Sindrome coronarica acuta, alirocumab riduce i rischi di malattia arteriosa periferica legati a lipoproteina (a) elevata secondo i dati di uno studio
Nei pazienti trattati con statine con recente sindrome coronarica acuta (ACS), il rischio di eventi di malattia arteriosa periferica (PAD) è correlato al livello di lipoproteina (a) ed è ridotto da alirocumab, inibitore del PCSK9, in particolare nei pazienti con livelli elevati di lipoproteina (a). È quanto emerge da un’analisi prespecificata dello studio randomizzato controllato ODYSSEY OUTCOMES, I cui risultati sono stati pubblicati su “Circulation”.
«I pazienti con ACS sono a rischio di eventi di PAD e tromboembolia venosa (TEV)» ricordano gli autori, guidati da Gregory G. Schwartz, della Divisione di Cardiologia della University of Colorado School of Medicine di Aurora.
«Gli inibitori del PCSK9 (proproteina convertasi subtilisina/kexina tipo 9) riducono i livelli di lipoproteina (a) e di colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C)» aggiungono. «Il nostro obiettivo era accertare se l’inibizione del PCSK9 riducesse il rischio di eventi PAD o TEV dopo l’ACS e se tali effetti fossero correlati ai livelli di lipoproteina (a) o LDL-C».
Analisi prespecificata dell’ODYSSEY OUTCOMES, i risultati in cifre
L’ODYSSEY OUTCOMES (Evaluation of Cardiovascular Outcomes After an Acute Coronary Syndrome) è stato condotto su 18.924 pazienti con recente ACS in trattamento statinico intensivo o alla massima dose tollerata che sono stati randomizzati a ricevere l’inibitore PCSK9 alirocumab o un placebo.
In questa analisi prespecificata, sono stati valutati gli eventi PAD (ischemia critica degli arti, rivascolarizzazione degli arti o amputazione per ischemia) e TEV (trombosi venosa profonda o embolia polmonare). L’LDL-C è stato corretto (LDL-C corretta) per il contenuto di colesterolo nella lipoproteina (a).
Al basale, I valori mediani di lipoproteina (a) e LDL-C corretta erano rispettivamente di 21 e 75 mg/dL; con alirocumab, le riduzioni relative mediane sono state rispettivamente del 23,5% e del 70,6%. Eventi PAD e TEV si sono verificati rispettivamente in 246 e 92 pazienti.
Nel gruppo placebo, il rischio di eventi PAD era correlato al quartile basale di lipoproteina (a) (P trend = 0,0021) e tendeva ad associarsi al quartile basale di LDL-C corretta (P trend = 0,06); La TEV tendeva ad associarsi con il quartile basale della lipoproteina (a) (Ptrend = 0,06), ma non con quello di LDL-C corretta (Ptrend = 0,85).
Alirocumab ha ridotto il rischio di eventi PAD ( hazard ratio [HR]: 0,69 [IC al 95% 0,54-0,89]; P = 0,004), con eventi TEV non significativamente minori (HR: 0,67 [IC al 95% 0,44-1,01]; P = 0,06). La riduzione degli eventi PAD con alirocumab è stata associata al quartile basale di lipoproteina (a) (P trend = 0,03), ma non con quello di LDL-C corretta (Ptrend = 0,50). Con alirocumab, la variazione dal basale al 4° mese di lipoproteina (a), ma non di LDL-C corretta, è stata associata al rischio di TEV e al composito di eventi TEV e PAD.
Cosa c’è di nuovo?
- In uno studio che ha confrontato alirocumab, inibitore del PCSK9 (proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9) con placebo in 18.924 pazienti con recente sindrome coronarica acuta e dislipidemia non controllata con statine, il rischio di eventi di malattia dell’arteria periferica maggiore (PAD) è risultato associato alla concentrazione basale di lipoproteina (a).
- Alirocumab ha abbassato i livelli di colesterolo delle lipoproteine a bassa densità e di lipoproteina (a) e ha ridotto gli eventi PAD rispetto al placebo.
- La riduzione degli eventi PAD è stata associata a livelli basali di lipoproteina (a) ma non di colesterolo lipoproteico a bassa densità.
- Sono state trovate relazioni direzionalmente simili ma statisticamente non significative per l’associazione di tromboembolia venosa con lipoproteina (a) al basale e l’effetto di alirocumab sul rischio di tromboembolia venosa.
Quali sono le implicazioni cliniche?
- La lipoproteina (a) è associata al rischio di eventi PAD maggiori.
- Nei pazienti trattati con statine, un inibitore del PCSK9 può ridurre il rischio di eventi PAD maggiori, specialmente nei pazienti con alti livelli di lipoproteina (a).
- Sono necessari ulteriori studi per confermare l’associazione tra tromboembolia venosa con i livelli di lipoproteina (a) le una riduzione del rischio di tromboembolia venosa con inibitori del PCSK9.
Vedi anche:
Schwartz GG, Steg PG, Szarek M, et al. Peripheral Artery Disease and Venous Thromboembolic Events After Acute Coronary Syndrome: Role of Lipoprotein(a) and Modification by Alirocumab: Prespecified Analysis of the ODYSSEY OUTCOMES Randomized Clinical Trial. Circulation. 2020;141(20):1608-1617. doi:10.1161/CIRCULATIONAHA.120.046524
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