Dermatite atopica nei neonati, crisaborolo sicuro ed efficace secondo uno studio di fase IV pubblicato sull’American Journal of Clinical Dermatology
L’unguento a base dell’inibitore della fosfodiesterasi 4 crisaborolo si è dimostrato efficace e ben tollerato nel trattamento dei neonati con dermatite atopica da lieve a moderata. Sono gli esiti di uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Dermatology.
«La dermatite atopica colpisce i pazienti di tutte le età ed è una delle dermatosi infantili più comuni, croniche e recidivanti, con un impatto sul 15-30% della popolazione pediatrica statunitense» hanno scritto il primo autore dello studio Joel Schlessinger e colleghi dell’Advanced Skin Research Center di Omaha, in Nebraska. «Circa il 60% dei pazienti manifesta i primi segni e sintomi entro il primo anno di vita e in molti casi l’attività della malattia persiste fino all’età adulta».
La dermatite atopica ha un impatto molto negativo sulla qualità della vita correlata alla salute dei pazienti pediatrici, provocando disturbi del sonno, cambiamenti di umore e alterazione del comportamento psicosociale. Sono pochi i farmaci approvati per il trattamento dei bambini di età inferiore ai 2 anni che soffrono della malattia, e alcuni presentano problemi di sicurezza, con un conseguente alto grado di insoddisfazione da parte di questa popolazione di pazienti.
Poche opzioni terapeutiche per i bambini
I farmaci da prescrizione normalmente raccomandati per trattare la dermatite atopica sono i corticosteroidi topici e gli inibitori topici della calcineurina, in gran parte non approvati per l’uso nei neonati di età inferiore ai 2 anni. I primi possono essere usati in modo intermittente per le riacutizzazioni, ma non sono raccomandati per un uso prolungato per via dei potenziali effetti collaterali locali e sistemici.
Gli inibitori topici della calcineurina sono stati associati a bruciore nel sito di applicazione e attualmente negli Stati Uniti hanno un’avvertenza relativa al rischio di neoplasie. Di conseguenza -hanno premesso gli autori- sono necessarie ulteriori opzioni per trattare i segni e i sintomi della malattia e per migliorare la qualità della vita correlata alla salute, in particolare nei bambini.
La fosfodiesterasi 4 (PDE4) è un enzima intracellulare non recettoriale che modula l’infiammazione e l’integrità epiteliale attraverso la degradazione dell’adenosina monofosfato ciclico (cAMP) ed è iperattivata nella dermatite atopica. Il crisaborolo è un inibitore della PDE4 che agisce sopprimendo il rilascio di citochine pro-infiammatorie e, grazie al basso peso molecolare, penetra facilmente l’epidermide. L’esposizione a un assorbimento sistemico dipende dalla superficie cutanea trattata, ma il farmaco viene rapidamente inattivato limitando il rischio di effetti collaterali.
A partire dal gennaio 2020, l’unguento contenente crisaborolo al 2% è stato approvato per il trattamento della dermatite atopica da lieve a moderata per i pazienti di età ≥ 2 anni negli Stati Uniti, in Australia, in Canada e in Israele.
Buone efficacia e sicurezza
Lo studio di fase IV CrisADe CARE 1, multicentrico, in aperto, a braccio singolo, ha valutato la sicurezza, l’efficacia e la farmacocinetica di un unguento a base di crisaborolo in 137 bambini di età compresa tra 3 e 24 mesi con dermatite atopica lieve/moderata, trattati due volte al giorno per 28 giorni. Durante il trattamento, i pazienti sono stati valutati al giorno 1 (basale) e ai giorni 8, 15, 22 e 29. Nei giorni da 26 a 57, il follow-up è stato effettuato tramite visite telefoniche.
Il successo terapeutico, misurato in base all’Investigator’s Static Global Assessment e definito come pelle libera o quasi libera da lesioni con un miglioramento di almeno due gradi rispetto al basale, è stato raggiunto dal 20% dei pazienti al giorno 8 e dal 30,2% al giorno 29. Inoltre, i miglioramenti nel sonno e nel prurito si sono mantenuti per l’intera durata dello studio.
Gli eventi avversi emergenti dal trattamento per tutte le cause sono stati riportati nel 64,2% dei pazienti, il 98,9% dei quali è stato classificato come di grado lieve o moderato. Sono stati segnalati eventi avversi correlati al trattamento nel 16,1% dei partecipanti, in particolare dolore nel sito di applicazione (3,6%), fastidio nel sito di applicazione (2,9%) ed eritema (2,9%).
Per quanto riguarda la farmacocinetica, «l’esposizione a crisaborolo è risultata paragonabile a quella nei pazienti di età pari o superiore a 2 anni osservata negli studi precedenti» hanno fatto presente gli autori.
«La sicurezza e l’efficacia dimostrata dal trattamento sono stati coerenti con quanto già osservato nei precedenti trial in pazienti di età pari o superiore a 2 anni» hanno concluso. «Nel complesso i risultati di questa sperimentazione mostrano che crisaborolo può rappresentare un’opzione di trattamento sicura ed efficace per i bambini di età compresa tra 3 e 24 mesi».