Psoriasi a placche: roflumilast migliora i sintomi


Psoriasi a placche, arrivano dati di fase II positivi per la crema a base di roflumilast. Lo studio è stato pubblicato su NEJM

Psoriasi a placche, osservati benefici nel lungo termine con uso topico ogni due settimane della schiuma con calcipotriene e betametasone

Nella psoriasi a placche, l’inibitore della fosfodiesterasi-4 roflumilast in forma topica ha migliorato significativamente i segni e i sintomi la malattia rispetto al solo veicolo con una buona tollerabilità, secondo i risultati della sperimentazione di fase II pubblicati sul New England Journal of Medicine. I dati di fase III sono previsti per la prima metà del 2021.

«La psoriasi a placche impone un onere significativo per i pazienti ed è spesso associata a una scarsa qualità della vita. Trattarla in modo efficace con applicazioni topiche, come avviene per la gran parte dei pazienti, è particolarmente difficile per via degli effetti collaterali, della tollerabilità o dell’efficacia delle terapie oggi disponibili» ha dichiarato Mark Lebwohl, presidente del dipartimento di dermatologia presso la Icahn School of Medicine del Monte Sinai e autore principale della pubblicazione. «Questi dati dimostrano che l’impiego una volta al giorno di roflumilast in crema è stato ben tollerato e ha ottenuto miglioramenti precoci e significativi nei segni e nei sintomi della psoriasi, anche nelle aree intertriginose difficili da trattare come l’ascella o l’inguine, dove si incontrano due superfici cutanee».

Roflumilast (ARQ-151) è un inibitore molto potente e selettivo della fosfodiesterasi-4 (PDE-4) da usarsi in monosomministrazione giornaliera, sviluppato per il trattamento della psoriasi a placche da parte della compagnia biotech Arcutis Biotherapeutics. È in valutazione in un programma clinico di che prevede due studi clinici di fase III attualmente in corso (DERMIS-1 e -2).

La PDE-4 è un enzima intracellulare che regola la produzione di citochine pro-infiammatorie e anti-infiammatorie, oltre alla proliferazione cellulare. Roflumilast è stato approvato dalla Fda per via sistemica per ridurre il rischio di esacerbazione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) nel 2011 e ha mostrato una potenza dalle 25 alle 300 volte superiore rispetto ad altri due inibitori dello stesso enzima e approvati per l’uso in dermatologia.

Dettagli dello studio
Nel trial in doppio cieco di fase IIb, 331 adulti con psoriasi a placche sono stati randomizzati a ricevere un trattamento topico con un crema di roflumilast allo 0,3% o allo 0,15% oppure il veicolo corrispondente, applicati una volta al giorno per 12 settimane.

L’endpoint primario di efficacia era un punteggio nell’Investigator Global Assessment (IGA, una scala a 5 step che va da un punteggio 0-pelle libera da lesioni a 4-malattia grave) di 0/1 alla settimana 6. Gli endpoint secondari includevano un IGA di 0/1 oltre a un miglioramento di 2 gradi (IGA Success), IGA Success nell’Intertriginous-IGA (relativo alle zone di unione e di frizione di due aree cutanee, psoriasi intertriginosa) e una variazione nello Psoriasis Area and Severity Index (PASI).

Raggiunti gli endpoint primari e secondari
L’endpoint primario alla settimana 6 è risultato del 28%, 23% e 8% con roflumilast 0,3%, 0,15% e veicolo (rispettivamente p<0,001 e p=0,004 rispetto al veicolo per le dosi 0,3% e 0,15%,). L’endpoint secondario IGA 0/1 associato al miglioramento di 2 gradi rispetto al basale ha dimostrato una differenza rispetto al veicolo dalla settimana 6 alla settimana 12 nei pazienti trattati con entrambe le dosi del farmaco, con tassi della settimana 12 del 31% e 27% per il la crema allo 0,3% e 0,15%, contro il 14% nel gruppo di controllo.

Tra i pazienti con psoriasi intertriginosa al basale di gravità almeno lieve, 14 soggetti su 15 (93%) trattati con roflumilast 0,3% hanno riportato un punteggio Intertriginous-IGA di 0 alla settimana 12, rispetto al 18% di quelli nel gruppo veicolo. Sempre alla settimana 12 le risposte PASI-75 (miglioramenti del PASI rispetto al basale di almeno il 75%) erano del 34% per il dosaggio 0,3% vs 16% per il veicolo.

Circa il 65% dei soggetti in terapia attiva alla dose più alta ha riportato una riduzione di almeno 4 punti nella scala del prurito Worst Itch–Numerical Rating Scale entro la settimana 8, così come il 58% di quelli sottoposti al dosaggio più basso e al 42% dei controlli. Un altro endpoint secondario, l’onere della malattia riferito dal paziente, ha mostrato una divergenza significativa tra entrambe le dosi di roflumilast e il veicolo già dalla seconda settimana.

Le reazioni nel sito di applicazione sono state meno comuni nei bracci attivi rispetto ai controlli. Sono stati segnalati eventi avversi rispettivamente nel 39%, nel 27% e 30% dei pazienti trattati con roflumilast 0,3%, 0,15% e veicolo. La quasi totalità degli effetti collaterali (97%) è stata valutata di entità lieve o moderata. Il 94% dei partecipanti nel braccio 0,3% ha completato lo studio.

«I risultati positivi di questo studio sono particolarmente incoraggianti per i pazienti che necessitano di opzioni nuove e migliori per il trattamento di questa malattia cronica della pelle. La monosomministrazione giornaliera della crema ha dimostrato miglioramenti significativi nei segni e sintomi della psoriasi», ha concluso Linda Stein Gold, responsabile della divisione di dermatologia all’ospedale Henry Ford di Detroit, in Michigan, oltre che sperimentatore dello studio. «È stata ottenuta la significatività statistica nel punteggio IGA 0/1, nonché un miglioramento riportato dai pazienti in merito a prurito e onere della malattia. Inoltre, è stata dimostrata una notevole efficacia entro due settimane, unita a una buona tollerabilità».