Competere.Eu attacca: il Governo rinuncia a 1,2 miliardi di euro nel triennio 2020-22 per privilegiare il settore del tabacco riscaldato
“Mentre molti italiani si stanno sacrificando altri continuano a godere di un ingiustificato privilegio. I produttori di tabacco riscaldato per esempio, beneficiano di uno sconto fiscale significativo che non è concesso a nessun altra attività produttiva. Eliminare questo privilegio sarebbe un atto di equità nei confronti dei cittadini e un’occasione per lo Stato di ottenere importanti risorse, riducendo il ricorso al deficit e al conseguente indebitamento che si abbatterà sulle future generazioni. I privilegiati tornerebbero ad essere cittadini come tutti noi”.
Così Pietro Paganini, Presidente di Competere.Eu (www.competere.eu) durante la presentazione dello studio “Tabacco Riscaldato: Un Privilegio Incomprensibile” che è stato condiviso con le Commissioni Bilancio e Affari Sociali della Camera dei Deputati e il Presidente Giuseppe Conte.
Secondo lo studio, realizzato da Competere.Eu, il Governo sta rinunciando a 300 milioni di introiti nel 2020, 400 per il 2021, e 500 per il 2022 per privilegiare il settore del tabacco riscaldato, e in particolare le multinazionali.
L’accisa applicata ai prodotti del tabacco riscaldato, infatti, è stata dimezzata ancora una volta nel 2019 ed oggi è pari al 25% dell’accisa media sulle sigarette tradizionali. Sono state così sottratte risorse allo Stato superiori ai 500 milioni di euro nel tra il 2017 e il 2019. Per quale ragione? Non è ben chiaro, dal momento che non è ancora stato confermato dall’Istituto Superiore di Sanità o dal Ministero della Salute, come da nessun altra organizzazione sanitaria internazionale, che i prodotti di nuova generazione siano meno dannosi rispetto alle sigarette tradizionali.
La proposta di Competere.Eu è quindi di ridurre o eventualmente eliminare questo privilegio fiscale e utilizzare le risorse derivanti per rafforzare l’assistenza socio-sanitaria e domiciliare per i malati cronici e rari, gli immunodepressi, gli acuti non ospedalizzati e le persone disabili non autosufficienti. “Non si tratta di tassare di più – afferma Paganini – ma di tassare un prodotto del tabacco come tutti gli altri, eliminando un privilegio voluto e deciso dalla politica in cambio di niente che ritorni ai cittadini italiani”.
Portando lo sconto fiscale di cui godono i prodotti cosiddetti “heated tobacco” dal 75% al 20%, sulla base dell’accisa delle sigarette tradizionali – si legge nello studio – sarebbe possibile recuperare un gettito potenziale pari a 1,2 miliardi di euro nel triennio 2020-2022. In particolare, sarebbero 300 milioni di euro per l’anno 2020, di 400 milioni di euro per l’anno 2021 e di 500 milioni di euro per l’anno 2022. Risorse che farebbero molto comodo ora al Servizio Sanitario italiano.
“L’emergenza del virus Covid-19 avrà un impatto molto grave sull’economia del paese con ricadute sociali pesanti. – ha dichiarato Giacomo Bandini, Direttore Generale di Competere.Eu – Le più recenti stime effettuate dall’Istat e dalla Commissione Europea hanno evidenziato un calo del PIL nel I Trimestre 2020 pari al 4,7% rispetto al periodo gennaio-marzo del 2019 e del 9,5% su base annuale. La situazione economica italiana, già provata dalla precedente recessione, impone il reperimento urgente di risorse straordinarie e i maggiori sacrifici sono stati chiesti agli incolpevoli cittadini. È necessario guardare anche da altre parti ed evitare di deprimere ulteriormente le finanze delle famiglie italiane”.
“Bisogna pensare in modo prioritario a chi sta soffrendo gli effetti di questo virus. – ha dichiarato il segretario generale di Competere.Eu Roberto Race –. Esistono categorie quali malati cronici e rari, immunodepressi, acuti non ospedalizzati e persone disabili non autosufficienti per i quali è necessario rafforzare l’assistenza socio-sanitaria e domiciliare. La nostra proposta va in questa direzione: aumentare i fondi a disposizione dei servizi sanitari regionali per potenziare questi strumenti di assistenza e supporto. Il privilegio fiscale di cui godono i prodotti del tabacco riscaldato non ha senso se pensiamo alle imprese italiane e alle singole famiglie che rischiano di uscire molto danneggiate dalla crisi sanitaria ed economica. Ci troviamo di fronte a una situazione squilibrata cui serve porre rimedio al più presto”.