La nota di Domenico Logozzo in ricordo dell’insegnante italo-argentina Sandra Repice, con origini a Gioiosa Marina (Reggio Calabria)
Ci sono umili e illuminate donne, che lasciano grandi segni di cultura, di passione per la scuola, di orgoglio per le radici, azioni per il bene comune e di amore e gioia per la vita, come vediamo in queste foto tratte dalla pagina facebook della cara e sfortunata amica Sandra E. Repice. Segni che il tempo non riesce a cancellare, non potrà cancellare mai, perché sono reali esempi di vita. “Il desiderio più sublime: goderci ciò che ci viene dato nella vita, senza sprecare alcun minuto”. Così scriveva Sandra Repice, giovane e brillante donna di cultura argentina, con solide radici italiane, fortemente legata alla Calabria, pochi giorni prima di lasciarci, tre anni fa.
“Mi sento italiana nel più profondo del cuore. Io sono cittadina italiana, come la maggior parte della famiglia. Mia madre Alba Rocchetta ha origini liguri, mio padre Roque Repice , origini calabresi, il nonno Salvador Repice di Gioiosa Marina, dove c’è un mare meraviglioso dove sogno di poter fare una bella nuotata”. Un sogno rimasto irrealizzato per un maledetto tumore. Aveva iniziato ad insegnare al liceo ad appena 21 anni, è stata ispettrice di Scuola Media, docente di Didattica e Pratica, nonché direttrice di una scuola con mille alunni e 120 insegnanti.” Una professione che mi piace tantissimo e alla quale ho dedicato e dedico tanto tempo e impegno. Un percorso scolastico che mi ha dato finora belle soddisfazioni ma anche grosse responsabilità”.
In quello che sarebbe stato il suo ultimo mese di vita aveva scritto tanto su Facebook. Ma non aveva fatto mai esplicito riferimento alla grave malattia e alle difficili condizioni di salute in cui versava. Donna sensibilissima. “L’amore, questa bella follia irrinunciabile, magica e unica. Io mi sottopongo all’amore, una e mille volte. Lasciati dominare dall’amore, non c’è niente di più potente”. Sempre ottimista. Su facebook il 17 maggio 2017 scriveva: “Decido di seguire la mia strada, così come si presenta, ci saranno sorprese buone e cattive, delusioni, difficoltà, sofferenza, ma dovrò affrontarle con forza e coraggio senza rinunciare alla delicatezza del mio interno, perché alla fine otterrò grandi soddisfazioni. Vivere è la cosa più meravigliosa che ci sia”.
Amava la vita. Meno di un mese dopo avere scritto questo messaggio, Sandra ci lasciava. Il suo cuore a poco più di 50 anni si fermava per sempre. Lucidissima fino all’ultimo. Davvero commovente quello che in effetti è stato il suo ultimo atto d’amore, sempre su facebook, che a posteriori oggi ci appare come il suo messaggio di addio e rileggendolo tre anni dopo non riesco a trattenere le lacrime: “Mi pento solo di tutto ciò che non ho provato, non rinnego il vissuto perché da ogni cosa ho imparato e mi è servito. Ho seguito i desideri del cuore e piena d’amore tutto ciò che mi circonda, l’amore non sbaglia mai”.
Sandra se ne è andata senza poter coronare il sogno di conoscere i luoghi che quando era bambina il nonno, originario di Gioiosa Marina, le descriveva con tanto orgoglio: il meraviglioso mare Jonio in particolare. “Voglio visitare la Calabria, appena posso, con i miei genitori, per conoscere i paesi dove sono nati i miei nonni. Ho visto le foto del mare di Gioiosa. E’ un posto meraviglioso! Un mare che mi emoziona. A volte penso che mio nonno di fronte al mare sognava una famiglia, una vita piena di progetti. E ha ottenuto importanti risultati, perché ha creato una famiglia affettuosa e forte. Questo mare, se Dio vuole, presto lo vedrò. E’ il mio sogno. Sarà realtà. Come nipote di immigrati calabresi sento l’orgoglio e la passione per la terra da dove loro sono partiti”.
Ci teneva tanto a rintracciare i parenti italiani. E aveva lanciato un appello “per invitare chi porta il nostro stesso cognome a scriverci su facebook. Abbiamo anche cercato di metterci in contatto con il radiocronista della Rai Francesco Repice, che ha origini calabresi. Un nipote di mio padre nel 1947 era dirigente del Crotone e si chiamava proprio Francesco Repice. Ho una foto della squadra crotonese che risale a 68 anni fa. L’ho fatta pubblicare sulla pagina facebook GIOIOSA JONICA. La nostra è una famiglia con una importante tradizione sportiva, che si tramanda di generazione in generazione. Adesso c’è un nipotino, Santiago, di 13 anni, che gioca con l’Almirante Brown di Adrogué, nella provincia di Buenos Aires”.
