Diabete di tipo 2, dulaglutide più efficace a dosi più elevate senza incidere sulla tollerabilità: i dati dello studio AWARD-11 pubblicato sul Journal of the Endocrine Society
Gli adulti con diabete di tipo 2 scarsamente controllato assegnati a dosi sperimentali più elevate del GLP-1 agonista dulaglutide, hanno mostrato miglioramenti nella risposta glicemica e nel peso corporeo superiori rispetto a quelli trattati con la dose attualmente approvata di 1,5 mg a settimana, senza che siano stati osservati nuovi segnali di sicurezza. Sono gli esiti dello studio AWARD-11 pubblicato sul Journal of the Endocrine Society.
«Per i pazienti trattati con dulaglutide e che non raggiungono gli obiettivi terapeutici desiderati, aumentare la dose oltre 1,5 mg a settimana può aiutarli a raggiungere i propri obiettivi senza assumere ulteriori ipoglicemizzanti» ha dichiarato l’autore principale Juan Pablo Frias, direttore medico del National Research Institute di Los Angeles. «È importante notare che le dosi sperimentali da 3 mg e 4,5 mg non sono attualmente approvate da parte degli enti regolatori».
Lo studio di dose-escalation AWARD-11
Nel trial di fase III randomizzato e in doppio cieco denominato AWARD-11, i ricercatori hanno analizzato i dati di 1.842 adulti con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato con metformina (età media 57 anni, durata media del diabete 7,6 anni, emoglobina glicata media 8,6%, indice di massa corporea medio 34,2 kg/m²), assegnati in modo casuale a ricevere una singola somministrazione settimanale di dulaglutide iniettabile alle dosi di 1,5 mg (n=612), 3 mg (n=616) e 4,5 mg (n=614) per 36 settimane. Tutti i partecipanti hanno iniziato la terapia con dulaglutide 0,75 mg una volta a settimana per 4 settimane, seguita da un aumento graduale della dose ogni 4 settimane fino a raggiungere i dosaggi finali previsti nella sperimentazione.
Per le analisi di efficacia sono state utilizzate una stima di efficacia, definita come i risultati del trattamento senza farmaci di salvataggio, e una stima del regime di trattamento, definita come l’insieme di tutti i dati indipendentemente dall’aderenza alla terapia o dall’impiego di farmaci di salvataggio.
Dosi maggiori più efficaci e ben tollerate
Utilizzando la stima dell’efficacia, i ricercatori hanno scoperto che le dosi di dulaglutide da 3 mg e 4,5 mg erano superiori a 1,5 mg nel modificare i livelli di emoglobina glicata (HbA1c) rispetto al basale. Le riduzioni medie dal basale sono state dell’1,53% per la dose di 1,5 mg, 1,71% per quella da 3 mg (p=0,003) e 1,87% con 4,5 mg (p<0,001).
La percentuale di partecipanti che hanno raggiunto una HbA1c del 7% era del 57% per il gruppo 1,5 mg, 65% per il gruppo 3 mg (p=0,006) e 71% per il gruppo 4,5 mg (p<0,001). Le riduzioni del peso corporeo medio rispetto al basale erano di 3,1 kg per il gruppo 1,5 mg, 4 kg per il gruppo 3 mg (p=0,001) e 4,7 kg per il gruppo 4,5 mg (p<0,001).
Utilizzando la stima del regime di trattamento, tutte i dosaggi di dulaglutide hanno ridotto i livelli di HbA1c e il peso corporeo, ma solo la dose da 4,5 mg ha mostrato una superiorità rispetto a quella da 1,5 mg.
«È importante sottolineare che l’impiego di queste dosi più elevate non ha comportato differenze clinicamente rilevanti in termini di sicurezza o tollerabilità», ha precisato Frias. Gli eventi avversi più comunemente riportati con tutti i dosaggi sono stati di tipo gastrointestinale. L’interruzione del trattamento a causa di eventi avversi nel corso di 36 settimane è stata bassa e simile tra i gruppi di dosaggio.
«Siamo incoraggiati da questi dati e dalla possibilità, per quanti vivono con il diabete di tipo 2 e che potrebbero aver bisogno di migliorare il loro trattamento, di fornire delle opzioni basate sulla loro esperienza consolidata con dulaglutide» ha commentato il responsabile dello sviluppo in Lilly Dawn Brooks.
In un comunicato stampa l’azienda ha dichiarato che i risultati a 52 settimane erano coerenti con quelli a 36 settimane e che in un secondo momento saranno resi noti ulteriori dettagli. I risultati del trial AWARD-11 sono stati sottoposti alle autorità regolatorie statunitensi ed europee per valutazione.