e il 6,1% aveva ricevuto una diagnosi di diabete di tipo 2.

Dall’analisi è emerso che le donne nate con parto cesareo avevano maggiori probabilità di essere classificate come obese rispetto alle donne nate con parto vaginale (RR 1,11). L’ hazard ratio (HR) rettificato per il diabete di tipo 2 tra le donne nate con parto cesareo rispetto a quelle nate con parto vaginale era di 1,46 e l’associazione persisteva anche dopo un ulteriore aggiustamento in base all’indice di massa corporea (RR 1,34). Anche l’aggiustamento per l’allattamento non ha modificato l’associazione.

«I risultati sono stati coerenti anche dopo numerosi aggiustamenti per i potenziali fattori confondenti, suggerendo che possa trattarsi di una vera associazione biologica con la nascita per parto cesareo», hanno scritto i ricercatori. «Non possiamo affermare se questi risultati siano applicabili agli uomini o alle nascite recenti, dato che oggi il ricorso al parto cesareo è sostanzialmente più elevato».

Un argomento da approfondire

Chavarro ha fatto presente che l’American College of Obstetricians and Gynecologists e la Society for Maternal-Fetal Medicine già sostengono la prevenzione del parto cesareo primario come mezzo per ridurne il tasso complessivo. «I risultati del nostro studio evidenziano la necessità di essere ancora più vigili nel ridurre il ricorso al parto cesareo, soprattutto in assenza di una chiara indicazione ostetrica o medica, poiché gli effetti negativi sulla salute della prole potrebbero manifestarsi anche decenni dopo».

«Questi dati devono essere interpretati con cautela -ha continuato- dato che è la prima volta che viene segnalata un’associazione con il diabete di tipo 2 e solo pochissimi studi hanno valutato il legame con le anomalie metaboliche correlate all’obesità. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questa correlazione e comprendere i meccanismi biologici alla base dell’associazione tra il parto cesareo e l’aumento del rischio di obesità nella prole e di diabete di tipo 2 in età adulta».