Riparazione artroscopica della cuffia dei rotatori: l’uso di una terapia cocktail con farmaci antidolorifici postoperatori ha mostrato benefici sul dolore
Nei pazienti sottoposti a riparazione artroscopica della cuffia dei rotatori, l’uso di una terapia cocktail con farmaci antidolorifici postoperatori ha mostrato benefici sul dolore. E’ quanto evidenziano i risultati di uno studio pubblicato su Journal of Shoulder and Elbow Surgery.
Takeshi Teratani, dell’Ouryouji Orthopaedic Hospital in Giappone, ha analizzato l’efficacia della terapia a base di un cocktail di antidolorifici dopo la riparazione artroscopica della cuffia dei rotatori (ARCR).
Sono stati esamintati i dati di 128 interventi di spalla attraverso ARCR. I pazienti sono stati ugualmente stratificati in due gruppi: un gruppo di controllo che ha ricevuto 20 ml di ropivacaina allo 0,75% e soluzione salina per un totale di 42 ml; e un gruppo che aveva ricevuto un cocktail composto da 20 ml di ropivacaina allo 0,75%, 5 mg di morfina, 0,3 di epinefrina, 2 mg di betametasone e soluzione salina per un totale di 42 ml.
Dopo l’operazione, le miscele sono state iniettate nell’articolazione gleno-omerale, nella borsa subacromiale, nel nervo soprascapolare e nelle posizioni anteriore, media e posteriore del muscolo deltoide, in base al gruppo di trattamento.
I punteggi della scala analogica visiva dei pazienti sono stati registrati dopo l’intervento con incrementi tra 4 e 48 ore.
Sono stati anche determinati: il numero di pazienti che usavano supposte di diclofenac e buprenorfina cloridrato, il tasso di nausea, gli effetti avversi della guarigione e l’infezione ritardate della ferita, la durata dell’intervento e il range di movimento passivo della spalla.
Teratani non ha riscontrato differenze significative nell’età tra i pazienti che assumevano il cocktail (età media, 64,2 anni; il 60,9% erano uomini) e il gruppo di controllo (età media, 65,2 anni; il 64,1% erano uomini).
Il lavoro evidenzia anche che per quanto riguarda i punteggi VAS 8, 16 e 24 ore dopo l’operazione erano significativamente più bassi nel gruppo cocktail. C’era anche un tasso significativamente più basso di uso di supposte nel gruppo cocktail.
Mentre i tassi di iniezione di buprenorfina (14,1% contro 39,1%) e nausea (6,3% contro 15,6%) erano più bassi nei gruppi cocktail, non ci sono state differenze significative tra i due gruppi, ha scritto Teratani. L’elevazione passiva anteriore a 3 mesi dopo l’intervento era significativamente migliore nel gruppo cocktail rispetto al gruppo controllo (151,6 vs. 145,9).
Nel gruppo cocktail era state eseguiti 64 interventi di spalla (50,0%), su 39 uomini (60,9%) e 25 donne (39,1%); l’età media era di 64,2 ± 10,2 anni. Il gruppo di controllo aveva visto lo stesso numero di interventi su 41 uomini (64,1%) e 23 donne (35,9%); l’età media era di 65,2 ± 7,5 anni.
Il numero di pazienti che dopo la riparazione artroscopica necessitava di iniezioni di buprenorfina tendeva ad essere più basso nel gruppo cocktail, ma la differenza non era significativa.
La nausea si è verificata nel 6,3% dei pazienti nel gruppo cocktail e nel 15,6% nel gruppo controllo, ma la differenza non era significativa.
Nessuna infezione o ritardata guarigione della ferita si è verificata in entrambi i gruppi. L’elevazione passiva anteriore 3 mesi dopo l’intervento era significativamente migliore nel gruppo cocktail rispetto al gruppo controllo.
In conclusione, Teratani conclude che: ” In questo studio, la terapia cocktail combinata è stata utile per la gestione del dolore postoperatorio dopo ARCR senza un rischio apparente di infezione o effetto dannoso sulla guarigione dei tendini”.