Dsa: troppe diagnosi tardive di plagiocefalia


Dsa, l’osteopata: “Attenti alla diagnosi tardiva di plagiocefalia, urge una sinergia con pediatri e neonatologi”

Dsa, l’osteopata: “Attenti alla diagnosi tardiva di plagiocefalia, urge una sinergia con pediatri e neonatologi”

Il ruolo dell’osteopatia è preventivo, soprattutto per quanto riguarda i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa). Mi capita spesso di visitare bambini di 6-7 anni con Dsa e riscontrare, per esempio, delle plagiocefalie che non sono state attenzionate in età neonatale. Mi sono reso conto che c’è una differenza sostanziale tra bambini in cui la plagiocefalia è stata trattata a pochi giorni di vita e bambini in cui non è stata trattata, una differenza che andrebbe valutata in ambito clinico”. A dirlo alla Dire (www.dire.it) è Maurizio Montoro, osteopata D.O., introducendo quello che sarà il suo intervento al Venerdì culturale su ‘Osteopatia: il corpo nei disturbi sensoriali dell’età evolutiva’, promosso dalla Fondazione Mite in collaborazione con l’Istituto di Ortofonologia (IdO), in programma venerdì 10 luglio alle 21 sulla piattaforma Google Meet.

Montoro punterà ad esplicitare il legame tra plagiocefalie e Dsa: “Nei bambini con la plagiocefalia, essendo una deformazione delle placche craniche, spesso si crea una sorta di distorsione della zona occipitale, una zona che è legata a quella vestibolare- sottolinea l’esperto- questo può creare in futuro problemi di natura sensoriale, sia visivi che uditivi. Il problema, però, è che i bimbi non segnalano di vedere poco o sentirci male perché hanno una grande capacità di adattamento. Il risultato è che arrivano ai 4-5-6 anni con dei deficit che comportano problemi di attenzione o apprendimento. In sostanza vanno incontro ai famosi Dsa, i disturbi specifici dell’apprendimento- sottolinea Montoro- E’ quando i neonati hanno pochi giorni di vita, invece, che si può capire verso quale futuro andranno“. Sono circa “quattrocento i neonati con plagiocefalie che visito ogni anno. Un bambino con 15-20 giorni di vita è molto plastico, cartilagineo- sottolinea- quindi se ha dei disturbi al sistema cranio sacrale, l’intervento preventivo è molto importante”, dice l’esperto.

“L’obiettivo dell’osteopata- continua Montoro- è quello di sensibilizzare il mondo medico, i pediatri e i neonataologi in particolare su questi temi, perché sono le figure che valutano il bambino inizialmente”. Prevenzione e sensibilizzazione dunque le parole d’ordine secondo l’osteopata. “Fino a una decina di anni fa c’era molta resistenza nei confronti dell’osteopatia. Oggi, invece, mi arrivano tanti bambini mandati dai pediatri e per me questo è importante perché il pediatra valuta il bambino ed esclude la sfera patologica, io mi occupo della sfera funzionale. E’ importante che questa relazione si instauri e diventi sempre più funzionale a vantaggio del bambino”.

Oltre a Montoro, al Venerdì culturale Mite-IdO parteciperanno Roberto Pagliaro, osteopata direttore dell’Osteopathic College di Trieste e dottore in fisioterapia; Andrea Manzotti, osteopata e fisioterapista, socio fondatore della scuola di osteopatia SOMA di Milano, lavora nell’ambulatorio di osteopatia pediatrica e neonatale dell’ASST di Vimercate; e Giuseppe Denaro, chinesiologo e osteopata. Coordineranno la tavola rotonda Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’IdO, e Alessandro Laurenti, osteopata docente dell’Osteopathic College di Trieste e della Scuola di Osteopatia Pediatrica CERDO, che da 15 anni lavorano insieme con i bambini con disturbi dello spettro autistico. Per avere informazioni sulle modalità di partecipazione basta scrivere a scuolapsicoterapia@fondazionemite.org.