Dopo il dimagrimento per mantenere il peso serve esercizio fisico secondo i dati di un nuovo studio osservazionale
Nei partecipanti a un programma di gestione del peso corporeo che prevedeva dieta controllata ed esercizio fisico, il miglioramento della forma fisica ha comportato una maggiore percentuale di calo ponderale, secondo i dati di uno studio osservazionale che doveva essere presentato all’ACP Internal Medicine Meeting, poi annullato a causa del Covid-19, ma le cui presentazioni sono state rese disponibili online.
«Il massimo volume di ossigeno consumato per minuto, o VO2 max, è una misura della capacità aerobica o della forma fisica misurata in millilitri di ossigeno per chilogrammo di peso corporeo tramite un cardiofrequenzimetro e una maschera per l’ossigeno durante una prova su cyclette o tapis roulant» ha detto durante la presentazione il primo autore dello studio Erin O’Keefe della University of Miami Miller School of Medicine. «La ricerca non ha pienamente chiarito i modi in cui l’attività fisica e la modifica del VO2 max influiscono sulla perdita di peso a lungo termine».
Il VO2max è un parametro che definisce il massimo volume di ossigeno consumato per minuto per chilogrammo di peso e stabilisce il livello cardiorespiratorio e aerobico di una persona. In pratica descrive i la capacità dell’organismo di distribuire l’ossigeno in tutto il corpo attraverso il sistema circolatorio, perché prenda parte al processo di produzione di energia. È utile conoscere il VO2max perché i punteggi più elevati sono fortemente correlati alla salute, alla longevità, alla qualità della vita e alle prestazioni.
I ricercatori hanno ipotizzato che i partecipanti al programma di gestione del peso previsto nel Michigan Weight Management Program (MWMP), della durata di 2 anni, avrebbero avuto miglioramenti significativi nella riduzione del peso corporeo e nella massima capacità di esercizio. «Abbiamo anche cercato di valutare se un VO2 max basale più elevato o una modifica della forma fisica aiutassero a mantenere la perdita di peso raggiunta» ha aggiunto O’Keefe.
Uno studio osservazionale
Per testare questa ipotesi è stato condotto uno studio osservazionale prospettico su 115 soggetti di età compresa tra 20 e 70 anni con un indice di massa corporea (BMI) superiore a 32 kg/m2 e una condizione di salute correlata al peso, come il diabete di tipo 2. Il peso dei partecipanti e i livelli massimi di VO2 sono stati controllati al basale e dopo 2 anni, al termine del programma di gestione del peso citato.
Il programma, che prevedeva uno stile di vita intensivo, multidisciplinare e multicomponente era composto da due fasi. Un iniziale regime dietetico a bassissimo apporto calorico sotto forma di frullati sostitutivi del pasto per 12 settimane, allo scopo di promuovere una perdita di peso del 15%. Una fase di transizione graduale di mantenimento in cui i soggetti consumavano una dieta a basso contenuto calorico e ricevevano visite frequenti e regolari da parte di un medico e di un dietologo per 21 mesi.
Tutti i soggetti sono stati incoraggiati a svolgere 40 minuti di attività fisica da leggera a moderata durante la prima fase, per poi passare a un’attività più intensa e prolungata nella fase di mantenimento del peso.
Riduzione del peso e migliore forma fisica
Sia gli uomini che le donne hanno ottenuto una significativa riduzione del peso corporeo durante i due anni dello studio (p<0,001).
Una volta completato il programma, il 39% degli uomini ha migliorato il livello massimo di VO2 di una o più categorie e quasi la metà ha mantenuto la stessa categoria. Il 34% delle donne ha migliorato il livello massimo di VO2 mentre il 55% è rimasto allo stesso livello.
L’aumento delle categorie del VO2 max rispetto alla perdita di peso percentuale è risultato significativamente più elevato nelle donne di età compresa tra 40 e 49 anni (p=0,001) e negli uomini di età compresa tra 50 e 59 anni (p=0,033). Un VO2 massimo più elevato al basale era statisticamente significativo negli uomini e nelle donne dai 50 ai 59 anni.
«Questi dati suggeriscono che i partecipanti hanno perso molto peso e hanno migliorato la loro forma fisica» ha commentato O’Keefe. «Anche se gli esiti non ci permettono di stabilire un nesso causale, sappiamo che la dieta e l’attività fisica sono comportamenti fortemente integrati ed è incoraggiante che i pazienti perdano peso e contemporaneamente abbiano una forma migliore».