Emodialisi domiciliare frequente: uno studio pubblicato su Plos One dagli specialisti della nefrologia conferma i buoni risultati
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Plos One conferma l’efficacia della dialisi domiciliare, in particolare per la variante indicata come “emodialisi domiciliare frequente”. Lo studio firmato dai nefrologi di Niguarda ha riscontrato per questa tecnica, infatti, un’efficacia depurativa equivalente a quella della procedura di dialisi ospedaliera. A Niguarda la Nefrologia è sempre stata impegnata sul fronte della dialisi domiciliare in tutte le sue forme e attualmente gli 11 pazienti seguiti in regime di emodialisi domiciliare frequente rappresentano una delle casistiche più ampie nel panorama italiano. In particolare si tratta del terzo lavoro scritto e pubblicato su riviste internazionali dalla Nefrologia di Niguarda riguardante il tema dell’efficienza del trattamento dialitico eseguito con queste nuove apparecchiature.
Tra le metodiche di dialisi eseguibile al domicilio, senza aiuto infermieristico o medico, esiste oltre alla dialisi peritoneale, la emodialisi domiciliare frequente. “Tale sistema è nato pochi anni fa grazie a un’apparecchiatura innovativa che utilizza sacche di liquido di dialisi a basso flusso, il sistema permette al paziente di sottoporsi alla procedura con un approccio molto semplificato e facile da gestire- spiega Enrico Minetti, Direttore della Nefrologia e coautore dello studio-. Solitamente la tecnica è la soluzione ideale per persone abbastanza giovani e in età lavorativa che alla sera possono sottoporsi alla dialisi mentre si riposano per un paio di ore”. La procedura, infatti, viene condotta per 6 giorni alla settimana e si completa in sedute di circa 2 ore a differenza della dialisi ospedaliera che richiede 3 accessi alla settimana con sedute di 4 ore ciascuna. Tra le varianti domiciliari inoltre l’emodialisi frequente presenta il vantaggio di poter essere condotta per periodi prolungati a differenza della procedura peritoneale che nel tempo perde di efficacia.
“La dialisi eseguita al domicilio, mai come in questo periodo di pandemia legata al coronavirus, ha potuto evidenziare l’indubbio vantaggio “protettivo” di offrire anche al paziente dializzato un lockdown completo- sottolinea Minetti-. I dati di infezione e di mortalità registrati in Italia, e in particolare in Lombardia, hanno confermato come l’infezione da Covid-19 abbia colpito in maniera minore i pazienti in dialisi domiciliare (1,36% pazienti positivi in dialisi domiciliare vs 3,4 % di pazienti positivi in dialisi ospedaliera, fonte: dati italiani da registro nazionale aggiornati al 30 aprile). Questi dati si confermano anche nel nostro centro, dove ad oggi nessuno dei pazienti in dialisi domiciliare ha presentato infezione”.
Il centro di dialisi di Niguarda segue 180 pazienti, per 11 di questi è attivo il servizio di emodialisi frequente domiciliare, per 15 quello di dialisi domiciliare peritoneale. Sono prevalentemente pazienti maschi (59%) con un’età media ci circa 68 anni. Tra le principali cause che determinano il ricorso alla dialisi la nefropatia su base aterosclerotica (dovuta cioè a fattori di rischio che determinano un’occlusione dei vasi, come il fumo e una dieta ricca di grassi, la scarsa attività fisica…) e il diabete.
Link alla pubblicazione
https://journals.plos.org/plosone/article/file?id=10.1371/journal.pone.0233331&type=printable