Vita da burattinaio, il racconto di Antonino Mercurio che dagli anni Cinquanta intrattiene bambini di tutta Italia con spettacoli itineranti
L’arte dei burattini e’ cosa di famiglia per i Fratelli Mercurio che, dagli anni Cinquanta, intrattengono bambini di tutta Italia con spettacoli itineranti. Antonino Mercurio da Sorrento ogni estate arriva a Gaeta per allestire il suo ‘Teatro’, lo abbiamo incontrato sul Lungomare Caboto dove, dalle sette alle undici di sera, mette in scena la vecchia commedia dell’arte partenopea con le sceneggiature di Antonio Petito e Eduardo Scarpetta ma anche storie inedite come ‘Pulcinella e Sandokan’. “Il nostro e’ un mestiere antichissimo- racconta il burattinaio- siamo undici fratelli cresciuti dietro le quinte del teatro, solo in due pero’ portiamo avanti l’arte di famiglia. Mio padre diceva sempre che questa e’ un’arte da conservare e tutelare, anche io sto tramandando il nostro sapere a mio figlio e mio nipote”.
Si lavora ‘all’impiedi’ con le braccia alzate, i burattini – realizzati da un anziano intagliatore della provincia di Caserta – sono di legno e hanno un peso importante, oltre ad essere dei bravi animatori e’ percio’ richiesta anche forza nelle braccia. “Non ho paura dell’era tecnologica- spiega Antonino Mercurio- l’arte dei burattini nel 2020 continua a incantare i bambini. Sono pero’ amareggiato con il Governo, in tutta Italia siamo in otto o in nove a fare questo mestiere ma la categoria dei burattinai dello spettacolo itinerante non ha avuto alcun sostegno. Dobbiamo dire grazie solo al pubblico che viene a trovarci ogni sera”. “Quando trovate uno spettacolo di burattini fermatevi – conclude Antonino Mercurio alla Dire (www.dire.it) – e’ un’arte millenaria che va supportata, difesa e tenuta ben stretta”.