Il conflitto è da sempre parte della natura umana e non necessariamente implica negatività: ecco quando litigare può fare bene e perché
Il conflitto è da sempre parte della natura umana. E non necessariamente implica negatività, anzi. Dal conflitto nascono nuove forme di stare insieme, nuovi modi di conoscere se stesso e l’altro, e infinite possibilità di migliorarsi. Per questo il conflitto non deve essere condannato a priori, ma interpretato come un processo di crescita e conoscenza.
Il dott. Matteo Merigo di Guidapsicologi.it ci aiuta a capire come identificare una lite costruttiva, come impostarla in modo sano: perché tutti, più o meno, possiamo imparare a litigare.
In coppia: fino a che punto la lite è costruttiva?
«Litigare non è sempre sinonimo di infelicità, anzi spesso è un indice di vitalità della coppia. Nella complessità della vita di tutti i giorni, è importante trovare la giusta dimensione nel rapporto tra due persone. A volte questa ricerca del benessere passa anche dalle incomprensioni e dallo scontro , ma se la litigata risiede entro limiti accettabili e si risolve,tutto diventa funzionale e si cresce in armonia.»
La lite diventa costruttiva se si comprende il punto di vista dell’altro e non si limita ad una supremazia del “io ho ragione e tu torto”.
«Il litigio è funzionale se mirato al problema, ma spesso ci troviamo a discutere sul modo in cui stiamo discutendo. È la differenza tra una lite distruttiva, centrata sullo stile della litigata, sui sensi di colpa e annichilimento dell’altro, contro la lite costruttiva, più diretta verso la risoluzione di un conflitto con il rappacificamento della coppia. Chiariamo, non significa che i due elementi della coppia hanno ragione in simultanea (cosa che può anche succedere), ma significa comprendere le interpretazioni e giungere poi ad una conclusione reale del problema.
Come impostare una discussione in modo sano
«Forse è più semplice descrivere cosa non è sano all’interno di una lite. La violenza verbale e quella fisica, spesso centrate sull’egoismo, sulla mancanza di autocontrollo e sull’opposizione rigida, sono sicuramente gli elementi da evitare durante un litigio. Una litigata “costruttiva” e non focalizzata sull’annullamento dell’altro, è un fattore di crescita. Viceversa, demolire il proprio partner cercando di svilire il suo ruolo nella coppia, rappresenta l’errore comunicativo più importante.
A questo aggiungiamo come aggravante alla lite violenta, la presenza dei minori. Durante le sedute di terapia di coppia, cerco sempre di sottolineare che litigare con toni accesi di fronte ai figli, sia errato e deleterio per il loro sviluppo. I bambini imparano soprattutto dai nostri comportamenti, li imitano ed introiettano. I minori possono imparare anche dalle nostre incomprensioni e da come cerchiamo di risolvere i conflitti. Altrettanto facilmente però, possono apprendere i modelli errati e replicarli in futuro.»
Tutti possiamo raggiungere la capacità di litigare in modo positivo
«Tendenzialmente sì, ma oltre la ragione e l’educazione alle condotte rispettose, sappiamo che esistono coppie diverse. Ci sono persone che trovano la propria dimensione di soddisfazione nella litigata violenta, altre che vivono in maniera tossica la possibilità di sentirti annullati dall’altro. Ci sono coppie che desiderano vivere il confronto calmo e pacato, mentre altre si nutrono nella sofferenza e del dolore. Questa differenza la troviamo tanto nelle coppie quanto nel singolo. Sappiamo che esistono gli “attaccabrighe” che non vedono l’ora di sfogare la propria rabbia attraverso la litigata o quelli che vivono l’idea del “torto subito” e si sfogano in eccesso e sproporzione al danno . Alcune persone inoltre, vivono le litigate con paura e si rifugiano nella fuga o nell’accettazione incondizionata della ragione dell’altro, quasi con l’idea di spegnere il fuoco privandosi dell’ossigeno.
Un elemento che può essere d’aiuto nella litigata di coppia, in particolare quando i toni si accendono troppo, è lo “stop e restart”. S’interrompe la parte “calda” della litigata, ci si allontana per un momento allo scopo di “raffreddare” i toni e ci si riconfronta con maggior tranquillità. Non è un rinvio “a data da destinarsi” e neppure nascondere tutto sotto un tappeto; è semplicemente un raffreddamento emotivo che riporta ad una maggior lucidità.»
Uomini e donne: c’è differenza nell’approccio alla discussione?
«Sicuramente i tempi son cambiati. Se anni fa a donna era considerata colei che doveva subire le ragioni dell’uomo, ora grazie anche alle parità dei diritti e delle complesse (ma non risolte del tutto) battaglie identitarie, la donna ha ottenuto una rivincita sulle supremazie. Per evitare facili banalizzazioni o stereotipizzazioni sui generi, porrei l’accento sulle aggressività nelle discussioni. Mentre le donne tendono ad introdurre il problema e porre domande retoriche (inseguitrice), l’uomo avverte la sfida e si rifiuta di parlare (distanziatore), salvo poi replicare alle continue richieste di chiarimento che sfociano poi nell’escalation della lite verbale, che può tradursi (purtroppo) anche nell’aggressività fisica. Quando si entra nell’aggressività, non esiste più la ragione o la differenza di genere: esiste solo la violenza.»
Imparare a litigare si può. Ecco come
«Fermo restando che non bisognerebbe mai litigare in presenza di minori (discutere in modo sano si, farsi vincere dalla rabbia mai), si può imparare a litigare mettendo dei corretti paletti nella discussione. Se sappiamo che l’altro odia essere interrotto durante la discussione, oppure non accetta i confronti (“sei come tua madre”o “sei come il mio ex”), è giusto rispettare la sua sensibilità. Le chiavi per aprire i cassetti del benessere della coppia, risiedendo nell’ascolto attivo e nell’umiltà. Imparare ad ascoltare l’altro, mettere i limiti quando i toni si accendono, pretendere di essere ascoltati quand’è il proprio turno, sdrammatizzare (non schernire, ma sfogare le rabbie in modo sano), mettere da parte l’egoismo e comprendere che l’altro potrebbe aver ragione e ringraziarvi reciprocamente al termine della litigata, potrà migliorare la qualità delle discussioni. Pongo l’attenzione sul ringraziamento finale, che poi può diventare un abbraccio o ancor di più. Dire “scusa, ho capito cosa intendi” oppure “grazie perché ora ho compreso il tuo punto di vista”, sposta il focus della lite dall’esterno all’interno. Cosa significa questo? Non vuol dire sentirsi deboli, ma semplicemente che ho elaborato, ho compreso e che quell’errore che magari ritenevo futile, mi ha fatto capire l’importanza per l’altro. Significa mettere da parte l’egoismo e lavorare nella costruzione del rapporto di coppia. Seguendo questi piccoli accorgimenti, cambierà il modo di vedersi nella diade affettiva».