Le opere di Daniele Bongiovanni saranno esposte alla The Wall Space Gallery di Falkirk, in Scozia, e in California
“La luce è un fenomeno imprescindibile, ella evolve qualsiasi cosa si trovi all’interno della definizione artistica dello spazio. Questo accade nella virtuosa pittura di Daniele Bongiovanni, autore di lampanti ed enigmatici volti e luoghi della trasparenza, creati non solo come interpretazione della forma, come vedute della natura a noi nota, ma anche come ritratti della percezione; oppure come soggetti chiave di una metafora visiva”.
Saranno la complessità e la verticalità di quest’epoca, perlopiù di questo preciso momento storico, i temi centrali dell’attesa esposizione che, entro il mese di giugno, verrà presentata e successivamente inaugurata alla The Wall Space Gallery di Falkirk, in Scozia. Mostra personale in cui, solo ed esclusivamente attraverso l’espressione figurata, verrà affrontata l’attualità. Tutto ciò in un progetto indicativo di tutto il lavoro recente dell’illustre pittore italiano. In merito agli aventi statunitensi quest’anno una delle opere dell’artista, firma ormai presente in numerose collezioni museali, di cui si ricorda, solo per citarne alcune, quella della Casa del Mantegna di Mantova, della Fondazione Arte Scienza Videoinsight® di Torino, della Fondazione Aria di Pescara, dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” e delle Ambasciate italiane a Londra, Abu Dhabi ed Helsinki, è entrata nella collezione d’arte della University of California, Berkeley; da ciò è nata l’idea di una seconda tappa sul tema. In entrambi i casi le aperture verranno precedute da una conferenza stampa, pretesto per il rilascio di una nuova monografia.
Bongiovanni, da anni operante a livello internazionale, con all’attivo centinaia di mostre in tutto il mondo e partecipazioni alla Biennale d’Arte di Venezia, nell’ultimo anno ha esposto, in musei, gallerie ed eventi di arte contemporanea, in Italia, Regno Unito, Messico, Cina e Stati Uniti d’America. Recentemente è stato in mostra alla East Africa Art Biennale a Dar es Salaam, in qualità di ospite internazionale e, con la Queen Mary University of London, al Being Human Festival a Londra. Anche in questi contesti è stata affrontata l’attualità, ma con particolare riferimento al rapporto tra luogo e tempo, elementi su cui il pittore ha lavorato intensamente per quasi un decennio. Su questa ricerca qualche anno fa lo storico dell’arte Claudio Strinati, in un lungo saggio, dove ha paragonato la luce di Daniele Bongiovanni a quella di Claude Monet, si è espresso in questo modo: “Nell’opera di Bongiovanni la figura umana e la natura sono accomunate da una sospensione temporale e visiva che avvolge e cela, che mostra e disperde. Il tratto è sempre delicato e mai violento, quasi meditabondo e nei paesaggi si rivive la dolcezza à la Monet. Entrambi gli artisti studiano e giocano con la luce”.
Le sopracitate esposizioni si pongono quindi come un invito a incontrare nuovamente i “punti di vista” di Bongiovanni, in un inedito e selezionato corpo di lavori, preziosi frammenti disseminati nella logica di una grande e solida unità.