Un’etichetta per certificare la buona zootecnia: presentata una proposta di legge per un sistema nazionale volontario sul benessere degli animali
Una proposta di legge per un sistema volontario di etichettatura dei prodotti di origine animale e un altro sistema che si basa sul metodo di allevamento per il settore suinicolo. Entrambi sono stati lanciati da CIWF (Compassion In World Farming) Italia e Legambiente insieme alla deputata Rossella Muroni (LeU), prima firmataria della proposta di legge che ha già raccolto il consenso di altri esponenti dei partiti di governo.
Le due iniziative nascono dal bisogno di chiarezza riguardo alle informazioni veicolate sulle etichette. «Nonostante la crescente sensibilità dei cittadini – specifica Rossella Muroni – in Italia manca una certificazione univoca e volontaria, ma garantita dal pubblico, sul benessere animale in zootecnia».
Ecco quindi, spiega Garantitaly, la necessità di istituire un sistema nazionale di etichettatura che, con una chiara grafica, tuteli i cittadini veicolando informazioni trasparenti. Se applicato, il sistema assicurerà che le attività di zootecnia e di gestione della fase di allevamento siano esercitate in conformità a norme tecniche ben definite e specifiche.
Attraverso una chiara tabella sono stati delineati i quattro livelli che definiscono diversi potenziali di benessere negli allevamenti dei suini e che devono essere indicati chiaramente in etichetta.
I criteri principali della tabella sulla buona zootecnia sono relativi a densità di allevamento, arricchimenti ambientali, uso delle gabbie, modalità di castrazione, svezzamento e accesso all’aperto. Si sottintende che acqua e cibo devono essere disponibili in quantità adeguata e in modo da limitare la competizione, che l’alimentazione deve essere equilibrata e in relazione alle caratteristiche specifiche degli animali al fine di evitare qualsiasi impatto negativo sul loro benessere.
In questo modo l’allevamento ‘biologico’ potrebbe finalmente significare qualcosa di concreto e tangibile: in particolare per l’allevamento suino garantirebbe accesso all’aperto sempre disponibile; gestazione, parto e allattamento liberi; lettiera vegetale; certificazioni e svezzamento oltre i 40 giorni.