Tumori e raggi UV, non ci sono solo i melanomi: attenzione al basalioma. La patologia colpisce una persona su mille, ecco come riconoscerla
Prendere il sole in modo scorretto, e senza le dovute precauzioni, è dannoso per la nostra pelle e ci espone a rischio di tumori come il melanoma. Anche se sono i più pericolosi, i melanomi non sono però l’unico pericolo causato dai raggi solari: il più diffuso tumore della pelle è infatti il basalioma, che colpisce soprattutto gli adulti e insorge nelle parti del corpo più esposte (e quindi meno protette) al Sole, come il viso. Ne parla Emanuela Passoni, specialista in dermatologia e venereologia del Policlinico di Milano.
Quali sono i fattori che scatenano un basalioma, e quanta gente ne è colpita ogni anno?
Il carcinoma basocellulare, o basalioma, è un tumore della pelle che ha una malignità prevalentemente locale. E’ caratterizzato dalla proliferazione incontrollata di particolari cellule dell’epidermide chiamate ‘cellule basali’: raramente porta a metastasi e si sviluppa prevalentemente in persone con più di 40 anni, in genere in regioni del corpo cronicamente esposte al Sole e, in particolare, sul volto. I basaliomi rappresentano il 15% di tutti i tumori: in Italia l’incidenza é di circa 1 caso ogni 1.000 abitanti, e le persone più colpite sono quelle che hanno carnagione e capelli chiari. Il principale fattore che concorre a scatenarlo sono i raggi ultravioletti (UV) provenienti dal Sole.
Un paziente che ha già avuto un basalioma ha un rischio del 15% di svilupparne un altro entro un anno, e del 35% a 5 anni dalla prima diagnosi: questo rischio aumenta per pazienti con più di un carcinoma asportato. Da qui l’importanza di seguire i pazienti con controlli ambulatoriali ravvicinati, perché può permettere di individuare prontamente recidive o nuove lesioni.
Come si diagnostica un basalioma?
La diagnosi clinica di carcinoma basocellulare viene fatta usando il dermatoscopio, un microscopio da contatto che permette di osservare più nel dettaglio le caratteristiche morfologiche delle lesioni non visibili a occhio nudo. La diagnosi viene poi confermata dall’analisi istologica su un campione della lesione.
La Dermatologia del Policlinico di Milano è specializzata nella diagnosi e cura dei basaliomi, ed è anche Centro di riferimento di una malattia rara chiamata sindrome di Gorlin o ‘sindrome del nevo basocellulare’. Si tratta di una malattia genetica che, tra le sue manifestazioni, ha lo sviluppo di carcinomi basocellulari multipli. Ciò avviene nell’80% dei pazienti con questa sindrome, e il numero di questi basaliomi può variare da poche decine a centinaia, con elevata eterogeneità clinica e istopatologica. Anche per questo è importante affidarsi a un centro altamente specializzato, che abbia la giusta esperienza per trattare casi di questo tipo.
Quali sono le possibilità di cura per un basalioma?
Il carcinoma basocellulare di regola viene asportato chirurgicamente: in questo modo si ottengono ottimi risultati in termini di percentuale di recidiva e di cura. Se le condizioni cliniche del paziente o le caratteristiche della lesione non consentono di intervenire chirurgicamente, sono disponibili trattamenti alternativi, come farmaci chemioterapici e immunomodulanti topici, anche se questi possono essere impiegati solo per alcuni istotipi molto superficiali. E’ possibile utilizzare anche la radioterapia, indicata nel trattamento dei basaliomi della cute in caso di lesioni inoperabili oppure per pazienti anziani o fragili, con limitata aspettativa di vita, o affetti da molteplici e importanti comorbilità con limitate opzioni terapeutiche. Di recente sono stati introdotti anche farmaci come vismodegib e sonidegib per il trattamento dei basaliomi avanzati inoperabili o metastatici.
La Dermatologia del Policlinico di Milano è sempre attiva nella ricerca di tecniche all’avanguardia per soddisfare i bisogni di salute dei pazienti. Nella lotta ai tumori cutanei diversi dal melanoma, in particolare per i carcinomi basocellulari e spinocellulari, è stata introdotta la Chirurgia di Mohs. Si tratta di una tecnica di indiscussa efficacia, utile per asportare il tumore in modo radicale senza rinunciare a un buon risultato estetico e funzionale. Questa tecnica nasce dall’intuizione di un chirurgo americano che, ancora studente ma quasi alla soglia della laurea, la concepì nel lontano 1930. L’indicazione principale della Chirurgia di Mohs è il trattamento dei carcinomi basocellulari primitivi in sedi critiche, recidivanti o particolarmente aggressivi. Questa tecnica prevede l’asportazione chirurgica della neoplasia in più fasi successive, con una immediata analisi istologica tridimensionale mediante mappatura della lesione e la preparazione di sezioni (fogli sottilissimi) del tessuto rimosso. Ciò rende possibile accertare l’eventuale esistenza di cellule tumorali residue, alla periferia e alla base del piano di escissione, permettendo di asportare la neoplasia in modo estremamente mirato, con possibilità di radicalità chirurgica definitiva. Spesso i tumori cutanei crescono contiguamente, sono provvisti di ‘nidi cellulari’ anche a distanza della lesione primaria e talvolta presentano tentacoli microscopici che si estendono in profondità e difficilmente si riescono ad asportare con la chirurgia tradizionale. L’escissione a strati e l’immediata analisi istopatologica della base e dei margini del tumore garantisce invece un’eradicazione completa. La costruzione di una mappatura che guidi i chirurghi durante l’intervento permette poi di localizzare i nidi e i tentacoli, e di rimuoverli accuratamente. Questa tecnica è perciò particolarmente indicata nella rimozione dei tumori del volto, dove la conservazione di più tessuto possibile è di importanza sovrapponibile alla preservazione delle funzionalità e della integrità estetica di queste strutture. La sua capacità di cura è estremamente elevata e consente di preservare al massimo il tessuto sano non coinvolto dal tumore, riducendo drasticamente il tasso di recidiva dei carcinomi.
Cosa possiamo fare per prevenire i basaliomi?
Il ruolo rilevante svolto dai raggi UV nello sviluppo di questa patologia rende importante sviluppare strategie di prevenzione e di adeguata fotoprotezione: ad esempio sensibilizzare le persone alle conseguenze di un’esposizione solare eccessiva, prevenire l’esposizione diretta ai raggi UV utilizzando vestiti adeguati e cappelli, fare un uso regolare e corretto di creme ad elevato fattore protezione solare per raggi UVB e UVA. I dati epidemiologici evidenziano che maggiore è la dose di raggi UV ricevuta in età infantile e giovanile, più è alto il rischio di sviluppare in età adulta un carcinoma basocellulare. Infine, è stato dimostrato che l’uso frequente dei lettini solari moltiplica per 4 il rischio di basalioma ed è il principale responsabile della patologia in chi ha più di 40 anni.