Protossido di azoto efficace durante il travaglio


Protossido di azoto efficace e sicuro come analgesico per il dolore durante il travaglio: lo dimostra il più grande studio mai realizzato nel suo genere negli Usa

Protossido di azoto efficace e sicuro come analgesico per il dolore durante il travaglio: lo dimostra il più grande studio mai realizzato nel suo genere negli Usa

Nella partorienti statunitensi l’uso del protossido di azoto per via inalatoria come opzione di sollievo dal dolore durante il travaglio si è rivelato sicuro tanto per le madri quanto per i neonati, soprattutto nelle donne che avevano già partorito. Sono gli esiti del più grande studio mai realizzato nel suo genere negli Usa e appena pubblicato sul Journal of Midwifery & Women’s Health.

Ogni anno negli Stati Uniti partoriscono circa 4 milioni di donne e per molte di queste affrontare il travaglio rappresenta un forte preoccupazione. Gli strumenti di gestione del dolore più frequentemente utilizzati sono le iniezioni epidurali di narcotici o anestetici e i blocchi spinali, procedure note anche come analgesia neuroassiale. La principale alternativa è rappresentata dai farmaci oppioidi per via sistemica, che possono tuttavia essere associati a effetti collaterali sia per la madre che per il feto.

Protossido di azoto durante il travaglio

Reintrodotto di recente negli Stati Uniti come opzione per alleviare il dolore durante il travaglio, il protossido di azoto (N2O) ha una lunga storia di utilizzo in molte nazioni sviluppate. In effetti, diversi paesi con standard elevati di assistenza sanitaria come Canada, Svezia, Australia, Finlandia e Regno Unito, usano una miscela di 50% di ossigeno e 50% di protossido di azoto per trattare il dolore durante il travaglio.

Il protossido di azoto è un gas non infiammabile, insapore e inodore. Ad alte concentrazioni è un debole anestetico, mentre a basse dosi ha un effetto ansiolitico e analgesico. Secondo l’American College of Nurse-Midwives (ACNM), la ricerca ne ha supportato una ragionevole efficacia e sicurezza, oltre a qualità uniche e benefiche nell’uso come analgesico durante il travaglio.

Può essere utilizzato come analgesico durante la prima, la seconda e la terza fase del travaglio, come anche dopo il parto in caso di riparazione della lacerazione, rimozione manuale della placenta e il curettage uterino. Può anche facilitare l’avvio dell’analgesia epidurale. Viene auto-somministrato e ha un’insorgenza di azione molto rapida, dai 30 ai 50 secondi, a seconda del volume e della velocità di inalazione. La sua somministrazione è intermittente e viene erogata tramite maschera facciale.

N2O più soddisfacente in quante avevano già partorito
«Se da un lato esiste un discreto numero di evidenze in merito alla sicurezza e all’efficacia del gas nel mitigare il dolore durante il travaglio, sono disponibili ancora poche analisi sistematiche degli esiti provenienti da coorti di pazienti statunitensi», ha detto l’autore principale dello studio Priscilla Nodine del College of Nursing University of Colorado.

Scopo dello studio era valutare le caratteristiche demografiche, la sicurezza e la soddisfazione in una coorte di partorienti che utilizzavano protossido di azoto per via inalatoria come metodo analgesico, oltre che determinare i predittori della conversione da N2O all’analgesia neuroassiale.

I ricercatori hanno intervistato 463 donne che hanno utilizzato il gas durante il travaglio. Di queste, il 31% si era limitata al solo utilizzo di N2O mentre il 69% era passato a un altro metodo analgesico come l’anestesia epidurale e/o i farmaci oppioidi.

Il motivo della conversione a una terapia alternativa citato più di frequente (96%) era un inadeguato controllo del dolore. Le probabilità di passare a un altro metodo analgesico triplicavano in caso di utilizzo di ossitocina e di parto indotto. Inoltre, quante avevano una storia di parto cesareo e avevano subito un travaglio post-cesareo avevano probabilità oltre 6 volte maggiori di passare all’analgesia neuroassiale o epidurale, probabilità che si riducevano del 63% nelle donne che in precedenza avevano già partorito rispetto a quelle alla loro prima esperienza.

Gli effetti collaterali legati all’uso di protossido d’azoto erano rari (8%) e non rappresentavano un motivo significativo per passare all’analgesia neuroassiale. Le partorienti hanno definito moderatamente elevato il grado di soddisfazione per l’uso di N2O per la gestione del dolore.

«Il protossido di azoto è un’opzione utile e sicura per l’analgesia durante il travaglio negli Stati Uniti. E per alcune partorienti il suo effetto antalgico è più che sufficiente. La comprensione dei predittori del passaggio dal protossido di azoto inalatorio ad altre forme di analgesia può aiutare i medici nella valutare con le future partorienti le opzioni utili ad alleviare il dolore durante il travaglio» ha concluso Nodine.