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Hiroshima, l’atomica e la leggenda delle mille gru di carta

Hiroshima, l'atomica e la leggenda delle mille gru di carta

Il 6 agosto di 75 anni fa gli USA sganciarono la bomba atomica su Hiroshima: la storia di Sadako e la leggenda delle mille gru di carta

Lo scheletro di un edificio è quel che resta del Prefectural Industrial Promotion Hall di Hiroshima, oggi meglio noto come Memoriale della Pace (A-Dome).

Il 6 agosto del 1945 una bomba atomica (Little Boy) cambiò per sempre il corso della storia e quelle rovine sono lì da 75 anni per ricordarlo.

L’esplosione nucleare avvenne a pochi metri dal palazzo: fu l’unico edificio più vicino all’ipocentro a rimanere almeno parzialmente in piedi.

Oggi Hiroshima è una città completamente nuova, costruita da zero: il Memoriale della Pace è l’unica cosa lasciata così com’era dopo il bombardamento.

Un monito per il futuro, riconosciuto dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Passeggiando per il Parco della Pace di Hiroshima, l’A-Dome non è l’unico memoriale che s’incontra.

Un arcobaleno di origami circonda il “Monumento alla pace dei bambini”, opera dedicata alle migliaia di giovani vittime della bomba di Hiroshima e, in particolare, alla piccola Sadako Sasaki.

Le “1000 gru di carta” e la storia di Sadako

C’è una leggenda in Giappone secondo cui se si realizzano mille origami a forma di gru (Senbazuru) si può esprimere un desiderio. Anche Sadako Sasaki (7 gennaio 1943- 25 ottobre 1955) era a conoscenza di questa leggenda quando si ammalò di leucemia in seguito alle radiazioni rilasciate dalla bomba atomica di Hiroshima. Al momento dell’esplosione la piccola era nella sua casa, a poco meno di 2 km di distanza dal luogo dell’impatto. Aveva 2 anni.

I primi sintomi della malattia comparvero nel novembre del 1954 come lesioni sul collo e dietro le orecchie. Nel gennaio del 1955 le sue gambe si ricoprirono di macchie viola.
Le fu diagnosticata una grave forma di leucemia a cui seguì un immediato ricovero in ospedale il 21 febbraio 1955.

La migliore amica di Sadako, Chihuko Hamamoto, la incoraggiò a realizzare le 1000 gru di carta. Per i restanti 14 mesi di vita Sadako creò gli origami con qualsiasi materiale riuscisse a procurarsi in ospedale.

Da qui in poi esistono due versioni della storia.

Quella popolare, presentata nel libro di Eleanor Coerr, “Sadako and the Thousand Paper Cranes”, racconta che la bambina abbia realizzato solo 644 gru di carta prima della morte e che quelle mancanti vennero create successivamente dai suoi amici.
La versione tramandata dal Museo della Pace di Hiroshima, invece, sostiene che Sadako sia riuscita a completare le 1000 gru di carta nell’agosto del 1955, pochi mesi prima di morire.

Quel che è certo è che Sadako morì il 25 ottobre 1955 all’età di 12 anni: una tra le migliaia di bambini vittime della bomba atomica.

Dopo la sua morte, amici e compagni di scuola pubblicarono una raccolta di lettere per raccogliere fondi per costruire un memoriale in ricordo di lei e di quei bambini.
Nel 1958, una statua di Sadako che sostiene una gru d’oro è stata inaugurata nel Parco Memoriale della Pace di Hiroshima.

Ai piedi della statua, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it), c’è una targa: “Questo è il nostro grido, questa è la nostra preghiera, la pace nel mondo”.

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