Covid-19, focolaio nell’azienda Bartolini a Bologna


Coronavirus, focolaio nell’azienda Bartolini a Bologna: coinvolte 200 persone, 64 Positivi, due ricoverati. Ausl: “Mancanze in magazzino Roveri”

Coronavirus, focolaio nell’azienda Bartolini a Bologna: coinvolte 200 persone

Sono quasi 200 le persone sotto sorveglianza a Bologna per il focolaio scoppiato nel magazzino dell’azienda logistica Bartolini, alle Roveri. I positivi in particolare sono 64, di cui però ‘solo’ nove sintomatici, con due ricoveri. A fare il punto della situazione è Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Bologna. Le attività di tracciamento e screening, spiega alla ‘Dire’, “sono iniziati appena abbiamo avuto i primi casi”. La procedura è partita “dopo la segnalazione di un medico, la settimana scorsa. Ma i lavoratori hanno contattato tardivamente il proprio medico– rileva Pandolfi- e questo non va bene. Serve molta responsabilità in questo momento”.

Nei primi giorni di analisi, continua il dirigente Ausl, “abbiamo trovato 47 dipendenti positivi, di cui sei sintomatici”. Ci sono inoltre “altri 17 casi, riconducibili al focolaio lavorativo della Bartolini, tra familiari e conoscenti, di cui tre sintomatici”. Quindi in totale a ieri sono 64 i casi di covid-19, di cui nove sintomatici, con due ricoverati nei reparti covid degli ospedali bolognesi e tutte le altre persone in isolamento a casa. L’indagine è stata poi estesa anche ad altri contatti stretti, spiega ancora Pandolfi: altri lavoratori della Bartolini, familiari e conoscenti, che per ora però non risultano positivi.

130 PERSONE IN ISOLAMENTO DOMICILIARE

Si parla in ogni caso di altre 130 persone in isolamento a casa, alcune con tampone negativo e tutte sotto sorveglianza. “Il focolaio al momento interessa solo i magazzinieri delle Roveri- ci tiene a precisare Pandolfi- non autisti, corrieri e impiegati. Ma faremo i tamponi anche a loro, per essere sicuri”. Ad oggi sono stati eseguiti 138 tamponi, che hanno determinato i 64 casi, e altri 190 sono stati fatti nella giornata di oggi.

“Il focolaio è sotto controllo e sappiamo dove fare le indagini- assicura il responsabile Ausl- è probabile che ci sia un’evoluzione in crescita nei prossimi giorni. Anzi, più troviamo nuovi casi e meglio è, perché vuol dire che la nostra attività sta funzionando”.

L’ORIGINE DEL FOCOLAIO

Ma come è nato il focolaio? “Il problema è che le regole vanno rispettate“, risponde Pandolfi. Nella notte di giovedì scorso, il 18 giugno, l’Ausl ha fatto un sopralluogo a sorpresa nel magazzino di Bartolini alle Roveri, riscontrando mancanze e facendo alcune prescrizioni all’azienda (non sanzioni). “Non tutti portavano la mascherina- riferisce il dirigente Ausl- non era sempre garantito il rispetto delle distanze e c’erano alcune mancanza anche sulla gestione dei locali in termini di pulizia”. La ditta ha quindi chiuso il magazzino per qualche giorno, spiega Pandolfi, “per sanificare i locali, e ha mandato a casa tutti i lavoratori impiegati dall’1 giugno, reclutando altri 30 addetti da diverse cooperative e riaprendo da lunedì il magazzino con attività ridotta”. Anche su questi nuovi lavoratori, l’Ausl ha avviato i controlli.

BARTOLINI: CI SIAMO MOSSI SUBITO

Per contenere il focolaio nel magazzino alle Roveri “sono state prontamente attuate le necessarie misure di sicurezza a tutela degli operatori e dei dipendenti e di verifica di diffusione del contagio”. Lo assicura l’azienda Bartolini, alle prese a Bologna con il focolaio scoppiato appunto nel magazzino in zona Roveri. Il contagio ha avuto origine “da lavoratori di servizi logistici di magazzino gestiti da una società esterna“, spiega l’azienda, che sta “seguendo e gestendo con estrema attenzione l’evolversi della situazione”.

Brt Corriere Espresso assicura di essersi “prontamente attivata in stretta collaborazione con l’Ausl in via precauzionale, al fine di contingentare e razionalizzare le attività operative e contemporaneamente per la verifica della diffusione del contagio, in rigorosa conformità” al Protocollo previsto per il contrasto al coronavirus nelle aziende. Sono state “prontamente attuate le necessarie misure di sicurezza a tutela degli operatori e dei dipendenti e di verifica di diffusione del contagio- assicura la Bartolini- è stato effettuato lo screening attraverso tampone naso-faringeo dei circa 200 lavoratori, che attualmente ha evidenziato la presenza di alcuni positivi asintomatici. Inoltre, per tutti i lavoratori coinvolti è stato disposto l’isolamento domiciliare, come previsto dai protocolli sanitari nell’ambito della emergenza covid”.

Bartolini spiega anche di aver effettuato “un’ulteriore profonda sanificazione degli ambienti, condotta da aziende certificate e specializzate, in aggiunta a quelle previste dal protocollo interno predisposto in ottemperanza delle disposizioni ministeriali”. Inoltre, conferma la ditta, “con l’obiettivo di tutelare al massimo la salute di clienti, fornitori e collaboratori diretti ed indiretti, in data odierna sono stati sottoposti a tampone altri 170 lavoratori, tutti i drivers e i dipendenti operativi della filiale“.

Come è logico, nonostante la situazione “sia stata affrontata con tempestività e adottando tutti gli accorgimenti necessari- afferma Bartolini- stiamo registrando un rallentamento sulle consegne gestite dall’hub di Bologna Roveri”. L’azienda ricorda di aver istituito un comitato ad hoc fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria “che controlla costantemente la situazione, per elaborare i diversi scenari al fine di adottare tutte le misure necessarie a salvaguardare la sicurezza e la salute di chiunque interagisca con il network”. Per quanto riguarda le consegne, in particolare, “è stato eliminato l’obbligo di raccolta firma del destinatario” per garantire il distanziamento e gli autisti “hanno l’obbligo di attenersi alle disposizioni di sicurezza in essere e all’uso dei dispositivi di protezione individuale”.

L’azienda, spiega la Dire (www.dire.it), assicura anche di “seguire rigorosamente i protocolli relativamente alla sanificazione dei magazzini e degli uffici e fornire tutti i dispositivi di protezione individuale, in conformità con quanto dettato dal Governo, in tutte le sue 193 filiali distribuite in maniera capillare sul territorio nazionale e con una forza lavoro di oltre 18.000 persone”.