Studio pubblicato su Lancet ha confermato l’ipotesi di una relazione tra Coronavirus Covid-19 e disfunzione della tiroide
Il Coronavirus non colpisce solo i polmoni e diversi studi scientifici stanno smascherando questo virus mettendone in luce alcuni meccanismi che portano l’intero organismo a manifestare sintomi e malattie associate.
E’ ciò che è successo con uno studio condotto da medici ricercatori del Policlinico di Milano, pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet (Diabetes and Endcrinology), che ha messo in evidenza una stretta correlazione tra la presenza del virus SARS CoV-2 e lo sviluppo di una infiammazione alla tiroide.
E’ noto infatti che il virus del Covid-19 genera una risposta sregolata del sistema immunitario che porta ad infiammazioni ed è proprio qui che la ghiandola tiroidea può essere terreno fertile per provocare danni, anche permanenti. I sospetti rilevati dai primi pazienti ricoverati nelle Terapie Intensive, hanno dato al via all’indagine condotta da un team di endocrinologi e infettivologi guidati da Mario Salvi e Andrea Gori.
Lo studio è stato condotto da marzo ad aprile, in piena pandemia, su 260 pazienti ricoverati in area Covid che presentavano una forma di tiroidite cosiddetta atipica.
”La tiroidite subacuta virale, – precisa Mario Salvi, endocrinologo firmatario dello studio, – è una forma nota, stagionale e tipicamente primaverile, ma quella correlata al Covid-19 ha delle manifestazioni cliniche atipiche rispetto alla forma classica, per esempio non presenta dolore al collo, e anche a livello istopatologico ha caratteristiche diverse come hanno dimostrato ecografie e scintigrafie effettuate sui pazienti visti al follow-up.”
Lo studio è stato possibile confrontando i dati dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva nello stesso periodo nel 2019 avendo come riferimento i valori del TSH, dosaggio ormonale che in Policlinico viene effettuato di routine durante il ricovero.
Il confronto dei dati ha confermato quanto sospettato durante le prime valutazioni cliniche: rispetto al 2019, quando la percentuale di casi si assestava all’1%, complice anche la stagionalità della malattia, durante il periodo pandemico ben il 15% dei pazienti presentava una infiammazione alla tiroide.
L’ampia casistica e il puntuale confronto dei dati relativi i pazienti ricoverati rendono questo studio un solido punto di partenza che conferma l’ipotesi di un legame tra Covid 19 e disfunzioni della tiroide.
”Lo studio è importante perché evidenzia con chiarezza il coinvolgimento multiorgano in corso di Covid-19. Al di là del danno polmonare, caratteristico dell’infezione, è ormai chiaro che SARS-CoV-2 è in grado di dare un coinvolgimento sistemico, interessando quindi non solo il polmone, ma anche una serie di altri organi, soprattutto quelli che hanno una funzione chiave nel regolare le difese immunitarie e nell’elaborare una risposta immunitaria nei confronti del virus”, commenta Andrea Gori Direttore Malattie Infettive del Policlinico di Milano.
Su questo fronte, i pazienti del Policlinico, una volta dimessi e negativi al tampone sono stati chiamati per il percorso di follow up; i dati così raccolti potranno essere oggetto di altre indagini per misurare i danni provocati e nello stesso tempo individuare terapie adeguate.
Ora il team di endocrinologi ed infettivologi è al lavoro per valutare i possibili danni permanenti e le probabilità di sviluppo di malattie tiroidee nel lungo termine.