Alcune combinazioni di probiotici come quella di Lactobacillus e Bifidobacterium riducono la mortalità nei neonati pretermine
Nei neonati pretermine con basso peso alla nascita, la combinazione delle specie probiotiche Lactobacillus e Bifidobacterium si è dimostrata superiore ad altri probiotici a ceppo singolo o multiplo nel ridurre la mortalità per tutte le cause. Sono i risultati di una meta-analisi pubblicata sulla rivista Gastroenterology.
«Una revisione Cochrane del 2014 ha concluso che i probiotici prevengono l’enterocolite necrotizzante (NEC) grave e la mortalità per tutte le cause nei neonati pretermine, anche se le formulazioni più efficaci devono ancora essere identificate», hanno scritto Behnam Sadeghirad e colleghi del Michael G. DeGroote Institute for Pain Research and Care presso la McMaster University di Hamilton, in Canada.
Mortalità, enterocolite necrotizzante, sepsi a insorgenza tardiva (LOS) e intolleranza alimentare rappresentano problemi significativi per i bambini molto prematuri (<32 settimane) e soprattutto in quelli estremamente prematuri (<28 settimane).
La mortalità complessiva correlata alla NEC (20-30%) sale al 40–45% nei bambini con necrosi intestinale significativa a tutto spessore. La resezione dell’intestino gangrenoso provoca spesso insufficienza intestinale che richiede un ricovero prolungato, la dipendenza dalla nutrizione parenterale e un accesso venoso centrale, oltre a comportare infezioni ricorrenti.
A parte il significativo onere economico, l’aumento del rischio di compromissione dello sviluppo neurologico a lungo termine è motivo di seria preoccupazione, specialmente nei sopravvissuti alla NEC chirurgica.
Allo stesso modo anche la sepsi a insorgenza tardiva comporta un onere significativo, incluso lo sviluppo neurologico a lungo termine, a causa degli effetti negativi dell’infiammazione sul cervello prematuro durante la fase critica dello sviluppo.
Una meta-analisi della letteratura
Per identificare quali ceppi di probiotici apportassero maggiori benefici, i ricercatori hanno eseguito una meta-analisi della letteratura relativa a studi di formulazioni probiotiche a singolo ceppo e multi-ceppo per valutarne l’efficacia relativa sugli esiti di neonati pretermine con basso peso alla nascita.
Gli outcome primari erano la mortalità per tutte le cause, l’enterocolite necrotizzante e la sepsi dimostrata tramite coltura. La ricerca ha identificato 63 studi che coinvolgevano un totale di quasi 16mila bambini che soddisfacevano i criteri prestabiliti.
Efficaci solo alcune combinazioni
Rispetto al placebo, una combinazione di una o più specie di Lactobacillus e di Bifidobacterium è stato l’unico intervento con un’evidenza moderata/di alta qualità riguardo a una riduzione della mortalità per tutte le cause (OR = 0,56).
Tra i ceppi con moderata/alta evidenza di efficacia rispetto al placebo, le combinazioni di Lactobacillus e Bifidobacterium, Bifidobacterium animalis subspecies lactis, Lactobacillus reuteri o Lactobacillus rhamnosus hanno ridotto significativamente la NEC grave (stadio II di Bell o superiore).
È anche emerso che la combinazione di Lactobacillus, Bifidobacterium e Saccharomyces boulardii ha ridotto il numero di giorni necessari a raggiungere la piena alimentazione (riduzione media di 3,3 giorni) e che la singola sottospecie B. animalis o L. reuteri ha ridotto la durata dell’ospedalizzazione (riduzione media rispettivamente di 13 e 7,89 giorni).
«Gli studi multicentrici, di grandi dimensioni, controllati e randomizzati dovrebbero essere prioritari per distinguere tra l’efficacia dei probiotici a ceppo singolo e multiplo tra i neonati pretermine» hanno concluso gli autori.