Esofagite eosinofila: l’American Gastroenterological Association (AGA) ha realizzato le nuove linee guida con le raccomandazioni sul trattamento di bambini e adulti
L’American Gastroenterological Association (AGA), in collaborazione con la Joint Task Force for Allergy-Immunology, ha realizzato le nuove linee guida che forniscono le raccomandazioni sul trattamento di bambini e adulti con esofagite eosinofila. Il documento è stato pubblicato congiuntamente sulla rivista Gastroenterology e sugli Annals of Allergy, Asthma & Immunology.
L’esofagite eosinofila è una malattia infiammatoria cronica rara che coinvolge l’esofago, caratterizzata da un notevole accumulo di eosinofili, una tipologia di globuli bianchi in genere coinvolti nelle risposte immunitarie agli allergeni o alle infestazioni parassitarie. Gli eosinofili si infiltrano nell’epitelio dell’esofago, causando l’insorgenza di sintomi gastrointestinali quali difficoltà di deglutizione, sensazione di arresto del cibo nell’esofago, che spesso porta a dover masticare il cibo a lungo o bere molta acqua per poter inghiottire, e più raramente reflusso, nausea, vomito e dolore addominale.
Il paziente che ne soffre alterna periodi di remissione a periodi di malattia in fase acuta. L’esofagite eosinofila può colpire le persone di qualunque età, ma insorge spesso nei bambini e nei giovani adulti. I maschi sono più soggetti delle femmine e la prevalenza aumenta notevolmente negli individui con allergie ad antigeni inalatoria, come pollini o acari della polvere, oppure agli alimenti.
«Negli ultimi due decenni, l’esofagite eosinofila è emersa come la causa principale della difficoltà di deglutizione in tutto il mondo», ha dichiarato il primo autore del documento congiunto, Ikuo Hirano, della Northwestern University Feinberg School of Medicine. «Le raccomandazioni che abbiamo delineato guideranno gli allergologi e i gastroenterologi nella gestione efficace dei loro pazienti per migliorarne la qualità di vita. È necessario comprendere in modo più approfondito la storia naturale di questa malattia sia nei bambini che negli adulti, in modo da supportare al meglio le decisioni cliniche sull’uso ottimale del monitoraggio della malattia e della terapia di mantenimento a lungo termine».
Principali raccomandazioni
Le linee guida forniscono raccomandazioni basate sull’evidenza applicabili al trattamento a breve termine, dal momento che si basano su evidenze di studi di durata compresa tra 2 e 16 settimane.
Steroidi topici come trattamento di prima linea
Per i pazienti con esofagite eosinofila, l’AGA ha raccomandato l’impiego di steroidi topici rispetto all’assenza di trattamento. Si tratta dell’unica forte raccomandazione fornita nelle nuove linee guida.
Gli autori hanno identificato otto studi che hanno messo a confronto il trattamento con fluticasone o budesonide per via topica con il placebo. In queste ricerche gli steroidi topici non sono riusciti a indurre la remissione istologica in circa un terzo dei pazienti, rispetto a oltre l’85% di quelli sottoposti a placebo (RR=0,39). La terapia con steroidi topici non ha inoltre evidenziato un aumento del rischio di effetti collaterali.
Anche se non vi sono farmaci approvati dalla Fda per la terapia dell’esofagite eosinofila, gli steroidi topici sono regolarmente utilizzati nella gestione clinica della malattia e sono considerati sicuri nei pazienti che soffrono di asma. Le linee guida li raccomandano rispetto agli steroidi per via sistemica.
PPI, terapia dietetica e dilatazione esofagea
Anche se circa i due terzi dei pazienti con esofagite eosinofila non rispondono a questo tipo di terapia, rispetto a oltre l’85% di quelli sottoposti a plecebo (R=0,66), gli inibitori della pompa protonica hanno ricevuto una raccomandazione condizionale.
«I PPI rappresentano un’opzione terapeutica primaria efficace per alcuni pazienti» hanno scritto gli autori. «In base al loro profilo di sicurezza dimostrato da molti anni di utilizzo e alla facilità di somministrazione, i pazienti possono preferire iniziare con questo tipo di terapia, prima di passare agli steroidi o alle diete di eliminazione».
Hanno comunque raccomandato l’adozione una dieta di eliminazione empirica a sei alimenti e una dieta di eliminazione basata sui test allergologici piuttosto che l’assenza di trattamento. Nei pazienti con stenosi esofagea, se necessaria viene raccomandata la dilatazione esofagea periodica in combinazione alle terapie mediche e dietetiche.
Terapie biologiche
Prima di poter raccomandare terapie biologiche mirate, gli autori ritengono che siano necessarie ulteriori ricerche. Questi trattamenti sono attualmente in fase di valutazione e si fa presente che agenti come l’anti-interleuchina (IL) 5, l’anti-IL-13 e l’anti-recettore alfa della IL-4 dovrebbero essere utilizzati solo nel contesto di uno studio clinico.