Ogni anno 200 delfini spiaggiati e 2.000 euro di danni ai pescatori: parte il progetto Life Delfi per limitare le interazioni con i pescherecci
Dal mar Adriatico al mar Tirreno fino ai litorali di Sicilia e Sardegna ogni anno si consuma una vera e propria ecatombe di delfini. I cetacei spesso vengono rinvenuti spiaggiati, già privi di vita o in stato di decomposizione. Le morti di questi splendidi mammiferi marini sono da attribuire a cause naturali ma anche a cause di origine antropica. In particolare le interazioni dei delfini con le attività di pesca professionale: feriti dalle attrezzature, impigliati o avvolti dalle reti da pesca dopo essersi avvicinati alle imbarcazioni alla ricerca di cibo.
Si tratta di incidenti accidentali (il fenomeno detto bycatch) nella maggior dei casi ma con conseguenze gravi. Il trend dei dati, negli ultimi 4 anni, dal 2016 al 2019, è praticamente costante: ogni anno in media vengono rinvenuti spiaggiati circa 200 delfini, di questi almeno il 35-45% sono di delfino costiero ( Tursiops truncatus), una tra le specie che Life Delfi mira a tutelare.
Life Delfi è un progetto cofinanziato dalla Commissione europea attraverso il programma LIFE, coordinato dal Cnr-Irbim e a cui collaborano Legambiente Onlus, Università di Padova e di Siena, quattro Aree marine protette (Punta Campanella, Isole Egadi, Tavolara – Punta Coda Cavallo, Torre del Cerrano), Filicudi Wildlife Conservation e il Blue World Institute (Croazia).
Dalla Banca Dati Spiaggiamenti – gestita dal CIBRA (Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia) e dal Museo Civico di Storia Naturale di Milano – è possibile verificare il numero di spiaggiamenti e le varie specie di delfini: 221 spiaggiamenti nel 2016 di cui 74 tursiopi; 216 nel 2017 (89 tursiopi); 174 nel 2018 (67 tursiopi). Il numero degli spiaggiamenti totali dell’ultimo anno, il 2019, non è stato ancora ufficializzato ma le prime stime parlano di 240 cetacei spiaggiati di cui almeno 70 tursiopi morti sulle coste italiane. Dai report si evince che le morti causate dall’uomo sono seconde solo ai decessi provocati da malattie infettive. Oltre al tursiope l’altra specie più colpita è la Stenella striata.
Il progetto Life Delfi, spiega la Dire (www.dire.it), si propone di ridurre la mortalità dei delfini correlata alle interazioni con la pesca professionale con diverse attività lungo le coste tirreniche, del mar Adriatico e sul versante della Croazia. Questo per ottenere il duplice obiettivo di salvaguardare questi esemplari e limitare le perdite economiche dei pescatori. Si pone così davanti ai ricercatori la prima sfida di questo progetto, ovvero rendere possibile una convivenza tra i delfini e i pescatori in mare.
Il progetto, oltre ad attività di informazione e sensibilizzazione, scenderà in campo in maniera concreta attivando squadre di soccorso in mare in modo da intercettare i delfini in difficoltà in acqua e scongiurare il peggio. “Tra le principali attività di progetto c’è proprio la formazione dei rescue team– dichiara Alessandro Lucchetti del Cnr-Irbim e coordinatore del progetto Life Delfi-. Si tratta di gruppi di salvataggio che potranno intervenire in casi particolari per salvaguardare la salute dei delfini, come è ad esempio il caso di delfini che entrano all’interno delle aree portuali, in genere richiamati dalle imbarcazioni da pesca di rientro in porto”.
I delfini hanno un comportamento opportunistico, inseguono i pescherecci e le loro reti per depredarle o approfittare del pesce che viene scartato in mare. I danni economici dovuti alle incursioni dei delfini durante le loro battute di pesca si aggirano intorno ai 1500-2000 euro all’anno. Reti per la pesca a strascico danneggiate, pesce rovinato e banchi di pesci in fuga sono il cruccio degli operatori ittici.
Per ridurre queste interazioni il progetto Life Delfi ha in serbo una serie di misure ad alto tasso tecnologico: l’utilizzo di dissuasori acustici e deterrenti visivi sulle imbarcazioni che si attiveranno solo nel momento in cui sarà rilevata presenza dei cetacei. Ai pescatori verranno proposte attività di formazione e attrezzature per la pesca a basso impatto ambientale. “Ma non solo, perché in favore dei pescatori ci sarà la promozione di attività economiche alternative come il dolphin watching e la certificazione di prodotto. È la strada scelta dal progetto Life Delfi per riuscire a far convivere delfini e pescatori.
Il progetto, inoltre, coinvolgerà anche il grande pubblico attraverso iniziative di sensibilizzazione e citizen science e realizzerà Linee Guida per identificare le migliori misure di mitigazione e compensazione, che garantiscano l’implementazione di adeguate politiche di conservazione per questa specie, soprattutto nelle aree Natura 2000”, dichiara Stefano Di Marco, coordinatore Progetti di Legambiente.