Il progetto SOPHIA contro la pandemia dell’obesità: ha l’obiettivo di migliorare la valutazione del rischio di complicanze e di prevedere la risposta dei pazienti ai vari trattamenti
L’Istituto di Fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa è uno dei partner del progetto di ricerca internazionale ‘SOPHIA’ (Stratification of Obese Phenotypes to Optimize Future Obesity Therapy, Studio comparativo di fenotipi obesi per ottimizzare la futura terapia dell’obesità). Il consorzio, vede coinvolti ventinove importanti partner internazionali della società civile, del mondo accademico e dell’industria, che hanno unito le forze per comprendere meglio l’obesità e ottimizzare le future terapie, iniziando formalmente le attività il 1° giugno 2020, con il sostegno dell’UE.
“SOPHIA ha l’obiettivo di migliorare la valutazione del rischio di complicanze connesse all’obesità e di prevedere la risposta dei pazienti ai vari trattamenti” ha detto la dott.ssa Amalia Gastaldelli, che insieme al prof. Ele Ferrannini è responsabile del gruppo di IFC-CNR che partecipa al progetto.
L’obesità è una pandemia globale che attualmente colpisce circa 150 milioni di persone in Europa e 650 milioni di persone in tutto il mondo. Le complicanze dell’obesità sono comuni ma non è possibile ancora prevedere chi svilupperà una o più delle 200 complicanze conosciute dell’obesità. Inoltre, ad oggi, non ci sono predittori capaci di prevedere chi risponderà ai trattamenti per l’obesità. Il progetto SOPHIA identificherà, caratterizzerà e ‘stratificherà’ le sottopopolazioni clinicamente significative dei pazienti affetti da obesità per creare per ogni paziente un trattamento personalizzato con giusta tempistica.
SOPHIA fornirà una classificazione dei predittori di complicanze dell’obesità e delle risposte ai trattamenti per l’obesità, identificando e creando modelli di percorsi terapeutici sostenibili che saranno utili per pazienti, ricercatori, clinici e sistemi sanitari.
“La nostra missione all’interno di SOPHIA è consentire agli operatori sanitari di prevedere in modo affidabile le complicanze dell’obesità e identificare coloro che risponderanno ai vari trattamenti”, ha affermato il prof. Carel le Roux, coordinatore scientifico di SOPHIA e medico dell’obesità presso il Centro di ricerca sulle complicanze del diabete presso l’University College di Dublino.
Marianne Ølholm Larsen Grønning della Novo Nordisk, leader del progetto SOPHIA, afferma: “L’obesità è una malattia complessa e cronica e ci sono ancora molte cose che non sappiamo, sia sulla biologia della malattia stessa che su come i vari trattamenti possano migliorare la vita di pazienti con obesità. SOPHIA è un passo importante verso una migliore comprensione dell’obesità. La collaborazione tra università, industria e associazioni promette risultati forti e unici”.
Le voci delle persone che vivono con l’obesità saranno al centro del progetto SOPHIA attraverso l’istituzione di un comitato consultivo per i pazienti che garantirà che le intuizioni, le opinioni e i desideri dei pazienti siano posti al centro di SOPHIA e intrecciati nei molteplici livelli dello studio. Il team di ricerca utilizzerà le sue scoperte per contribuire a una comunicazione sull’obesità e sui suoi molteplici impatti più obiettiva e centrata sul paziente, sia socialmente che dal punto di vista medico. Tutto inizia con l’obesità vista come malattia cronica, non qualcosa con cui le persone scelgono di convivere. A SOPHIA sono stati concessi finanziamenti per 16 milioni di euro dall’Innovative Medicines Initiative (IMI), una joint venture tra la Commissione Europea e la Federazione Europea delle Industrie e Associazioni Farmaceutiche (EFPIA); la JDRF (precedentemente Juvenile Diabetes Research Foundation); la ‘Obesity Action Coalition’; e ‘T1D Exchange’.
Alcuni degli aspetti innovativi in SOPHIA saranno la creazione di un database con i dati già esistenti più l’aggiunta di nuove analisi, l’approfondimento con i pazienti della loro percezione sulla diagnosi e delle prospettive sul trattamento dell’obesità tramite metodi qualitativi, trovare un punto di vista condiviso con tutte le parti interessate per garantire un migliore trattamento delle persone che vivono con l’obesità.
SOPHIA studierà anche l’impatto sulla salute nelle persone che oltre all’obesità hanno il diabete di tipo 1 (T1D). Secondo il dott. Sanjoy Dutta, vice presidente della ricerca JDRF, “con il potere statistico offerto da una così ampia collaborazione europea, saremo in grado di studiare le relazioni bilaterali tra obesità e diabete di tipo 1 e, alla fine, saremo in grado di validare le previsioni sui risultati dei trattamenti in questa popolazione tradizionalmente sottovalutata. Poiché i recenti dati epidemiologici indicano che quasi la metà degli adulti con T1D in alcuni paesi europei è sovrappeso o obeso, è fondamentale che la comunità T1D affronti questa sfida.”
Il progetto, finanziato per 16 M€, durerà fino al 31 maggio 2025 e i risultati sulle prime analisi sono previste già per settembre 2020.