Le Malformazioni Artero-Venose sono delle anomalie vascolari: gli esperti del Niguarda spiegano cosa succede e quali rischi comportano
Le Malformazioni Artero-Venose sono delle anomalie vascolari caratterizzate da una comunicazione diretta, patologica, tra arterie e vene. Nonostante il termine faccia pensare che si tratti di una problematica presente dalla nascita, non è così: non si sono riscontrati casi in neonati e non è una patologia ereditaria, sembra invece che le MAV si formino dell’età nell’adolescenza, senza però poterne conoscere esattamente la causa.
Cosa succede in una malformazione artero venosa – MAV?
Nella normale circolazione, le arterie si dividono in vasi sempre più piccoli fino ai capillari, dove il flusso sanguigno rallenta per consentire gli scambi gassosi e di nutrienti con i tessuti. Dai capillari, poi, il sangue torna a passare in vasi progressivamente sempre più grossi fino alle vene che riportano il sangue al cuore e ai polmoni.
Nelle MAV avviene invece un transito diretto del sangue dall’arteria alla vena: senza passaggio attraverso i capillari, il flusso rimane molto elevato e i vasi, sottoposti in questo modo a una pressione superiore alla norma, si deformano e si sfiancano diventando così più esposti a rottura, con conseguente emorragia.
Quali rischi comportano le malformazioni artero-venose cerebrali?
Una MAV cerebrale può manifestarsi con una crisi epilettica o con un’emorragia. In caso di emorragia cerebrale, il paziente incorre in un rischio di circa il 30% di danni permanenti e di mortalità del 10%. I segni e i sintomi di emorragia cerebrale possono comprendere cefalea violenta e improvvisa e deficit neurologici più o meno gravi, a seconda dell’entità e della sede dell’ emorragia. Una MAV che ha già sanguinato comporta un rischio maggiore di un ulteriore episodio emorragico.
Come prevenire l’insorgenza di un’emorragia cerebrale?
Sono attuabili tre modalità di trattamento per eliminare la comunicazione diretta e anomala tra arterie e vene: endovascolare, radiochirurgico e chirurgico.
Nel trattamento endovascolare viene iniettata, attraverso un catetere inserito nelle arterie o nelle vene, una colla che chiude la malformazione. Il trattamento radiochirurgico concentra invece una radiazione sulla malformazione provocandone la graduale chiusura. Il trattamento chirurgico, considerato lo standard, è un intervento invasivo con il quale si asporta per via microchirurgica la lesione.
È importante per i pazienti rivolgersi a centri che abbiano un’ampia esperienza di tutte e tre le forme di trattamento per la valutazione del caso specifico poiché ciascuna modalità ha indicazioni particolari, con vantaggi e svantaggi.
La scelta deve essere affidata a un’équipe multidisciplinare, esperta nel trattamento delle MAV, che possa tenere conto di tutti gli elementi di natura tecnica: dimensioni, sede (alcune aree del cervello sono più critiche di altre), sanguinamento pregresso della malformazione, misura e forma delle arterie e delle vene ed età del paziente.