Inquinamento: Prisma a guardia della Terra


Inquinamento e altri pericoli, Prisma a guardia della Terra: come funziona l’occhio iperspettrale nato grazie all’Agenzia spaziale italiana (Asi)

Inquinamento e altri pericoli, Prisma a guardia della Terra: come funziona l'occhio iperspettrale nato grazie all’Agenzia spaziale italiana (Asi) 

I satelliti ci guardano da vicino, più in profondità di quanto pensiamo. E’ questo il caso di Prisma,  occhio iperspettrale nato grazie all’Agenzia spaziale italiana (Asi) e realizzato da una rete d’impresa guidata da OHB Italia e Leonardo. La sua caratteristica è quella di scattare foto dallo Spazio che mostrano molto di più di una semplice immagine: ciò che viene immortalato, infatti, viene svelato da Prisma anche nella sua struttura chimico-fisica. Tradotto, significa che dall’immagine che ritrae un tetto scattata da Prisma possiamo sapere se  quello contiene amianto oppure no. O ancora: se Prisma scatta l’immagine di un fiume possiamo capire se vi sono state sversate sostanze inquinanti o se il fiume è pulito. Proprio per questa sua capacità Prisma ha collaborato con l’Agenzia spaziale europea (Esa) durante e dopo la fase di lockdown per monitorare lo stato di salute del nostro continente in relazione all’inquinamento. Alessandro Coletta, Responsabile Osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), ha spiegato come alla Dire (www.dire.it).
“Ci è stato chiesto dall’Agenzia spaziale europea a seguito del lockdown di implementare le osservazioni delle sentinelle (del programma europeo Copernicus, ndr)in particolare di Sentinel 5B che vede la qualità dell’aria, con le analisi dell’acqua, del terreno e dell’atmosfera che poteva fare Prisma, per la caratterizzazione dell’aerosol per esempio, per essere appunto di complemento alle analisi più mirate che stanno facendo le sentinelle. Successe anche intorno a marzo quando si era ripulita la pianura padana dal diossido di azoto… l’Esa stessa ci chiese un supporto con le immagini di Prisma, perché nessuno ha il numero di bande” del satellite italiano. Nello specifico “ci hanno chiesto un’analisi del Po, cioè  di vedere lo stato del bacino in tutto questo periodo, il quale rifletteva l’andamento industriale. Quello che si è deciso di vedere insieme è se, alla ripresa delle attività, dopo la fine del lockdown, le acque avrebbero riportato un inquinamento più elevato, per esempio”. Non solo Prisma. Durante l’emergenza Coronavirus un aiuto alle Istituzioni è arrivato anche dalla costellazione italiana Cosmo Skymed “per vedere come i confini venivano rispettati”, spiega Coletta, che di Cosmo Skymed è direttore.
Insomma, l’osservazione della Terra è una sinergia globale multi frequenza e multi funzione, ci spiega Coletta.
Prisma, peraltro, ha iniziato da poco la sua attività: la fase di rodaggio del satellite, lanciato lo scorso anno, è terminata con successo a maggio. Da allora il suo lavoro è disponibile, gratis, per chiunque ne faccia richiesta. Per accedere alle 27000 riprese già oggi presenti nell’archivio o per richiedere nuove acquisizioni
iperspettrali della superficie terrestre è sufficiente collegarsi al sito di registrazione su https://prisma.asi.it,
Prisma sorvola la stessa area nelle stesse condizioni ogni 29 giorni, ma può vedere lo stesso posto in condizioni differenti ogni sette giorni.
Il satellite “può fare 223 immagini al giorno e può produrre, a Terra, 200 prodotti ogni giorno. Questo il suo valore numerico. Quello che è importante di Prisma è però la tipologia del sensore.  E’ iperspettrale e può vedere nel visibile, nel vicino infrarosso, nell’infrarosso corto; l’importante è il numero di bande che ha, in cui questo range di frequenze viene diviso, che permette di riconoscere le caratteristiche chimiche e fisiche degli elementi. Quindi è ottimo per l’agricoltura,  per le emergenze, per gli incendi, e anche per le analisi dei minerali o per lo stato delle acque. Se le piante assorbono inquinanti che sono nel terreno, hanno poi una capacità di emettere nell’infrarosso diversa rispetto a una pianta sana- spiega Coletta all’Agenzia Dire-, quindi permette di fare anche un survey della salute di una piantagione”.
Il nome Prisma è un acronimo e sta per Precursore IperSpettrale della Missione Applicativa. Significa che il satellite attualmente in orbita è uno sperimentatore, un apripista. Il suo compito è quello di fare training sul campo per chi vorrà approfondire la strada dell’osservazione iperspettrale e, per almeno diversi anni ancora, essere l’unico a vigilare sulla Terra con i suoi strumenti.
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