Talassemia, la protesta dei pazienti sardi: trasfusioni a rischio per mancanza di personale. La denuncia della Onlus ThalassAzione
La carenza di medici, infermieri e OSS nei centri di cura della Sardegna sta mettendo a rischio anche le terapie trasfusionali per i talassemici. L’allarme è stato lanciato dall’associazione ThalassAzione, e i pazienti accusano l’assessorato regionale alla Sanità di immobilismo davanti alla richiesta, effettuata lo scorso settembre, di riattivare il Tavolo Tecnico per la riorganizzazione della Rete Talassemie ed Emoglobinopatie. I componenti dovranno valutare la bozza (già pronta) per l’attivazione della Rete, fondamentale per dare continuità e uniformità alle cure e all’assistenza.
“Mentre attendiamo da marzo un incontro con l’assessore Mario Nieddu, la situazione continua a peggiorare. Vi è forse la convinzione che la cura della talassemia sia una semplice routine trasfusionale, ma deve essere garantita la presa in carico del paziente a 360 gradi, con la valutazione di tanti fattori e un frequente monitoraggio delle condizioni cliniche, tramite visite specialistiche che sono state bloccate durante il periodo di emergenza causato dal COVID-19 e che faticano ad essere riattivate. In tutta la regione Sardegna mancano medici, infermieri e OSS nei centri di cura, e nonostante il personale sanitario dei nostri reparti compia un grande sforzo e cerchi di sopperire alle gravi carenze degli organici, ormai sono a rischio anche le terapie trasfusionali”, affermano i pazienti.
“A Olbia e San Gavino le trasfusioni sono limitate a soli tre giorni settimanali, con un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti. Non va meglio a Cagliari, dove da oltre un anno il mercoledì pomeriggio non vengono effettuate terapie trasfusionali. A Nuoro a breve scadrà il contratto di un medico e non si sa se verrà rinnovato, mentre a Lanusei serve almeno un medico. A Oristano si verificano continue problematiche con la farmacia e per la designazione di locali adatti e definitivi per il reparto. C’è poi il paradosso di Sassari, che ha addirittura tre centri di cura, ognuno con i propri specialisti di riferimento e quasi nessuno realmente coinvolto nella gestione del paziente talassemico”, prosegue ThalassAzione.
“Queste situazioni di emergenza si protraggono da troppo tempo e devono terminare perché, escluso l’ospedale Microcitemico di Cagliari, impattano anche sull’organizzazione delle attività di raccolta, lavorazione e distribuzione del sangue. In alcuni territori la paura è quella di arrivare alla chiusura o alla cancellazione del servizio. Per una buona cura delle persone con talassemia in Sardegna – concludono i pazienti – serve personale nei reparti, non la moltiplicazione di ASL e poltrone, né l’utilizzare il Microcitemico come merce di scambio per giochi di potere politici sulla pelle dei pazienti. Le persone con talassemia e le loro famiglie sono pronte ad azioni forti affinché in Sardegna si ritorni ad avere una dignitosa e appropriata cura della patologia”.