Siria, Amnesty: “A Idlib crimini di guerra, non fermare aiuti”. Il nuovo rapporto esamina in dettaglio 18 casi, la maggioranza dei quali tra gennaio e febbraio 2020
Amnesty International in un report accusa le forze siriane del presidente Bashar Al-Assad di crimini di guerra a partire da “attacchi deliberati contro i civili” registrati nei primi mesi del 2020. Allo stesso tempo, l’ong rivolge un appello alle Nazioni Unite affinche’ non sia interrotto il flusso degli aiuti umanitari nell’area.
Il nuovo rapporto di Amnesty ‘Nessun luogo e’ sicuro per noi’: attacchi illegali e sfollamenti di massa nella Siria nordoccidentale’, esamina in dettaglio 18 casi, la maggioranza dei quali tra gennaio e febbraio 2020, durante i quali le forze governative siriane e/o russe hanno mirato a strutture sanitarie e scuole nella provincia di Idlib, in quella occidentale di Aleppo e in quella nord-occidentale di Hama.
Di conseguenza, prima del cessate il fuoco del 5 marzo, quasi un milione di persone a Idlib, molte delle quali erano state gia’ sfollate piu’ volte, e’ stato costretto a scappare di nuovo e ha passato gli ultimi mesi in condizioni disumane.
Alla luce di questa situazione, la ong teme che gli aiuti umanitari inviati dalle Nazioni Unite in quelle aree possano cessare o essere limitati, se la risoluzione che scadra’ il 10 luglio non sara’ rinnovata oppure se sara’ modificata a svantaggio delle popolazioni di Idlib.
Come spiegano ancora i responsabili, a luglio del 2014 il Consiglio di sicurezza dell’Onu approvo’ all’unanimita’ una risoluzione che autorizzava gli aiuti transfrontalieri nella Siria nordoccidentale e in altre aree del paese sotto il controllo dei gruppi armati d’opposizione, senza necessita’ di consenso da parte del governo siriano. Da allora, la risoluzione e’ stata ripetutamente prorogata, sebbene abbia incontrato grandi difficolta’ negli ultimi anni e ne sia stato ridotto l’ambito di applicazione a gennaio 2020.
Secondo Amnesty, il governo siriano e i suoi alleati starebbero tentando di mettere fine a questo meccanismo e di far passare gli aiuti, invece, attraverso Damasco, il che renderebbe molto difficile per l’Onu e per i suoi partner umanitari la consegna di aiuti in maniera tempestiva e consistente.
Per confermare i suoi sopetti, la ong denuncia che dal 2014 il governo ha continuamente cercato di limitare le operazioni assistenziali attraverso prescrizioni di natura burocratica.
Inoltre, ha “bandito” e perseguitato volontari con legami con le aree sotto il controllo dell’opposizione. Gruppi armati come Hay’at Tahrir al-Sham hanno anche ostacolato le organizzazioni umanitarie nello svolgimento concreto delle proprie attivita’.
Per redigire il rapporto da cui emergerebbe che l’esercito di Damasco ha commesso crimini di guerra, Amnesty International riferisce di aver intervistato 74 persone tra cui sfollati, insegnanti, medici e operatori umanitari. A conferma dei racconti dei testimoni, video e foto unitamente ad analisi di immagini satellitari realizzate da esperti, segnalazioni di persone che monitoravano la direzione dei voli da terra e comunicazioni di volo delle forze aeree siriane. Queste registrazioni audio delle trasmissioni dalle cabine di pilotaggio di aerei da guerra forniscono importanti prove del coinvolgimento delle forze militari russe in almeno un attacco illegale che ha messo fuori uso un ospedale.
Dal report, spiega l’agenzia Dire (www.dire.it), emerge che gli attacchi siriani o russi hanno danneggiato o distrutto 10 strutture sanitarie a Idlib e Aleppo tra dicembre 2019 e febbraio 2020, uccidendo nove tra medici e altro personale. Decine di strutture sanitarie hanno dovuto chiudere tutte insieme.
Quanto alle scuole, Amnesty cita l’ong siriana Hurras Network (Rete siriana per la protezione dei bambini), secondo cui sono state 28 le scuole colpite da attacchi aerei e di terra tra gennaio e febbraio 2020. Dieci le scuole colpite in una sola giornata, il 25 febbraio, provocando l’uccisione di nove civili.
Amnesty International ha svolto indagini sugli attacchi commessi su sei scuole in questo periodo durante il quale le forze siriane hanno anche utilizzato barili bomba sganciati per via aerea e bombe a grappolo sparate da terra contro due scuole, rispettivamente il 28 gennaio e il 25 febbraio.