Da 39 anni in Giappone la popolazione infantile continua a diminuire: è il dato più basso tra i 32 Paesi con una popolazione superiore a 40 milioni
La popolazione infantile stimata in Giappone è calata per il 39esimo anno consecutivo a un livello record, nonostante gli sforzi del governo per affrontare il problema. Il numero di bambini di età pari o inferiore a 14 anni era di 15,1 milioni al primo aprile, in calo di 200.000 rispetto al 2019, ovvero il dato più basso da quando sono disponibili dati comparabili nel 1950, secondo quanto riportato dal ministero degli Affari interni e delle comunicazioni.
Il rapporto tra i bambini e la popolazione complessiva è sceso per il 46mo anno consecutivo a un minimo record del 12%, inferiore al 12,4% della Corea del Sud e il più basso tra i 32 Paesi con una popolazione di 40 milioni o più, secondo l’Annuario demografico delle Nazioni Unite. Al contrario, le persone di età pari o superiore a 65 anni rappresentano il 28,6% della popolazione giapponese.
La popolazione infantile in Giappone raggiunse il suo picco storico di 29,89 milioni nel 1954. Il numero è aumentato rapidamente intorno agli inizi degli anni 70, ma ha continuato a diminuire dal 1982 in poi.
Il primo ministro Shinzo Abe, spiega l’agenzia Dire (www.dire.it), si è impegnato ad affrontare il problema dell’invecchiamento della popolazione attuando misure per promuovere l’emancipazione delle donne nella società e aumentare il numero di strutture di assistenza all’infanzia. Il governo ha fissato l’obiettivo di innalzare il tasso di fertilità totale – il numero medio di bambini nati da una donna – a 1,8 entro la fine del 2025, da 1,42 del 2018. Tra le 47 prefetture del Paese, Tokyo è stata l’unica che ha visto un aumento del numero di bambini, con 1,55 milioni, più del 20% del numero più basso di 70.000 registrato nella prefettura di Tottori, nel Giappone occidentale.