Quanto amore per la famiglia e per i luoghi dei suoi nonni! E perciò quando scendevo in Calabria facevo le fotografie del mare Jonio e le pubblicavo su facebook, cosa che lei gradiva tanto e mi ringraziava con tanto affetto. Ricordo la sua felicità quando le mandai la foto dell’atto di nascita del nonno che risultava nato a Gioiosa Jonica perché allora non c’era stata la divisione dalla Marina, avvenuta poi nel 1948. “Mio nonno, Salvador Repice, di Gioiosa Jonica, dopo avere prestato il servizio militare a Napoli per due anni nella Marina, è venuto in Argentina nel 1923. Prima è stato a Valentín Alsina e poi ad Avellaneda, entrambe nella zona a sud di Buenos Aires. A Gioiosa aveva studiato. Aveva una certa cultura ed era riuscito ad inserirsi subito e bene nel mondo del lavoro. Fondò una società di costruzioni, chiamandola “Salvador Repice”, alla quale successivamente aggiunse i nomi di mio padre, di mio zio e del mio bisnonno Roque, che a Gioiosa aveva lavorato nelle ferrovie. Realizzarono importanti opere, come il cablaggio sotterraneo di Buenos Aires e della Provincia. Dopo 50 anni l’intero impianto è in condizioni eccellenti”. E ce lo disse con grande orgoglio.
“Sento che presto sarò in Italia, se Dio vuole”, mi scriveva il 6 giugno 2015. Esattamente due anni dopo, il 7 giugno 2017 purtroppo ci lasciava. Il sogno non si realizzava per un crudele destino. Ho provato immenso dolore quando ho letto il messaggio del figlio Pablo sulla pagina facebook di Sandra (assieme nella foto). Stentavo a crederci. A tre anni di distanza mi mancano i suoi scritti quotidiani, i suoi commenti, le poesie d’amore per la vita. Mi sembra tutto un sogno. Riservata sino all’ultimo. Non mi ha mai parlato della sua battaglia per la vita. Neppure nell’ultima telefonata del mese di maggio del 2017. Mi consola il fatto che sono riuscito a darle sprazzi di felicità mentre combatteva contro il terribile male, quando ho raccontato in un lungo articolo, che ha fatto il giro del mondo, del suo sogno di voler conoscere la terra da dove sono partiti i suoi nonni.
Mi consola anche il poco di bene che sono riuscito a trasmetterle con i miei scritti e le mie foto, con tutto il cuore, perché lei era il bene, faceva del bene e non voleva dare dispiaceri agli altri. Sono certo che Sandra non mi ha parlato del suo male per non farmi stare male e preoccuparmi per lei. Era troppo buona. E non la dimenticherò mai. Ha un posto speciale nel mio cuore. Sempre, per sempre. Una grande donna. La dolcezza, l’ottimismo, la gioia di vivere il bene.
“Se stai bene con te stesso, qualsiasi posto è casa tua”, scriveva qualche giorno prima di lasciarci. Ma io le ripeto anche oggi: “Sandra, sei ancora tra noi, perché il tuo esempio di vita vive nei cuori di tutti quelli che ti abbiamo apprezzato e ti vogliamo tanto bene”. La madre Alba non sa darsi pace. “E come dimenticarla, e come dimenticare le sue ultime parole? Mi ha ripetuto più volte “mamma non voglio morire”. Tra le lacrime me lo ha raccontato oggi la signora Alba che ho chiamato in Argentina per rinnovarle le condoglianze e tutta la mia amicizia e il mio grande dolore. Mi ha ringraziato affettuosamente. Su facebook, commovente il messaggio scritto alla figlia: “Ciao Sandri… figlia amata da tutti noi. Sono passati tre anni dal tuo viaggio senza ritorno. Immagino che tu sia circondata da prati e acque verdi che riflettono cieli e arcobaleni. Penso che tu abbia trovato la Pace Eterna meritata dopo tanta sofferenza. Ci manchi tanto! L’amore per te è così tanto che mi riempie delle energie necessarie per provare, accettare e superare la tua assenza e non cadere nella disperazione. Ti amiamo!”
E c’è stato, c’è e ci sarà sempre tanto amore per la cara amica Sandra, che ho avuto la fortuna di conoscere anni fa, attraverso la pagina facebook GIOIOSA IONICA (RC), così ottimamente gestita dal lungimirante amico Luciano Linares, un benemerito gioiosano, che con la quotidiana e puntuale informazione di servizio la sua pagina può essere considerata di “servizio pubblico”.
di Domenico Logozzo